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Organalia a Pianezza con Bruno Bergamini

Musica & Live
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Grande festa a Pianezza per l’inaugurazione, venerdì 23 giugno, a Pianezza, dopo il restauro, dell’Organo Serassi costruito nel 1790 e ora, dopo i diversi interventi succedutasi negli anni, restaurato dalla ditta F.lli Marzi.

L’Organo Andrea e Giuseppe Serassi (1790)

Lo strumento, collocato in controfacciata, sopra la bussola d’ingresso, è dotato di un solo manuale con 54 tasti (DO1 - FA5) e di una pedaliera a leggio di 17 pedali con 12 note reali. Tra i registri caratteristici di questo strumento figurano i campanelli e la banda turca (grancassa + sistro + piatti). Viene inaugurato questa sera dopo i lavori di restauro eseguiti dalla ditta organara Fratelli Marzi di Pogno (NO).

Bruno Bergamini

Nato a Torino nel 1960, dopo aver conseguito i diplomi in Organo e Musica Corale ha seguito corsi e masterclass con grandi interpreti (C.Rousset, L.Robilliard) ed approfondito lo studio della Composizione con Giulio Castagnoli. Dal 1979 è titolare dell’organo Vegezzi-Bossi-Elice e direttore del coro del Santuario di San Pancrazio in Pianezza (TO). È stato docente presso la Scuola Diocesana di Musica Sacra e presso i Corsi di Formazione Musicale della città di Torino. Ha iniziato molto presto la sua attività di concertista, affiancandola a quella di compositore e direttore di coro. Alcune sue composizioni sono state pubblicate o commissionate ed eseguite in prestigiose rassegne musicali (Teatro Nuovo di Torino, Accademia Sabauda, Internationale Orgelkonzerte München, Matinée di Locarno ecc.). L'attività di concertista lo ha portato in tutta Italia e in varie nazioni europee (Germania, Spagna, Svezia, Svizzera, Polonia). Da sempre appassionato studioso degli autori e del repertorio italiano ha al suo attivo numerosi concerti specialistici o monografici. Il suo CD sulla musica italiana nel ‘700 (Fonola 1999) ha ricevuto il massimo punteggio di critica dalla rivista specializzata Amadeus.  

Il Maestro Bruno Bergamini ha preparato un programma apposta per l’occasione:

 

Baldassarre Galuppi (1706 - 1785)  

Sonata VII in sol minore

(dal manoscritto di Brescia) 

Largo–Presto–Allegretto

 

Giovanni Morandi (1777 - 1856)

Elevazione

 

P. Davide da Bergamo (1791 – 1863)

Sinfonia col tanto applaudito inno popolare

 

Giovanni Cagliero (1838 - 1926)

Pastorali III - VIII, da “Nove Pastorali”

 

Giovanni Battista M. Pelazza (1847 – 1936)

Da 12 Suonate su varii tuoni:

Suonata in Mib

Suonata in Fa

Adagio per l’Elevazione

Suonata caratteristica in Re

Marcia finale in Sol

 

Ed è proprio Bergamini a spiegarcelo:

«Il programma si presenta come una breve antologia di composizioni organistiche, tutte destinate alla liturgia (unica eccezione la sonata in sol min di B. Galuppi), di autori attivi nel nord Italia dal periodo Classico a quello precedente la riforma ceciliana. 

La VII, dalle 12 sonate custodite manoscritte a Brescia (biblioteca del conservatorio / fondo Soncini), di Baldassarre Galuppi apre questo momento di ascolto; La tonalità di sol minore ispira all’autore un brano dal carattere decisamente drammatico. Strutturato in 3 movimenti, ad un solenne I movimento (largo) che già preannuncia chiari influssi “Sturmer”, segue una fuga (presto) in cui sono molto riconoscibili le tipiche caratteristiche dello stile veneziano settecentesco dove il contrappunto si alterna ad episodi tipicamente cembalistici. La sonata si chiude con un allegretto dal carattere vivace ma permeato da una costante vena malinconica.

Con Giovanni Morandi, figlio d’arte (suo padre Pietro fu allievo di Padre Martini, organista a Pergola e Senigallia nonché stimatissimo compositore), ci troviamo di fronte ad una delle più importanti figure del nostro’800 organistico. Significativo l’episodio in cui il giovane Rossini, ospite di Morandi a Venezia, dovette ricorrere all’aiuto del maestro per la revisione dell’opera “La cambiale di Matrimonio” che poi ottenne un notevole successo. Questa Elevazione è un fulgido esempio di nobilissima e altamente ispirata scrittura musicale da affiancare ai più grandi capolavori del primo ‘800 italiano.

Padre Davide da Bergamo fu valente ed apprezzato organista, compositore e collaudatore di organi. Sinfonie, concerti per i vari registri (o strumenti) dell’Organo, Fantasie, Andanti e Adagi, Pastorali, Suonate marziali, Versetti e ancora: Messe, Vespri, Inni Responsori del S. Natale e Settimana Santa sono le forme più usate da questo fecondo quanto straordinario musicista. Scrive il Padre Superiore del Convento di S. Maria di Campagna nelle sue Memorie: “Nell’archivio di P. Davide si trovarono meglio di duemila e seicento pezzi musicali: cinquecento dei quali di canto; ed un tal numero, tutto che sterminato, posso senza esagerazione affermare che non comprende la metà delle composizioni, ch’egli ebbe scritta nella lunga e laboriosa sua vita”. 

La musica di P. Davide fu indubbiamente influenzata dal gusto operistico orchestrale dell’epoca in cui visse. Scriveva musica con impiego di campanelli, grancassa, tamburo, trombe e altri registri simili e la sua fu certamente la figura più nota di quel particolare periodo della musica sacra ed organistica italiana, tra la prima e la seconda metà del secolo XIX.  Non va dimenticata l’opera assidua di collaudatore di organi: la sua fama lo faceva richiedere dalle Chiese più prestigiose, desiderose di ottenere le eccezionali prestazioni del noto organista. La Sinfonia col tanto applaudito inno popolare è una delle sue composizioni più note. La struttura Adagio – allegro bitematico presenta la tipica forma della sinfonia italiana praticata anche dagli operisti di quel periodo. È una composizione celebrativa e nel secondo tema dell’allegro si potrà chiaramente riconoscere l’inno Asburgico in omaggio all’imperatore d’Austria, allora regnante nel Lombardo-Veneto.

Di Giovanni Cagliero, nativo di Castelnuovo (AT), sacerdote e, poi, cardinale, allievo prima di Don Bosco, poi di Callisto Cerutti, si conoscono le vicende di missionario e musicista; fondò case salesiane in America Latina, Francia, Belgio e Spagna. Don Bosco scelse la sua Messa Funebre a 3 voci per i funerali di Carlo Alberto. Notevole la sua produzione sacra (pare fosse apprezzata anche da Giuseppe Verdi) quasi tutta fortemente legata alla musica per il teatro; tuttavia non mancano esempi di mirabile scrittura contrappuntistica, ad esempio l’antifona “Sancta Maria succurre miseris” a sette voci a cappella. Per organo ci ha lasciato soltanto una raccolta di Nove Pastorali caratterizzate da una grande freschezza e genuinità. 

Uno dei musicisti più singolari della II generazione dell’’800 organistico italiano che precede la riforma ceciliana, fu Giovanni Battista Maria Pelazza che, svincolandosi in parte dallo stile operistico, inserì nella sua musica linguaggi nuovi, in parte presi a prestito da personaggi quali Johann Strauss, Jacques Offenbach, Franz Von Suppé ecc., ma rielaborati dalla sua fortissima personalità. Anche nella sua produzione non mancano esempi di magistrale uso del contrappunto, ma la caratteristica predominante dell’opera di questo autore è sicuramente la grande invenzione melodica e la forza ritmico-armonica derivata dal gusto per la danza.

Dal volume “12 suonate sui varii tuoni” di recentissima ristampa a cura di Bruno Bergamini (Armelin OIO290, Padova 2017) verranno eseguiti cinque brani che permetteranno di avere una visione sufficientemente ampia delle caratteristiche estetiche di questo particolare quanto geniale musicista. Saremo accompagnati, con il suono dell’organo, a sentire i vari profumi della musica della belle époque: dall’aria d’operetta all’ouverture sinfonica, dalla romanza da camera ai balli viennesi (Bruno Bergamini)».

 

 

Fotografie: Organalia.

© Giulio Steve, 2017.

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