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Cognazzo: Pietro Mascagni, organ transcriptions from italian operas

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Venerdì 29 giugno, alle ore 18, al Circolo dei lettori di Torino in via Bogino 9, ultimo dei tre appuntamenti con il maestro Roberto Cognazzo che farà ascoltare alcuni brani del suo nuovo CD edito dal Elegia Classics "Pietro Mascagni, organ transcriptions from italian operas" [Eleorg 18059] e, al pianoforte del Circolo, suonerà dei brani del compositore livornese.

Avevamo avuto occasione di sentire il M° la scorsa settimana, con le Overtures verdiane e i preludi le opere e i balletti, precedentemente il mese scorso abbiamo ascoltato i brani della Belle Époque. Le incisioni all'organo di Cognazzo pubblicate da Elegia Classics si può dire che contengano la sintesi di un po' tutta la sua carriera artistica cominciata da bambino con la richiesta al papà di poter avere un pianoforte. È un lontano ricordo, ma senza quell'episodio forse i fatti si sarebbero svolti diversamente. L'inizio fu sofferto, e il giovanissimo Roberto si vide buttare nel Po la sua collezione di Topolino, i primi numeri che oggi farebbero la gioia dei collezionisti. Non fu un inizio facile quindi, ma con l'impegno e lo studio, quel sogno di tanti anni prima si è potuto realizzare. Oggi quando ascoltiamo le musiche trascritte dal maestro che suona senza leggere lo spartito, la vista indebolita non lo permetterebbe, immediatamente veniamo, come per magia, proiettati in un altra epoca, quella dei grandi Rossini, Bellini, Donizetti, Mascagni e Verdi.

"L’ultimo clamoroso amore a prima vista (o meglio: al primo ascolto) tra musica e pubblico nella storia dell’opera italiana risale al 17 maggio 1890 quando al romano Teatro Costanzi (oggi Teatro dell’Opera) dinnanzi ad una platea non troppo folta (forse si cominciava a diffidare dalle novità non garantite da grandi firme) vennero presentati i tre atti unici selezionati dalla giuria di quel concorso, bandito dall’editore Edoardo Sonzogno che, in una passata edizione, aveva scartato (anche per la grafìa illeggibile) “Le Villi” pucciniane. Come tutti sappiamo, lo spettacolo vide il trionfale successo (sessanta chiamate) e l’ascesa dello sconosciuto Pietro Mascagni (un bel giovanotto livornese di ventisette anni) al Pantheon degli immortali. Tra l’esplosiva “Cavalleria Rusticana” ed il rassegnato “Nerone” del 1935 Mascagni, diede al teatro altre tredici opere nelle quali riversò fiumi di appassionate melodie. Ma a nessuna, almeno a quel tempo, toccò la fortuna del primo capolavoro. Soltanto di recente, superati i pregiudizi politici che avevano trasformato il geniale maestro in una specie di Duce musicale del ventennio, Mascagni è stato, per così dire, sdoganato con relativa fioritura di studi (la monumentale monografia di Cesare Orselli), riprese di opere da troppo tempo accantonate e, per venire a noi, incremento di Cd e video, impensabile sino ad ora. In questa registrazione sono raccolte varie pagine sinfoniche e sinfonico-corali, peraltro mai uscite dal repertorio, rivisitate attraverso la sterminata tavolozza sonora del grandioso organo Carlo Vegezzi Bossi 1884, già presente in questa collana. Muovendo, per l’appunto, dalla fondamentale opera d’esordio, il programma estrae dal primo decennio della produzione mascagnana dieci brani tuttora notissimi, il cui succedersi evidenzia l’estremo eclettismo del compositore che, avendo perfettamente compreso (a differenza di tanti mascagnani) l’irrepetibilità di “Cavalleria” si rivolse, sin dalla seconda opera (il “Fritz”) a soggetti di tutt’altro genere, trovando per ognuno (forse ora lo si comincia a capire) la musica appropriata. Nel contesto di queste opere d’ambiente, il compositore (seguendo i felici esempi di Bizet e Massenet) inserisce sovente efficaci brani sinfonici pressoché tutti destinati (come le sinfonie rossiniane) ad una solida fortuna autonoma. Nella scelta qui presentata, in una versione per organo riferita alla nostra prassi ottocentesca, si potrà constatare come l’organo italiano romantico-risorgimentale renda con piena efficacia l’orchestra di Mascagni e, in “Cavalleria”, “Silvano” ed “Iris”, anche gli interventi di solisti e coro. A questo punto, viene naturale chiedersi quali rapporti diretti siano intercorsi tra Mascagni e l’organo. Certo, furono meno intensi di quelli praticati da Verdi e Puccini. Ma sappiamo dallo stesso Mascagni di un collaudo d’organo avvenuto negli anni di Cerignola e, molti anni dopo, di una sua esibizione nella chiesa pisana di Santo Stefano dei Cavalieri. Lo raccontò Don Pietro Panichelli (il pretino di Puccini) che definì Mascagni “perfetto organista”. Beati i presenti…" Roberto Cognazzo

Qui di seguito possiamo ascoltare il discorso introduttivo del M° Pietro Mascagni alla incisione completa dell'opera Cavalleria Rusticana, diretta dal M° stesso per La Voce del Padrone, in occasione del 50mo anniversario della prima rappresentazione (1890/1940). L'incisione, appunto, è del 1940, la stampa dei 78 giri è del 1943. [da Wikipedia]

Roberto Cognazzo classe 1943 è nato a Montiglio Monferrato. Suona diversi strumenti, pianoforte, organo, clavicembalo e fortepiano e ha tenuto oltre tremila concerti sia solistici, sia come collaboratore di noti strumentisti e cantanti. Ha insegnato al Conservatorio di Torino dal 1968 al 2003 formando numerosi allievi oggi docenti nei Conservatori italiani. Parallelamente ha tenuto corsi e master class presso Accademie e Scuole di perfezionamento. Ha collaborato con il Centro Produzione Rai di Torino e con il Teatro Regio ed ha diretto il Piccolo Regio dal 1974 al 77. È autore di musica corale e cameristica. Ha registrato oltre cinquanta lp e cd di musica pianistica, da camera e per organo. Ha partecipato alle serie televisive Pickwick e Opera Quiz condotte su RaiTre da Alessandro Baricco, Enrico Stinchelli e Michele Suozzo. Collabora con grandi industrie (Fiat, Ferrero, Edison, Ansaldo) per seminari sulla gestione delle risorse umane e con il matematico Piergiorgio Odifreddi per conferenze su Musica e Matematica. È autore di voci per enciclopedie, di articoli e saggi per riviste specializzate e del libro Il bis più lungo della Storia edito da SEI Frontiere. Ha ricevuto nel 2009 il Premio San Giovanni della Città di Torino e nel 2012 il Premio Valdo Fusi del Centro Studi Mario Pannunzio.

Elegia Classics

Fotografie: Organalia, Elegia Classics.

© 2018, Giulio Steve.

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