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Gusto: Il vino Carema D.O.C.

Food & Wine
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Vino prodotto sulle alture montene, al confine tra eporediese e Valle d'Aosta  Dal 2014 è un presìdio Slow Food ed è tutelato dal Paniere dei Prodotti Tipici della Provincia di Torino.
 
La diciassettesima scheda enogastronomica di Notizie Piemonte, è dedicata al CAREMA D.O.C., vino prodotto sulle alture al confine con la Valle d'Aosta E' un presidio Slow Food dal 2014 ed è tutelato dal Paniere dei Prodotti Tipici della Provincia di Torino.
 
Oltre ad essere un paese di 800 abitanti, al confine con la Valle d'Aosta, il Carema è un vino, prodotto in spazi angusti a terrazzamento, con le viti a pergola che, si trovavano anche tra le case e ornavano giardini e cortili tra i 300 ed i 600 metri. Questi terrazzamenti, sono costituiti dall’alternanza di muraglioni a secco con funzioni di sostegno, e di fertile terra morenica trasportata dal fondovalle. Da ogni costone di roccia, si innalzano schiere di pilastrini in pietra e calce dalla forma tronco-conica. Su tali colonne, poggiano i graticci che, sostengono i tralci delle viti. Queste masse pietrose svolgono una importante funzione, quella di immagazzinare il calore del sole, rilasciandolo durante la notte, attenuando l’escursione termica. Nel dialetto locale, la struttura a pergola dei vigneti è chiamata “topia” o “tupiun”, mentre si definiscono “pilun” i bianchi pilastri che, la sorreggono.
La gestione e la manutenzione dei vigneti, sono fatte a mano. Il problema dell’abbandono dei vigneti negli ultimi anni sta creando non solo un vuoto nelle coltivazioni e nella produzione, ma anche alcune problematiche di gestione delle vigne di chi ancora continua l’attività. Per questa ragione, nel 2014, è nato il presidio che, ha come obiettivo il mantenimento del metodo di coltivazione a pergola, dell'ecotipo picotener vinificato in purezza, della vinificazione tradizionale in botte grande e raggruppa tutti coloro che si sono impegnati ad adottare pratiche agricole sostenibili che dovranno essere quanto più rispettose della salute della terra, oltre che del bevitore. Inoltre, il Consorzio per la Tutela del Vino D.O.C. e D.O.C.G. dei vini del Canavese, riunisce i 70 produttori di vino di Carema.
Attualmente i terrazzamenti, occupano circa 13 acri, con resa medio bassa. L'etichetta di Carema DOC, è stata istituita nel 1967 e prevede la vinificazione di sole uve provenienti dal territorio. Le caratteristiche peculiari di questo vino sono designate dal terroir, hanno sviluppato uno specifico clone appartenente al biotipo picotener, della varietà nebbiolo. All'olfatto, questa tipologia di vino, risulta sottile, fresco, con accenni floreali e minerali. Al palato, ha grande persistenza aromatica. Il colore è rosso rubino tendente al granato, particolarità per questo vino di montagna. La gradazione minima richiesta è di 12 % volume. La longevità di questo vino è intorno ai 20-30 anni, purché le bottiglie siano conservate coricate, al buio, in cantine o locali privi di escursioni termiche.
Il Carema, viene ottenuto da uve Nebbiolo e come stabilisce il disciplinare di produzione approvato a partire dalla vendemmia 2010, risponde alle tipologie “Carema” e “Carema Riserva”. Il Carema etichetta nera, ha un invecchiamento di circa due anni, di cui dodici mesi in botti grandi di rovere o di castagno. Il Carema Riserva, etichetta bianca, ha un invecchiamento minimo di tre anni, di cui diciotto mesi in botti grandi di rovere o castagno.
Storicamente, la sua qualità era già riconosciuta dal Quattrocento e premiata nell’Ottocento in concorsi internazionali. Il bottigliere di Papa Paolo III Farnese, autore di una guida enologica datata 1539, lo definiva infatti “un’ottima e perfetta bevanda da Principi e Signori”. Un altro trattato del XVI secolo, il “De Vinis Italiae”, menzionava il Carema come vino servito alla mensa dei Papi e dei Duchi di Savoia e “vin d’arrosto” per i Reali di Francia. Il grande scrittore piemontese Mario Soldati definì “forte e simpatico come un gusto di sole e di roccia”.
Agli inizi del Novecento il vino costituiva per gli abitanti del paese di Carema un’importante risorsa: rappresentava una delle maggiori fonti di lavoro e di ricchezza, ma era anche un forte simbolo identificativo della comunità.
Il vino, è particolarmente adatto all’abbinamento con arrosti, selvaggina, carni rosse, formaggi stagionati non piccanti o come vino da “caminetto”. Si addice anche a fine pasto con noci e frutta secca.
 
Foto Produttori Carema DOC
 
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