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Agricoltura: Coldirettinews 09/07/2021

Agricoltura
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Tutte le news di agricoltura con la collaborazione di Coldiretti Piemonte e delle sedi provinciali della nostra Regione. 9 luglio 2021. Maltempo: raccolti compromessi per frutta, vigneto, nocciole e ortaggi in pieno campo. GRANOPIEMONTE, COLDIRETTI CUNEO: PANE FRESCO 100% MADE IN GRANDA CON LA FARINA DEL PRIMO RACCOLTO. I cinghiali chiedono le chiavi della città. Nell’anno della pandemia +15% branchi.

Eventi climatici estremi hanno colpito a macchia di leopardo le coltivazioni della provincia

Maltempo: raccolti compromessi per frutta, vigneto, nocciole e ortaggi in pieno campo

Danni ingenti in un momento delicato per la raccolta mentre ci si avvicina alla vendemmia

Con le ultime bombe d’acqua, trombe d’aria e grandinate anomale che hanno investito a macchia di leopardo la provincia di Alessandria la conta dei danni è ingente per mais, soia, frutteti, vigneti, noccioleti e ortaggi in pieno campo. Una vera calamità in un momento particolarmente delicato per le coltivazioni agricole con la raccolte in corso mentre ci si avvicina alla vendemmia. In pochi minuti distrutto un intero anno di lavoro come è accaduto ieri pomeriggio nell’acquese, nel casalese e in Valcerrina. I paesi più colpiti Cartosio, Castelletto Merli, Cereseto, Gabiano, Ponzano Monferrato e Serralunga di Crea.

Si conferma così la tendenza al surriscaldamento con il moltiplicarsi di eventi estremi che hanno pesanti effetti sulla vita delle persone ma anche sulle attività produttive come l’agricoltura: in questa estate 2021 si contano fino ad ora già 149 eventi estremi secondo i dati dell’European Severe Weather Database (ESWD) e si registra una temperatura superiore di 1,5 gradi alla media storica classificandola fino ad ora dal punto di vista climatologico come la seconda più calda in Europa ed al quarto posto a livello mondiale.

“Per effetto dei cambiamenti climatici la produzione di frutta estiva ha subito cali nei raccolti stimati pari al 35% per le albicocche mentre per le pesche e nettarine si stima il raccolto più basso degli ultimi 30 anni con una produzione inferiore di quasi il 20% a quella già molto bassa dello scorso anno - ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Oltre alle strutture, si contano i danni alle colture proprio quando siamo in piena trebbiatura ed è nel vivo la stagione orticola, oltre ai vigneti in piena fioritura. L’agricoltura è, infatti, l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli”.

Il risultato sono pesanti danni alle coltivazioni con la perdita in molte aziende di un intero anno di lavoro, conseguenza dei cambiamenti climatici dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi che fanno registrare ingenti perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

“Parliamo di danni ingenti – ha aggiunto il Direttore di Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo - i nostri tecnici sono al lavoro per completare l’elenco delle aziende colpite. La grandine è l’evento più temuto dagli agricoltori in questo momento perché i chicchi si abbattono sui vigneti, sulle verdure e sui frutteti e spogliano le piante compromettendo i raccolti successivi, dopo un anno di lavoro. Nelle zone interessate dal maltempo sono particolarmente concentrate le coltivazioni di frutta, orticole e vigneti: in questo caso risulta fondamentale la protezione delle reti antigrandine che tuttavia non sono ancora sufficientemente diffuse”.

L’effetto dei cambiamenti climatici con l’alternarsi di siccità e alluvioni ha fatto perdere oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.


MALTEMPO, COLDIRETTI CUNEO: INGENTI DANNI A FRUTTA, ORTICOLI, SOIA, MAIS E GRANO

Violenta grandinata in Valle Po e impressionante tornado tra Cavallermaggiore e Marene. Fenomeni estremi dovuti ai cambiamenti climatici.

Anche la Granda è stata colpita ieri da bombe d’acqua, trombe d’aria e grandinate anomale che hanno investito a macchia di leopardo il Nord Italia facendo salire a milioni di euro i danni causati dal clima impazzito in questa estate 2021 bollente e siccitosa in cui si contano però fino ad ora già 149 eventi estremi secondo i dati dell’European Severe Weather Database (ESWD). È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento all’ultima ondata di maltempo che ha colpito soprattutto Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto devastando mais, soia, frutteti, vigneti pregiati e ortaggi in pieno campo con alberi sradicati e tetti scoperchiati. In Provincia di Cuneo, causati dall’impressionante grandinata (con chicchi di ghiaccio grandi come palle da ping pong) che ha raggiunto il massimo della sua violenza in Valle Po, si segnalano danni ingenti su tutte le specie frutticole nonostante molte coltivazioni fossero protette da reti antigrandine. Danni anche a orticoli, mais, soia e grano dove non era stato ancora mietuto. Tra Cavallermaggiore e Marene, ieri pomeriggio, si è generato un vero e proprio tornado che si è abbattuto su alcuni campi di mais.

“Una vera calamità – sottolinea Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo - in un momento particolarmente delicato per le coltivazioni agricole con la raccolte in corso mentre ci si avvicina alla vendemmia.  La grandine è l’evento più dannoso perché dove ha colpito ha distrutto in pochi minuti il lavoro di un intero anno. Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo”.

“L’effetto dei cambiamenti climatici – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – con l’alternarsi di siccità e alluvioni non impatta solo sul turismo ma ha fatto perdere oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”.


GRANOPIEMONTE, COLDIRETTI CUNEO: PANE FRESCO 100% MADE IN GRANDA CON LA FARINA DEL PRIMO RACCOLTO

Presentato ieri presso la Camera di Commercio di Cuneo il progetto della filiera per valorizzare il prodotto e garantire alta qualità, più sicurezza ai consumatori e il giusto prezzo ai produttori. Dopo un anno i primi risultati della nuova miscela di grano 100% piemontese: pane fresco con i primi 100 kg di farina per artigiani d’eccellenza del territorio

È stato presentato ieri, presso la Camera di Commercio di Cuneo, il progetto GranoPiemonte che scaturisce dalla lunga collaborazione tra aziende del territorio, Coldiretti Cuneo, Confartigianato Cuneo e Consorzio Agrario delle Province del Nord Ovest. Presente alla conferenza stampa anche il Sindaco e Presidente della Provincia di Cuneo Federico Borgna e il Presidente della Camera di Commercio Mauro Gola.

Ogni anno vengono realizzati dai tecnici Coldiretti e del CAP campi sperimentali di frumento tenero di prova di varietà per testarne l’adattabilità e la produttività in Provincia di Cuneo, al fine di indicare correttamente alle imprese agricole quelle varietà che meglio si adattano al campo ma che soprattutto permettono una buona resa all’imprenditore agricolo, sempre in un’ottica di rispetto dell’ambiente e di qualità del prodotto finito.

Raramente una singola varietà di grano contiene tutte le caratteristiche per poter produrre farine adatte ai vari utilizzi, pertanto i mugnai adottano dei miscugli di farine differenti al fine di garantire le produzioni finali legate alla nostra tradizione: panettoni, biscotti, colombe, pane, torte ecc.

Da questi ragionamenti nasce l’idea del GranoPiemonte, ovvero la coltivazione in campo di quattro varietà pre-miscelate (testate ed utilizzate sul territorio) sullo stesso appezzamento al fine di ottenere già in campo una miscela di grani per fornire una farina duttile a tutti gli usi a Km0, oltre che certificata. Un’opportunità per i consumatori di poter impiegare nelle proprie cucine farine prodotte sul proprio territorio o acquistare prodotti da forno dolci e salati trasformati dagli artigiani del territorio: una filiera che parte dal seme fino arrivare al prodotto finito da banco.

«Siamo partiti dal miscuglio di semi – illustra Tonino Gai, Presidente Consorzio CAP Nord Ovest – scegliendo quattro varietà, Ovalo, Orloge, Graindor e Giorgione, perché sono tipi frumento simili ma con caratteristiche diverse che se coltivati assieme sono in grado di offrire un’ottima resa produttiva, una buona resistenza alle patologie (riducendo il numero di interventi chimici), un colore bianco della farina ed una duttilità trasversale per tutti gli usi».

«Il progetto di filiera GranoPiemonte – spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale Coldiretti Cuneo – è di fondamentale importanza per due ragioni: la prima riguarda i consumatori che potranno acquistare ed utilizzare nelle proprie cucine una farina 100% piemontese, una farina che viene da un grano di alta qualità e sicuro, non trattato con sostanze nocive e vietate dai regolamenti comunitari come buona parte del grano importato, per esempio, dal Canada; la seconda, riguarda i produttori, che potranno vedere remunerato il proprio lavoro con un giusto prezzo che tenga conto dei costi di produzione in primis. Un altro tassello importante nell’impegno di Coldiretti di costruire percorsi virtuosi di filiera».

«Siamo convinti – conclude Luca Crosetto, Presidente territoriale di Confartigianato Imprese Cuneo – che lo sviluppo di questo progetto, nato grazie alla sinergia di Associazioni di Categoria, Camera di Commercio e aziende private, contribuirà non solo a valorizzare il nostro territorio, ma assumerà anche una valenza culturale, permettendo ai consumatori di essere sempre più consapevoli e informati. Va in questo senso il coinvolgimento dei panificatori artigiani, che hanno aderito al nostro disciplinare del “pane fresco”, e che nelle prossime settimane riceveranno 100 kg di farina prodotta da GranoPiemonte per “sperimentare” e valutare con mano la bontà e la resa del prodotto».

A macinare e trasformare il grano in una farina equilibrata per la panificazione e poi distribuirlo ai fornai associati a Confartigianato sarà il Molino Gaiero e Gabutti di Carrù.


In piazza Castello a Torino anche gli agricoltori alessandrini esasperati dalla situazione

I cinghiali chiedono le chiavi della città. Nell’anno della pandemia +15% branchi

L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici è un problema sociale, serve concretezza

Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto, proliferano, con un aumento del 15%, i cinghiali che sono arrivati ad essere 2,3 milioni in Italia ed invadono città e campagne causando un incidente ogni 48 ore con 16 vittime e 215 feriti.

E’ quanto emerge dalla stima di Coldiretti in occasione della protesta in piazza Castello, a Torino, che ha visto la partecipazione di una numerosa delegazione di agricoltori della provincia di Alessandria guidata dal Presidente provinciale Mauro Bianco e dal Direttore Roberto Rampazzo.

Sul palco assieme al presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo, al Delegato Confederale, Bruno Rivarossa, all’intera Giunta di Coldiretti Piemonte e a tutti i direttori delle federazioni provinciali, si sono uniti  il governatore Alberto Cirio, il vicepresidente Fabio Carosso, l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa,  i capigruppo e consiglieri  di maggioranza e minoranza con gli interventi di Paolo Ruzzola di Forza Italia, Paolo Bongioanni di Fratelli d’Italia, Monica Canalis del Pd, i cittadini, i Sindaci e le Istituzioni, oltre all’Associazione Familiari e Vittime della Strada con il presidente Giacinto Picozza.

Oltre un italiano adulto su quattro (26%) ha incontrato dal vivo un cinghiale con gli animali selvatici che dalle campagne hanno invaso città e luoghi di villeggiatura, tanto da diventare ormai ospiti fissi del paesaggio urbano. L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè. Un allarme condiviso dall’Autorità per la sicurezza alimentare Europea (EFSA) che ha lanciato un appello agli Stati dell’Unione Europea chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e realizzare una riduzione del numero di capi per limitare il rischio di diffusione di malattie come la peste suina africana (psa). Un allarme reale anche in Italia dove i cinghiali sempre più spesso razzolano tra i rifiuti delle città.

In Piemonte in soli 5 mesi, da gennaio a maggio 2021, sono aumentate del 63% le richieste di indennizzo dei danni da parte degli agricoltori, motivo per cui sono di assoluta priorità alcune azioni che abbiamo individuato e presentato alla Regione per garantire continuità alle aziende agricole e tranquillità ai cittadini.

Coldiretti Piemonte chiede che la Regione si coordini strettamente con lo Stato e operi in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali, affinchè:

  • le richieste di intervento degli agricoltori abbiano un riscontro immediato;
  • gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse Forze dell’Ordine, da guardie venatorie volontarie, da cacciatori e da altri proprietari o conduttori dei fondi iscritti ad un apposito elenco regionale;
  • il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio
  • la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza”.

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè “Covid e l’assedio dei cinghiali sul territorio” la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%). Nel mirino finisce soprattutto la presenza eccessiva di cinghiali, che il 69% degli italiani ritiene essere troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati che si sono formati un’opinione.

Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali. Alla domanda su chi debba risolvere il problema, un italiano su 2 (53%) ritiene che spetti alle Regioni, mentre per un 25% è compito del Governo e un 22% tocca ai Comuni.


* Fonte e Ph. Coldiretti Piemonte

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