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Agricoltura: Coldirettinews 12/03/2021

Agricoltura
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Tutte le news di agricoltura con la collaborazione di Coldiretti Piemonte e delle sedi provinciali della nostra Regione. 12 aprile 2021. Dl Sostegni: garantire risorse a filiere in crisi.Coldiretti Asti: prima troppo caldo, poi troppo freddo, hanno causato i danneggiamenti su frutta e ortaggi. Recovery Plan: patto Coldiretti e Regioni del Bacino Padano contro polveri sottili. Coldiretti Cuneo: la Regione attivi le formule di sostegno alle imprese.

DL SOSTEGNI, COLDIRETTI CUNEO: GARANTIRE RISORSE A FILIERE IN CRISI

1 azienda agricola su 5 è in crisi per la chiusura della ristorazione. Urgente proroga dello stop alle rate dei mutui

È importante aver ottenuto il taglio del costo del lavoro ma occorre rafforzare le misure di sostegno all'agricoltura nei settori che hanno avuto perdite più rilevanti come quello dell'allevamento, dell'agriturismo, del vino e della birra ma anche promuovere l'economia circolare. È quanto ha chiesto Coldiretti all'audizione sul DL Sostegni alla Commissione Bilancio del Senato proprio in occasione della diffusione dei dati Istat dai quali emerge che più di quattro aziende agricole su dieci (40,8%) non hanno ricevuto alcun tipo di sostegno economico. La Coldiretti ha chiesto anche la proroga della sospensione delle rate di mutui bancari ed ha formulato al Ministero delle Politiche Agricole una proposta per il riparto del fondo filiere, a favore dei settori più danneggiati.

Su quasi una azienda agricola su cinque (18%) pesa la riduzione della domanda di prodotti provocata soprattutto dal crollo del turismo e dal taglio degli acquisti da parte dei bar, ristoranti, agriturismi e pizzerie costretti alla chiusura. È quanto emerge dall'analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi al periodo compreso tra il 2020 e il 2021. Tra le preoccupazioni – sottolinea la Coldiretti - emerge anche l'impatto dell'aumento dei costi di produzione (7,5%) che riguarda le materie prime, dai prodotti energetici agli alimenti per il bestiame, mentre il 6,9% segnala la mancanza di liquidità per fare fronte alle spese correnti. Uno scenario preoccupate con il 9,5% delle aziende agricole che ritiene che non sia possibile tornare alla situazione antecedente all'emergenza Covid.

"Nonostante le difficoltà durante la pandemia – fa notare Roberto Moncalvo, Delegato Confederale Coldiretti Cuneo – le nostre imprese non hanno comunque mai smesso di lavorare per garantire la continuità delle forniture alimentari sugli scaffali di negozi e supermercati e consentire quindi alle famiglie di fare la spesa. L'emergenza globale provocata dal Covid ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza e ora, per cogliere l' opportunità storica del Recovery Plan, abbiamo elaborato e proposto per tempo progetti concreti immediatamente cantierabili per l'agroalimentare con una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale in grado di offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni. È necessario cercare  di far ripartire tutti i settori il prima possibile, in totale sicurezza, ma, allo stesso tempo è fondamentale sostenere con misure adeguate le imprese agricole del nostro territorio ed insieme ad esse l'intera economia provinciale e l'occupazione.

"Sono più di 4000, tra indotto e filiera, le aziende che in Granda – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo –   operano nel settore di ristorazione e turismo. Dalla carne, ai salumi, dal vino ai formaggi sono diversi i prodotti alimentari cuneesi di eccellente qualità che trovavano sbocco principalmente nella ristorazione. Ora è fondamentale riuscire a salvare la stagione estiva.


GELATE, COLDIRETTI CUNEO: LA REGIONE ATTIVI URGENTEMENTE FORMULE DI SOSTEGNO PER LE IMPRESE

Oltre allo stato di calamità naturale si attivino urgentemente formule di sostegno per le imprese. Danni fino al 100% per kiwi e albicocche e del 50% per il Nebbiolo

Da Nord a Sud del Piemonte, con le temperature che per molte ore sono state sotto zero, a soffrire sono state particolarmente le colture frutticole, orticole, piccoli frutti e quelle viticole a macchia di leopardo. In particolare difficoltà kiwi, albicocche, pesche e ciliegie, ma anche melo e pero. È quanto evidenzia Coldiretti che continua, attraverso i tecnici, a monitorare costantemente la situazione per una stima certa dei danni.

“A fronte di questa situazione – spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – oltre  allo stato di calamità naturale, come abbiamo già chiesto, è necessario che la Regione attivi tutte le formule a disposizione per sostenere concretamente le imprese che hanno subito gravi danni alle colture. Nello specifico, lo sgravio contributivo, la cassa integrazione per i dipendenti delle imprese agricole e l’indotto, le agevolazioni sui parametri assicurativi, oltre  a  garantire, nel più breve tempo possibile, i rimborsi arretrati della Misura 17 del PSN”.

“Inoltre – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – si deve affrontare il tema assicurazioni. Le aziende hanno notevoli difficoltà a tutelarsi contro il rischio gelo, specialmente per quello primaverile, poiché le assicurazioni hanno costi e franchigie altissime.  I meccanismi poi sono molto complessi, basti pensare al periodo di carenza di 12 giorni. Stiamo lavorando affinché le compagnie semplifichino le proprie procedure perché anche per effetto dei sempre più significativi cambiamenti climatici, non si può più fare a meno di assicurare le proprie produzioni nell’interesse delle imprese, oltre che di tutta l’economia generata a beneficio del territorio.


C’è apprensione per i danni alle colture causati dalle gelate di questi giorni

Coldiretti Asti: prima troppo caldo, poi troppo freddo, hanno causato i danneggiamenti su frutta e ortaggi

Occorrerà vedere il decorso stagionale per valutare l’eventuale riduzione dei raccolti su nocciolo e vite

I tecnici di Coldiretti Asti sono al lavoro per valutare i danni e gli interventi agronomici da effettuare in seguito al repentino abbassamento delle temperature verificatosi in questi giorni. Le segnalazioni sono state raccolte un po’ su tutta la provincia, con gelate più o meno consistenti e temperature scese abbondantemente sotto lo zero, in molti casi dai meno 3 ai meno 5 gradi, fortunatamente più raramente fra i meno 7 e i meno 9.

«Oltre alle basse temperature – rileva il vicedirettore di Coldiretti Asti, Luigi Franco - sicuramente sotto alla media, il fenomeno dei danneggiamenti da gelate oltre alla rigidità del tempo è ascrivibile al precoce andamento della campagna agricola. Purtroppo, in alcuni areali, un germogliamento anticipato dalle alte temperature registrate in queste ultime settimane, ha esposto le colture all’inevitabile stress per le gelate».

La frutta, come pere, mele, albicocche, pesche e ciliegie, sono state le colture maggiormente esposte e su cui si temono maggiori danni, per il nocciolo in diverse situazioni è già evidente il danno elevato sulla vegetazione, per il vigneto si evidenziano problemi alle barbatelle su impianti realizzati recentemente. «In questi casi di danneggiamento da freddo su piante arboree e arbustive – rileva il responsabile del servizio di assistenza tecnica di Coldiretti Asti, Antonio Bagnulo – si può meglio rilevare l’entità definitiva sulle varie colture soltanto con il passare dei giorni, osservando l’intensità e la diffusione degli imbrunimenti su foglioline, germogli e fiori, più avanti si potranno valutare le conseguenze sulla fruttificazione. In ogni caso sono già da mettere in preventivo i maggiori costi per gli orticoltori, per il riscaldamento delle serre e il rafforzamento delle protezioni. Sotto ai tunnel non riscaldati sono a rischio le colture a frutto, mentre non dovrebbero aver subito danneggiamenti quelle a foglia. Per gli ortaggi presenti fuori serra invece, se non si è provveduto in qualche modo alla loro preventiva protezione, negli appezzamenti più esposti alle correnti fredde il danno arriva al 100% dei prodotti».

«Fra i rilievi effettuatati – sottolinea ancora Luigi Franco – risultano maggiormente esposte le colture ubicate a metà collina. In linea generale, ad altitudini sopra ai duecento metri, le temperature sono risultate più miti, mentre alle basse altitudini le piante non erano ancora germogliate. Trovandoci ancora ad inizio stagione, scongiurando altri abbassamenti improvvisi delle temperature, speriamo in un parziale ricupero dei raccolti con l’entrata in funzione delle gemme dormienti».

«I nostri tecnici – rassicura il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia – restano in stato di allerta e proseguono nei sopralluoghi, pronti ad accogliere ogni necessità dei produttori da un lato e nel rilevamento delle casistiche dall’altro, anche in prospettiva di un eventuale attivazione di interventi di soccorso».

«La nostra impressione – conclude il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – è che questo sia anche l’esito dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Proprio a fronte di questa situazione, chiediamo alla Regione di attivare lo stato di calamità naturale».


Promuovere economia circolare in un piano nazionale per transizione ecologica

Recovery Plan: patto Coldiretti e Regioni del Bacino Padano contro polveri sottili

In campo gli strumenti necessari per aiutare le aziende ad affrontare il processo di innovazione

Un patto tra Coldiretti e Regioni per ridurre l’inquinamento da polveri sottili promuovendo progetti di economia circolare da inserire nel Recovery Plan e in un piano nazionale per la transizione ecologica.

E’ il risultato dell’incontro tra Coldiretti e le Regioni del Bacino Padano per valorizzare il ruolo delle campagne e degli allevamenti nella lotta allo smog, dopo il deferimento dell’Italia da parte della Commissione Europea per il mancato rispetto dei valori limite di sostanze inquinanti, che rischia di tradursi in pesanti sanzioni economiche.

All’incontro erano presenti il presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo, il delegato Confederale, Bruno Rivarossa, e per la Regione Piemonte il vicepresidente, Fabio Carosso, e l’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa.

“L’agricoltura italiana contribuisce per appena il 7% alle emissioni inquinanti ma nonostante ciò ci sono ancora margini per rendere i nostri allevamenti ancora più green con impianti in grado di produrre energia pulita e fertilizzanti naturali per le produzioni biologiche e tradizionali, in un’ottica di economia circolare – affermano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo -. Serve estendere un Piano di sviluppo nazionale di transizione ecologica per le Regioni a vocazione zootecnica per aiutare le imprese ad acquistare i macchinari e a fare un posizionamento comune per il Ministero della transizione ecologica per avere adeguata attenzione nel Recovery Plan. Dobbiamo mettere in campo gli strumenti necessari per aiutare tutte le nostre aziende, a prescindere dalle dimensioni, per affrontare il processo di innovazione e di maggiore sostenibilità e garantire omogeneità delle misure sulla lotta all’inquinamento, assicurando l’efficienza dei risultati e salvaguardando la competitività delle imprese. L’agricoltura del Bacino Padano riveste un ruolo fondamentale per il Made in Italy agroalimentare, dalla produzione delle Dop più note all’export, fino all’impatto occupazionale.”


* Fonte e Ph. Coldiretti Piemonte

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