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Agricoltura: Coldirettinews 11/05/2021

Agricoltura
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Tutte le news di agricoltura con la collaborazione di Coldiretti Piemonte e delle sedi provinciali della nostra Regione. 11 maggio 2021. Una filiera locale per le carni di cinghiali? Per Coldiretti Torino non è una priorità. Selvatici. Un invito a tornare alla realtà per definire azioni adeguate alla condizione insostenibile di saturazione. “Solo dal Cuore” a favore dell’Africa.

Una filiera locale per le carni di cinghiali? Per Coldiretti Torino non è una priorità

«Istituire una filiera tracciata di commercializzazione delle carni di cinghiali sul territorio? Non può essere la soluzione all'attuale emergenza cinghiali. Prima di pensare al cinghiale come risorsa meglio sarebbe impegnarsi per eliminarlo perché per gli agricoltori i selvatici sono una emergenza da affrontare e risolvere. Una volta per tutte». Fabrizio Galliati, presidente della Coldiretti di Torino,  commenta così la proposta di Marco Protopapa, assessore all'Agricoltura e cibo della Regione Piemonte che ha auspicato l'avvio di una filiera locale di qualità per la carne di cinghiali sull'intero territorio regionale".

Il presidente degli agricoltori torinesi aggiunge: «Nel tavolo convocato nei giorni scorsi dalla Prefettura di Torino la filiera per la carne di cinghiali non è sicuramente emersa come un obiettivo prioritario. Per questo è bene che la Regione Piemonte chiarisca la sua posizione in merito.  Noi diciamo subito chiaro che, per gli agricoltori, questa filiera non rappresenta una priorità. In questi mesi – come avviene ormai da troppi anni – in cui l'emergenza cinghiali e selvatici sta dilagando, proporre questa filiera significherebbe mandare un messaggio inaccettabile per gli agricoltori: dovete continuare a consentire ai cinghiali di prosperare ai danni delle vostre colture con la prospettiva che poi altri facciano reddito con i cinghiali uccisi, commercializzati nella ristorazione. Questo davvero non si può accettare».

Fabrizio Galliati precisa: «Il tavolo tecnico, convocato dalla Prefettura di Torino su nostra richiesta, sembrava partito bene. L'intento è quello di arrivare a proporre linee guida condivise per un obiettivo preciso: arginare il numero di cinghiali.  In questo ambito la proposta della filiera era stata ritenuta da quasi tutti i soggetti come un obiettivo a  bassa priorità. Invece la notizia, arrivata  a mezzo comunicato stampa, dell'assessorato all'Agricoltura sembra ribaltare le carte in tavola. Abbiamo  bisogno di conoscere cosa c'è dietro questa svolta».

«Gli agricoltori non ci stanno a correre il rischio di mantenere i cinghiali per sostenere una filiera di cui fanno volentieri a meno - chiude Fabrizio Galliati -. Per questo Coldiretti chiede di andare alla ricerca di altri strumenti per valorizzare diversamente il frutto degli abbattimenti selettivi dei cinghiali.  In questi anni non sempre i cacciatori hanno avuto un ruolo trasparente rispetto all'obiettivo di ridurre in modo significativo il numero di cinghiali. La proposta di questa filiera ha in sé il rischio che la parte venatoria continui a lavorare per mantenere alte le popolazioni dei cinghiali per poter avere i carnieri sempre ben forniti. Un rischio che gli agricoltori devono e vogliono evitare».


SELVATICI, COLDIRETTI CUNEO: INTERVENIRE SUL CONTENIMENTO INVECE DI PENSARE A FILIERE DELLE CARNI

Un invito a tornare alla realtà per definire azioni adeguate alla condizione insostenibile di saturazione

"Si intervenga in modo efficace e determinato per contenere il numero dei selvatici, invece di parlare di filiera delle carni di selvaggina. Questo pare un modo per non trovare una soluzione radicale al problema". È quanto evidenzia Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo nel commentare il comunicato stampa dell'Assessore regionale Marco Protopapa lanciato ieri, lunedì 10 maggio, in cui si ipotizza una filiera di qualità delle carni di selvaggina.

"La saturazione del nostro territorio è evidente e pensare a formule che parlano di valorizzazione del benessere animale riferito alla selvaggina, in quanto citando la frase stessa del comunicato 'le carni di selvaggina derivano da animali a vita libera, che si cibano spontaneamente di ciò che la natura offre e che non entrano mai in contatto con situazioni di stress', è perlomeno surreale  in quanto lascia intendere che, secondo la Regione, non sia vero come i selvatici distruggano le coltivazioni, ma, a parer loro, si cibano esclusivamente di ciò che la natura offre, come se – continua Moncalvo – i campi di mais e le produzioni orticole regionali crescessero senza il grande, difficile, faticoso ed insostituibile lavoro dell'uomo. Benessere animale insieme a sicurezza sanitaria ed alimentare sono portate dai nostri allevamenti controllati e certificati e non da animali veicolo di Peste Suina Africana ed altre malattie. Lasciamo poi perdere il timore che il comunicato riporta relativo alla preoccupazione per lo stress degli animali selvatici. Non ci sono parole per descrivere come si possa pensare allo stress di un cinghiale in confronto alla fatica, alla rabbia ed ai rischi che la società vive ed al vero stress che i nostri imprenditori sopportano nel vedersi quotidianamente distrutti i raccolti. Questo è lo stress che dovrebbe far riflettere e pensare Assessore e l'intera Giunta".

"Leggendo il comunicato – sottolinea Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – sembra di vivere sull'Isola che non c'è. Se le risposte alle nostre prese di posizione sono veramente queste, la nostra preoccupazione non può che aumentare. Un invito a tornare alla triste realtà è indispensabile per definire azioni adeguate rispetto ad una condizione di saturazione insostenibile". 


“Solo dal Cuore” a favore dell’Africa

Successo dell’iniziativa Donne Impresa Coldiretti per la festa della mamma

Sono stati consegnati ad Asti i cuscini a forma di cuore per sostenere il reparto di ostetricia di un ospedale in Sud Sudan

“Solo dal cuore” è stata l’iniziativa di Donne Impresa Coldiretti Piemonte svoltasi sabato scorso ad Asti in occasione della Festa della Mamma. Il mercato coperto contadino di Campagna Amica in corso Alessandria 271 è stato teatro della presentazione del progetto Rumbek insieme ai volontari del Cuamm Medici con l’Africa. In vendita, come in tutti i mercati d’Italia di Campagna Amica, c’erano i cuscini a forma di cuore realizzati dalle agrisarte di Sant’Erasmo con i tessuti Wax originali africani e stoffe italiane per una grande mobilitazione di solidarietà. 

«L’obiettivo del progetto – spiega Monica Monticone, responsabile Donne Impresa Coldiretti Asti – è quello di migliorare l’accesso e la qualità delle cure rivolte a tante donne, mamme e bambini, in particolare presso l’ospedale di Rumbek, in Sud Sudan, dove l’assistenza sanitaria è un diritto da promuovere ogni giorno. Attraverso la vendita di questi cuscini a forma di cuore abbiamo sostenuto la realizzazione di una zona ospedaliera per la maternità, una scuola per la formazione di ostetriche ed una casa d’attesa per le donne in procinto di partire».

«Nell’attività imprenditoriale agricola – sottolinea il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio - le donne hanno da sempre dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità. In questo caso si sono impegnate a favore delle mamme africane in stretta collaborazione con i volontari del Cuamm Medici con l’Africa».

«È stata costituita – aggiunge il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia - una fitta rete di imprenditrici in tutta Italia per sostenere il progetto “Prima le mamme e i bambini” dando così un segno tangibile, anche in un momento difficile come questo a causa della pandemia, della loro solidarietà e sensibilità oltre che della loro intraprendenza nel dar vita a nuove idee. Ringraziamo quindi Silvia Beccaria, responsabile di Donne Impresa Coldiretti Piemonte, per aver scelto Asti e il nostro mercato di Campagna Amica per promuovere questa importante iniziativa e con lei tutte le imprenditrici agricole piemontesi, anche perché il loro lavoro e il loro impegno rappresentano un tassello importante della nostra Organizzazione e dell’economia regionale».


* Fonte e Ph. Coldiretti Piemonte

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