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Agricoltura Coldirettinews - 9/09/2021

Agricoltura
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Tutte le news di agricoltura con la collaborazione di Coldiretti Piemonte e delle sedi provinciali della nostra Regione. 9 settembre 2021. Piano straordinario qualità aria: rivalutare con urgenza le limitazioni per garantire produzioni. COVID, COLDIRETTI CUNEO: CIBO DIVENTA PRIMA RICCHEZZA DEL PAESE. GRANO PIEMONTE: INIZIATO IL SECONDO ANNO DI SEMINE. Fauna selvatica: incidenti e devastazioni, problema sociale non solo dell’agricoltura.

Inaccettabile silenzio della Regione, 15 settembre sarà riattivato meccanismo a semaforo

Piano straordinario qualità aria: rivalutare con urgenza le limitazioni per garantire produzioni

L’agricoltura non può essere l’unico settore a dover sostenere il prezzo di tale processo

Il prossimo 15 settembre sarà riattivato il meccanismo a semaforo, introdotto con la Delibera del 26 febbraio 2021: Coldiretti chiede urgentemente una rivalutazione delle limitazioni previste.

“Con la riattivazione del sistema del semaforo a farne le spese sarà sicuramente, in modo più pesante di altri, il settore agricolo, motivo per cui è inaccettabile il silenzio della Regione, nonostante le nostre puntuali osservazioni sulla questione, presentate nei tempi dovuti”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Serve un’azione che sia coordinata con quanto adottato dalle altre Regioni del Bacino Padano. Le misure attualmente introdotte, infatti, rischiano di penalizzare le imprese agricole, sia in termini di gestione del ciclo produttivo che sul fronte della tenuta economica, in un periodo già fortemente condizionato da un andamento altalenante dei mercati, per effetto della pandemia.

“Non può essere l’agricoltura – ha continuato il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – praticamente, l’unico settore a dover sostenere il prezzo di tale processo quando, oltretutto, il comparto zootecnico, negli ultimi 30 anni, è stato capace di ridurre del 23% le emissioni di ammoniaca in atmosfera ed ha dimostrato di riuscire a soddisfare i target di contenimento delle emissioni. E’ imprescindibile una rivalutazione delle limitazioni, dunque, per poter garantire le produzioni del territorio alessandrino, fondamentali per la catena alimentare”.


COVID, COLDIRETTI CUNEO: CIBO DIVENTA PRIMA RICCHEZZA DEL PAESE

L’agroalimentare è settore traino per far ripartire l’economia

È svolta patriottica nei consumi alimentari degli italiani che hanno privilegiato sugli scaffali la qualità Made in Italy con un aumento degli acquisti familiari del +7,6% degli acquisti di prodotti che riportano in etichetta un legame con il Belpaese, come la bandiera tricolore, frasi e parole riferite al Made in Italy oppure una delle indicazioni geografiche europee di origine, come DOCG, DOP, DOC, IGP e IGT. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti nell’anno del Covid sulla base dei dati dell’Osservatorio Nielsen Immagino divulgata in occasione del Cibus, a Parma.

“Tra i prodotti in crescita nelle case degli italiani nell’anno del Covid – commenta Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – sono cresciuti diversi prodotti simbolo del Made in Piemonte tra cui latte, salumi, formaggi, uova, vino, farine, frutta e verdura. A contribuire a questo aumento anche la voglia di sostenere l’economia ed il lavoro locali nel tempo della pandemia. Una emergenza che  ha favorito scelte di acquisto più sostenibili con un vero boom dei prodotti green, dal biologico al chilometro zero direttamente dal contadino. Il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce nei piccoli borghi con meno di cinquemila abitanti che rappresentano una risorsa del Paese per ripartire dopo l’emergenza Covid”.

“L’agricoltura della Provincia di Cuneo – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – è ai primi posti in Europa per valore aggiunto ma è anche la più green e può contare sulla leadership indiscussa per la qualità alimentare e la Granda contribuisce a questa eccellenza con 11 produzioni a denominazione d’origine fra DOP e IGP, 18 DOC e DOCG che ricomprendono quasi 100 tipologie di vini, oltre a decine e decine di tipicità meno note ma di grandissimo valore, dalla carne ai formaggi all’ortofrutta, tutelando la biodiversità agricola ed investendo sulla distintività, condizione necessaria per distinguersi in termini di qualità delle produzioni ed affrontare così il mercato globalizzato. Un patrimonio minacciato  dalle imitazioni internazionali  per cui servono sistemi di etichettatura trasparenti sull’origine delle materie prime e che non siano ingannevoli e nello stesso tempo”.


GRANO PIEMONTE: INIZIATO IL SECONDO ANNO DI SEMINE

Il progetto di filiera per valorizzare il prodotto e garantire alta qualità, più sicurezza ai consumatori e il giusto prezzo ai produttori

Grano Piemonte, il progetto di filiera lanciato da Coldiretti Piemonte con il Consorzio Agrario del Nord-Ovest, dopo il successo della prima semina in campo della miscela, guarda ad ottobre per il secondo anno di semine e l’incremento delle quantità. Nato con l’obiettivo di rilanciare il comparto del frumento tenero piemontese, ha già raggiunto 5.000 ettari e oltre 300.000 quintali di miscela di grano 100% piemontese.

La Granda è particolarmente vocata alla produzione di frumento tenero con una superficie di circa 17.000 ettari e 934.000 quintali.

“Abbiamo voluto scommettere – spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – su questa progettualità innovativa e, grazie alle imprese che ci hanno creduto, dopo il primo raccolto, Grano Piemonte dà vita concretamente ad ottimi lievitati, pane e prodotti da forno. I consumatori, quindi, possono acquistare ed utilizzare nelle proprie cucine una farina 100% piemontese, una farina che viene da un grano di alta qualità e sicuro, non trattato con sostanze nocive e vietate dai regolamenti comunitari come buona parte del grano importato, per esempio, dal Canada e i produttori possono vedere remunerato il proprio lavoro con un giusto prezzo che tiene  conto dei costi di produzione”.

“Ancor più in questo momento storico – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – in cui la pandemia ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza, è necessario investire sui progetti di filiera che garantiscono la tracciabilità ai consumatori e una prospettiva di reddito alle imprese”.


“Stiamo valutando l’ipotesi di costituirci parte civile”, la situazione è insostenibile

Fauna selvatica: incidenti e devastazioni, problema sociale non solo dell’agricoltura

Con le associazioni dei Familiari e Vittime della Strada per far fronte a questa gravissima problematica

Fauna selvatica, escalation di incidenti e devastazioni: ai danni economici alle aziende agricole si sommano i rischi per l’incolumità pubblica.

La situazione è diventata insostenibile non solo nelle aree rurali, ma anche nelle città tanto che viene compromesso l’equilibrio ambientale degli ecosistemi territoriali con la perdita della biodiversità e sono in costante aumento  gli incidenti che mettono a rischio la sicurezza delle persone.

L’incidente avvenuto a fine agosto sulla strada del Colle della Maddalena dove un motociclista ha perso la vita a causa dall’attraversamento di un cinghiale è solo uno degli ultimi, con esito mortale, dovuti a questa grave problematica che registra ogni anno centinaia di feriti e gravissimi danni alle automobili e alle persone coinvolte. 

In provincia di Alessandria, i danni all’agricoltura causati da cinghiali ammontano a 529.706 euro, 81 sono gli incidenti stradali registrati nel 2020 (in Piemonte 1.100) e in soli cinque mesi, da gennaio a maggio 2021, sono aumentate del 63% le richieste di indennizzo dei danni da parte degli agricoltori.

“La situazione è sempre più grave, deve continuare l’impegno della Regione e delle autorità preposte per ridurre il numero di selvatici. In merito agli incidenti mortali, con i nostri legali e dialogando con le associazioni dei Familiari e Vittime della Strada, come Coldiretti Piemonte, stiamo valutando la possibilità e l’ammissibilità per poterci costituire parte civile al fianco della società che è sempre più coinvolta in questa gravissima problematica”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021, pubblicato dal Ministero della Salute.

“In gioco, ricordiamo, ci sono il futuro delle nostre imprese, la sicurezza dei cittadini e l’intero equilibrio ambientale di vaste aree territoriali, anche di zone ad elevato pregio naturalistico. Per questo è urgente che le istituzioni, dalla Regione Piemonte in primis, non tergiversino e attuino urgentemente delle misure necessarie per contenere la fauna selvatica che è di proprietà dello Stato e lo Stato non può creare disagio, pericolo e danni ai propri cittadini che deve, invece, tutelare”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo.

Una problematica la cui gravità sembra ancora non essere stata ben recepita da parte di tutti, nonostante i danni sempre più visibili nelle campagne, con scorribande di decine di esemplari sui terreni e la presenza dei cinghiali sulle strade urbane e sulle vie di comunicazione. Il mancato riscontro di una reale e completa percezione del fenomeno, rappresenta per il mondo agricolo, la classica beffa che si aggiunge al danno.

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%). Nel mirino finisce soprattutto la presenza eccessiva di cinghiali, che il 69% degli italiani ritiene essere troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati che si sono formati un’opinione.

Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali. Alla domanda su chi debba risolvere il problema, un italiano su 2 (53%) ritiene che spetti alle Regioni, mentre per un 25% è compito del Governo e un 22% tocca ai Comuni.


* Fonte e Ph. Coldiretti Piemonte

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