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Michele Gazich, «Argon», per Primo Levi

Musica & Live
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XXXIII stagione del FolkClub Torino (via Perrone 3bis). Sabato 27 novembre 2021, ore 21.30, Michele Gazich. Argon. Dedicato a Primo Levi. Ingresso intero 30 € | Ridotto under 30 15 € | Live streaming 6 €.

Serata musicale al FolkClub di Torino. Sabato 27 novembre 2021, a partire dalle ore 21.30, Michele Gazich. presenta Argon. Dedicato a Primo Levi. Ingresso intero 30 € | Ridotto under 30 15 € | Live streaming 6 €.


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+39 011 19215162


Argon di Michele Gazic

Si intitola Argon, come il diciottesimo elemento della tavola periodica, il decimo album di inediti di Michele Gazich, cantautore e violinista di fama internazionale, già al fianco di songwriters come Mary Gauthier, Eric Andersen, Michelle Shocked, e Mark Olson.

Un album che si potrebbe definire "letterario", visto che la maggior parte dei brani sono ispirati a poeti e scrittori. Un percorso, guidato dalla voce bardica di Michele Gazich, che conduce l’ascoltatore attraverso canzoni dai testi duri e forti, caratterizzati da immagini poetiche intense, dolcissime e sconvolgenti insieme. A far da seconda voce il suo violino, che in quest’album si squaderna e si declina in tutte le sue anime: strumento classico, ebraico, slavo, folk e anche spregiudicatamente rock.

Si parte da Argon, la title track, dedicata a Primo Levi, per poi proseguire con le dediche: Canticchiare aiuta all’ultimo Montale che scrive e rimugina nella sua casa milanese di Via Bigli; Il fuoco freddo della luna alla poetessa Ingeborg Bachmann, raccontata nel suo ultimo soggiorno a Roma; Il Vittoriale brucia a un inedito Gabriele d’Annunzio vecchio e prigioniero proprio al Vittoriale; Lettera a Claudioall’indimenticato Claudio Lolli, poeta sconfitto ma che non ha mai perso. Le altre canzoni sono un’incantevole filastrocca misterica (La Maga e lo Straniero), dove alla voce di Gazich si uniscono la voce e il violoncello di Giovanna Famulari; una meditazione piano e voce (Fiume circolare) sul “muro liquido” che ci ha tutti circondati in questi anni; una canzone non di Gazich, per la prima volta in un suo album: Ulisse coperto di sale, che omaggia il grande esperimento compiuto da Lucio Dalla con il poeta Roberto Roversi, attraverso tre album negli anni settanta, di unione di musica e parola squisitamente poetica.

Ma è proprio il titolo a racchiudere l’intera filosofia di questo nuovo lavoro in studio. Racconta Gazich: “L’Argon, (dal greco ἀργός –όν, cioè “refrattario all’azione, pigro”), è un elemento chimico della tavola periodica, fa parte del gruppo dei gas nobili, nobili perché hanno la caratteristica di non combinarsi o combinarsi a fatica con gli altri elementi. Un tempo veniva anche detto, suggestivamente ed evocativamente, inerte e raro.

Argon, inoltre, è il titolo del primo racconto de Il sistema periodico (1975) di Primo Levi: autobiografia attraverso i 21 elementi della tavola periodica, che diventano spunto per brevi narrazioni autobiografiche. Levi, oltre che scrittore, fu chimico. Nel racconto Argon Levi descrive i suoi antenati ebrei piemontesi, che vivevano, in un atteggiamento di dignitosa astensione, a margine della società per forza, ma anche anche per scelta. Ho esteso la metafora di Levi, per cantare anche della condizione dell’artista: spesso a margine (non serve riepilogare ciò che è avvenuto o non è avvenuto per gli artisti in questi anni di pandemia), tuttavia mai marginale. Se si escludono rari casi felici ed eclatanti, il lavoro dell’artista è lavoro segreto e negletto dalla società, perché è apparentemente inutile. Esso è invece fondamentale per la sopravvivenza del mondo, come l’altrettanto segreto lavoro delle api e dei lombrichi. Questo il fil rouge che lega le canzoni di Argon”.

Il lavoro è arricchito dalla presenza di alcuni ospiti di grande valore: Giorgio Cordini (per tanti anni a fianco di Fabrizio De André) suona il bouzouki; Paolo Capodacqua (braccio destro di Claudio Lolli per decenni) offre la sua chitarra; Rita Tekeyan, cantante armena, porta i melismi e la fonazione orientale della sua voce unica; Giovanna Famulari canta e suona il suo violoncello d’autore; Lara Molino, cantante folk abruzzese scoperta e pubblicata da Gazich un decennio fa, esibisce nella sua lingua la sua bellissima voce, fieramente tradizionale; Marco “Tibu” Lamberti, da anni stretto collaboratore, di Gazich suona la chitarra classica; Valerio Gaffurini suona il piano; Vincenzo “Titti” Castrini, già al fianco di Vinicio Capossela colora tutte le canzoni con la sua fisarmonica; la sezione ritmica, composta da Paolo Costola, alla batteria (da dieci anni anche tecnico del suono a fianco di Gazich) e da Alberto Pavesi alle percussioni, irrobustisce le canzoni.


Folk Club 2021/2022 (Ph. Paolo Brillo)

 

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