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Agricoltura: Coldirettinews 11/02/2021

Agricoltura
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Tutte le news di agricoltura con la collaborazione di Coldiretti Piemonte e delle sedi provinciali della nostra Regione. 11 febbraio 2021. Sabato al Mercato Coperto i dolci protagonisti del Carnevale e della festa degli innamorati. San Valentino: sei fortunato in Amore? Scoprilo con i biscotti di Campagna Amica. Week end di menu speciali negli agriturismi Terranostra nel rispetto delle regole anti contagio. Verrua Savoia: branco di 15 cinghiali devasta irrimediabilmente un'asparagiaia. Dopo grano e mais ora attaccano le colture orticole. In provincia di Alessandria crescono gli ettari coltivati ma il mercato soffre l’import. Giornata legumi, da fagioli a ceci volano consumi con emergenza Covid, è + 15% Tre piatti di fagioli, lenticchie e ceci su quattro consumati in Italia sono in realtà stranieri.

Sabato al Mercato Coperto i dolci protagonisti del Carnevale e della festa degli innamorati. San Valentino: sei fortunato in Amore? Scoprilo con i biscotti di Campagna Amica. Week end di menu speciali negli agriturismi Terranostra nel rispetto delle regole anti contagio

“Cibo, maschere e… Amore”. Quello che sta per arrivare sarà un week end dolcissimo e Campagna Amica si prepara a festeggiare gli innamorati e il Carnevale con gustosissimi dolci della tradizione che sapranno conquistare tutti  i palati.

Cuochi contadini all’opera, dunque, per stupire con la rivisitazione dei grandi classici come le frittelle, farcite o vuote, oppure i biscotti dedicati alla festa più romantica dell’anno.

E per scoprire se si è “fortunati in amore” sarà sufficiente acquistare i biscotti di Campagna Amica creati apposta per l’evento, naturalmente a forma di cuore, cercare nel sacchetto e verificare se siamo stati baciati dalla dea bendata.

L’appuntamento è per sabato 13 febbraio 2021 dalle 8 alle 13 al Mercato Coperto di Campagna Amica in via Guasco ad Alessandria.

Sarà l’occasione anche per  gustare le tipiche bugie e le frittelle calde, dolci protagonisti dei colori e dei profumi del Carnevale da tutti conosciuti ed apprezzati in questo periodo dell’anno.

“Invitiamo i consumatori al mercato coperto di Campagna Amica dove sarà possibile non solo degustare o acquistare le bugie ma anche trovare tutti gli ingredienti per realizzare i dolci di Carnevale o di San Valentino direttamente a casa come farina, zucchero, burro, miele e uova con i quali è possibile fare un’ottima figura seguendo i suggerimenti dei cuochi contadini – hanno affermato il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo -. La preparazione casalinga offre la possibilità di assicurarsi la qualità e la freschezza degli ingredienti, che fanno la differenza sul risultato finale, dolci della tradizione contadina che nulla hanno a che fare con i prodotti industriali low cost”.

San Valentino fa l’occhiolino alle tendenze green con un ritorno all’acquisito floreale ma non solo, anche tanti prodotti a km0 per realizzare ricette piccanti in occasione della festa degli innamorati: 8 persone su 10 (82%) ritengono che con l’emergenza Covid sia importante sostenere l’economia e l’occupazione anche nel momento di fare la spesa e la festa di San Valentino è il primo tradizionale appuntamento per far ripartire gli acquisti non solo del settore florovivaistico.

Una “mobilitazione” per l’appuntamento del week end con gli agriturismi che propongono menù speciali per gli innamorati.

“Anche in tempo di Covid i nostri agriturismi, in totale sicurezza, saranno in grado di offrire un pranzo romantico del resto, nelle nostre campagne nascono prodotti considerati come elisir naturali dell’amore, come il peperoncino e lo zafferano che potranno dar vita a tante gustose ricette – ha aggiunto Stefania Grandinetti Presidente Terranostra Alessandria –. Sostenere il turismo in campagna significa evitare il pericoloso rischio di affollamenti in città offrendo quel contatto unico con la natura che la clientela richiede, vero valore aggiunto delle nostre strutture”.

“Auspichiamo presto la possibilità di riapertura per la cena che vale per i nostri agriturismi l’80% del fatturato, alla luce delle importanti misure di sicurezza adottate, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi e la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente”, hanno concluso Bianco e Rampazzo.


Verrua Savoia: branco di 15 cinghiali devasta irrimediabilmente un'asparagiaia. Dopo grano e mais ora attaccano le colture orticole 

In località Benne (Verrua Savoia), è presente un branco di quindici cinghiali che, di notte, sta recando ingenti danni a un'asparagiaia dell'azienda agricola Valter Olivero. L'asparago ha un ciclo colturale poliannuale e le radici estirpate dai cinghiali non produrranno mai più.

Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, afferma: «I cinghiali per l'agricoltura sono la principale emergenza della collina chivassese. Negli ultimi cinque anni il problema è diventato esponenziale. Se parliamo del numero di domande presentate dalle aziende agricole della zona abbiamo avuto l'apice nel 2019, con un +50 per cento, rispetto al 2018. Il ricorso al Tar, Tribunale amministrativo regionale, vinto dagli animalisti nel 2019 ha sospeso gli interventi dei selecontrollori per quasi un anno, portando alla proliferazione della specie».

Il presidente di Coldiretti Torino aggiunge: «I cinghiali non sono come quelli di 20-30 anni fa che raggiungevano le dimensioni di 40-50 chilogrammi e si limitavano a una cucciolata l'anno. Oggi si sono adeguati e hanno colonizzato i nostri territori, dove si alternano campi coltivati e ampi boschi. Attualmente ci troviamo davanti ad animali che superano i 100 chilogrammi di peso e si riproducono con 2-3 cucciolate all'anno, arrivando a partorire anche cinque nuovi esemplari per nidiata. Il numero dei cinghiali: questo è il problema principale di questo areale perché, specialmente le aziende zootecniche che impiegano le produzioni per alimentare i loro animali hanno smesso di coltivare mais e soia, preferendo acquistarla così almeno sanno quanto vanno a spendere. Seminare queste colture per farsele distruggere dai cinghiali è cosa non opportuna. I coltivatori vogliono portare a casa i raccolti e non coltivare i danni».

Andrea Repossini, direttore Coldiretti Torino, aggiunge: «Con l'ultima approvazione del nuovo piano per gli abbattimenti dei cinghiali della Regione Piemonte, gli  agricoltori provvisti di porto d'armi, dietro la frequentazione di corsi specifici, possono cacciare i cinghiali sui terreni di loro proprietà. L'approvazione del Piano ha fatto sì che negli ultimi due anni non ci siano più stati ricorsi al Tar. Nonostante gli abbattimenti di cinghiali eseguiti negli ultimi due anni, il problema rimane. Una emergenza che non riguarda solo le aziende agricole, ma sta diventando anche un problema di sicurezza, per i numerosi incidenti stradali degli ultimi mesi».

Giancarlo Chiesa, segretario della Coldiretti della Zona di Chivasso, informa: «In queste settimane i danni dei selvatici sono a carico dei prati con la distruzione della cotica erbosa e dei cereali autunno vernini, frumento e orzo in particolar modo. Non trovando null'altro da mangiare i cinghiali si sono orientati sulle colture orticole invernali, arrivando a fare danni anche a quelle sotto tunnel. Nel chivassese ci sono cento aziende agricole produttrici di ortaggi a chilometro zero. Produzioni stagionali che le aziende in vendita diretta commercializzano nei mercati dei comuni della zona, fino ad arrivare al mercato dei contadini di Porta Palazzo. Non ultimo, l'attacco a un'asparagiaia nel comune di Verrua Savoia».

«Se i cinghiali distruggono un'asparagiaia – puntualizza Giancarlo Chiesa – la perdita colturale non è solo di un anno, come per esempio potrebbe accadere con un campo di insalata o peperoni, ma provoca un danno anche per gli anni futuri. Se il cinghiale entra in un'asparagiaia e grufola le radici, estirpandole, ci saranno ripercussioni produttive per tutti gli anni rimanenti della durata dell'asparagiaia, quindi per i prossimi 10-15 anni. Nel caso specifico di Verrua Savoia l'asparagiaia è di 5 anni, ciò significa che l'orticoltore ha coltivato il terreno ad asparagiaia per i primi tre anni senza poter raccogliere, bisogna infatti dare la possibilità alla giovane pianta di sviluppare le radici. L'anno scorso - quarto anno di impianto - ha iniziato a raccogliere asparagi per un mesetto in modo da non sfruttare troppo la pianta e, da quest'anno, taglierà i pregiati turioni per tutto il ciclo produttivo pari a 60 giorni, nei mesi di aprile e maggio. Questo significa che ai danni dei cinghiali sulle asparagiaie non è possibile trovare una soluzione: sono irrimediabili».

Andrea Repossini chiude così: «I danni nell'areale chivassese sono ingenti, per tanto a fronte di questa emergenza bisogna intervenire con provvedimenti ad hoc. Come Coldiretti abbiamo chiesto alla Città metropolitana di Torino di aumentare il numero delle guardie per gli interventi notturni di abbattimento che si dimostrano una misura efficace. La città metropolitana di Torino conta soltanto su tre guardie, molto poche rispetto a quelle di anni fa. Se riuscissimo almeno ad aumentarle per gli interventi notturni potremmo forse riuscire a dare ai nostri agricoltori la possibilità di vedere ridurre i danni alle loro colture».


In provincia di Alessandria crescono gli ettari coltivati ma il mercato soffre l’import. Giornata legumi, da fagioli a ceci volano consumi con emergenza Covid, è + 15% Tre piatti di fagioli, lenticchie e ceci su quattro consumati in Italia sono in realtà stranieri

I consumi di legumi sono aumentati del 15% con valori che vanno dal +12% per i ceci al +28% per i fagioli che si classificano come i più amati nell’anno del Covid.

E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Nielsen in occasione della Giornata Mondiale dei Legumi istituita dall’Organizzazione delle Nazione Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) come un'opportunità per aumentare la consapevolezza dei benefici dei legumi per la salute e per contribuire a sistemi alimentari sostenibili.

In provincia di Alessandria gli ettari coltivati a legumi, compresa la soia, sono 6.905 per una produzione totale di 187.363 quintali. 

“A far crescere la domanda di legumi – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco - è stata la svolta green nelle scelte di acquisto dei consumatori con la tendenza a mettere nel carrello cibi più salutari ma anche i lockdown che inducono a fare scorte di prodotti alimentari a lunga conservazione e la necessità di contenere i costi domestici con prodotti convenienti di alta qualità nutrizionale. Ad aumentare sono anche i prodotti trasformati a base di farina di legumi come biscotti, crackers, pasta e sostituti del pane”.

Sul fronte nutrizionale i legumi sono un’ottima fonte di proteine e di fibre alimentari, utili per regolare le funzioni intestinali e per il controllo dei livelli di glucosio e colesterolo nel sangue. Contengono di sali minerali, come ferro, calcio, potassio, fosforo e magnesio, vitamine del gruppo B e, quando sono freschi, anche vitamina C. Dal punto di vista ambientale le piante di legumi hanno un importante ruolo nella difesa della fertilità dei suoli grazie alla loro capacità di fissare l’azoto al terreno, riducendo l’uso di concimi chimici e contribuendo alla difesa delle acque e dell’ambiente.

“Le coltivazioni di legumi del territorio soffrono della pressione degli arrivi di prodotto a basso costo e ridotta qualità, magari favoriti dagli accordi commerciali, la produzione nazionale si è drasticamente ridotta rispetto al passato, accentuando la dipendenza dall’estero, nonostante una ripresa degli ultimi anni”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo.

In piena pandemia da Covid le importazioni di legumi in Italia hanno sfiorato i 389 milioni di chili in crescita del 27% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con il raddoppio dei ceci stranieri (+105%) e la corsa di lenticchie (+45%), fave (+23,5%), piselli (+20,8%) e fagioli (+23,5%) sulla base dei dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2020. Il risultato è che tre piatti di fagioli, lenticchie e ceci su quattro che si consumano in Italia oggi, sono in realtà stranieri, provenienti soprattutto da Paesi come gli Stati Uniti e il Canada dove vengono fatti seccare con l’utilizzo in pre-raccolta del glifosate secondo modalità vietate sul territorio nazionale.

Infatti, oltre il 90% delle lenticchie consumate in Italia sono straniere, soprattutto americane e canadesi.  Ma la dipendenza dalle importazioni è all’incirca della stessa percentuale anche per i fagioli, che  arrivano in gran parte dall’Argentina oltre che dal Nord America, del 70% per i piselli e di più del 50% per i ceci. Tra i paesi che esportano i loro prodotti in Italia ci sono anche il Messico, molti paesi del Medio Oriente e la Turchia attraverso la quale avvengono spesso triangolazioni. All’estero non vengono rispettate le stesse normative che vigono nel nostro Paese in materia di utilizzo di sostanze chimiche, come nel caso del glifosato, ma anche per quanto riguarda le condizioni di lavoro come per i fagioli dal messicani inseriti nella black list dal Ministero del Lavoro degli Stati Uniti nell’ultimo rapporto sullo sfruttamento del lavoro minorile.

“Occorre assicurare che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute. Ma occorre anche rivedere il meccanismo degli accordi che favoriscono l’arrivo di prodotti stranieri sulle nostre tavole dove vanno applicati tre principi fondamentali: parità delle condizioni, efficacia dei controlli, reciprocità delle norme”, hanno proseguito Bianco e Rampazzo.

Con l’82% dei consumatori che secondo l’indagine Coldiretti/Ixè preferisce comprare prodotti italiani per sostenere l’occupazione e l’economia nazionale in un momento particolarmente difficile per il Paese è necessario arrivare a una chiara indicazione di origine in etichetta che non è ancora obbligatoria per i legumi secchi o per quelli in scatola.

“Per non cadere nell’inganno del falso Made in Italy è necessario privilegiare legumi che esplicitamente evidenziano l’origine nazionale in etichetta, come avviene per Dop e Igp, o che si possono acquistare direttamente dagli agricoltori nei mercati di Campagna Amica”, hanno concluso Bianco e Rampazzo.


* Fonte Coldiretti Piemonte

 

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