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Gusto: Cardo Gobbo di Nizza Monferrato

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Presidio Slow Food, questo ortaggio tipico della Valle del Belbo nelle Langhe. Alimento tipico da intingere nella Bagna Cauda.
 
La decima scheda enogastronomica di Notizie Piemonte, è dedicata al CARDO GOBBO DI NIZZA MONFERRATO, ortaggio tipico della Valle Belbo nelle Langhe. E' stato adottato da Slow Food come uno dei Presìdi della Provincia di Asti.
 
Questo tipo di cardo nasce, nei terreni sabbiosi tra Nizza Monferrato, Incisa Scapaccino e Castelnuovo Belbo. Generalmente, la semina, avviene nel mese di maggio. Manuale o meccanica, si effettua, verso la metà di maggio, in pieno campo in ragione di 6- 8 kg di seme per ettaro, collocato alla profondità di 3-4 cm. Nella semina di precisione, la quantità di seme può ridursi considerevolmente. La distanza tra le file è di 100-180 cm, mentre quelle tra le piante è di 20-40 cm. Si raccolgono a ottobre e diventano "Gobbi", grazie ad una particolare tecnica di coltivazione. Non hanno bisogno di irrigazione, non si concimano e non si trattano. Nel mese di settembre, quando sono già alti e rigogliosi, sono piegati e ricoperti di terra. In questo particolare momento, tentano di liberarsi per ritrovare la luce. Si gonfiano e si incurvano, trasformandosi in "cardi gobbi". Perdono la loro clorofilla, diventando bianchissime e tenere. Dopo un mese circa, l’imbianchimento è compiuto. I cardaroli, li dissotterrano, eliminanando le foglie esterne e delle coste rovinate con la purinetta (roncola lunga e sottile) , si tiene il cuore.
Generalmente i cardi si mangiano cotti. Solo il Cardo Gobbo di Nizza Monferrato, può essere gustato crudo. E' uno degli ingredienti fondamentali di uno dei piatti simbolo della gastronomia piemontese, la bagna cauda, salsa bollente a base di aglio, olio extravergine e acciughe. I cardi gobbi, si possono cucinare ripieni, fritti, nelle zuppe. A Nizza Monferrato esiste la Confraternita della bagna cauda e del cardo gobbo.
Storicamente, le prime tracce del cardo sono state trovate in Etiopia, in Egitto. Dal Nord Africa, cardo e carciofo, si sono diffusi in tutti i Paesi del Mediterraneo. Fin da tempi antichissimi, germogli e semi di cardo servivano per produrre il caglio dei formaggi. Nel '500 si trovano le prime tracce della sua presenza in cucina, cotto nel brodo di cappon grasso. Nel '700 il "Cuoco Piemontese", cita la ricetta più classica a base di cardi: "Si fa bollire dell’olio, aglio e sale, si stempera dentro delle acciughe, ed in questa salsa calda si bagna il cardo". Nell’Ottoce,nto, il cardo gobbo di Nizza Monferrato si diffonde nei terreni sabbiosi del Belbo. Attualmente, esiste una Associazione di Produttori del Cardo Spadone Nicese che, ha come scopo quello di promuovere e migliorare la coltivazione della pianta nella sua zona di produzione, di favorire ricerche per il miglioramento qualitativo e di valorizzare il prodotto mediante l’adozione di un marchio di qualità. Alcuni anni fa, i cardaroli erano pochi e malpagati. Il cardo gobbo di Nizza Monferrato era un prodotto straordinario, ma raro. Così è stato fra i primi ad avere bisogno di un intervento concreto. Il Presìdio, ha stilato un disciplinare. E' consentito soltanto l’utilizzo della varietà Spadone, la migliore e la più tradizionale e non è previsto nessun fertilizzante chimico, nessun tipo di erbicida o di antiparassitario chimico.
 
Il Cardo Gobbo di Nizza Monferrato (Foto www.langhe.net)
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