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Palazzo Chiablese: «Mirò! Sogno e Colore»

Mostre - Musei
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A Palazzo Chiablese - Piazzetta Reale a Torino dal 4 ottobre al 14 gennaio 2018. Una straordinaria esposizione di 130 opere dedicate ad uno dei massimi interpreti del Novecento, Joan Miró.

Dopo il grande successo delle mostre dedicate a Tamara de Lempicka, Matisse e a Toulouse-Lautrec, il Gruppo Arthemisia propone dal 4 ottobre al 14 gennaio 2018, a Palazzo Chiablese - Piazzatta Reale a Torino, la mostra "Mirò! Sogno e Colore", una esposizione dedicata a uno dei massimi interpreti del Novecento, Joan Miró.
 
La mostra, è organizzata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Musei Reali di Torino e Gruppo Arthemisia, in collaborazione con Fundació Pilar i Joan Miró a Maiorca.Nelle sale espositive di Palazzo Chiablese, 130 opere, quasi tutti olii di grande formato, grazie al generoso prestito della Fundació Pilar i Joan Miró a Maiorca, che conserva la maggior parte delle opere dell’artista catalano create nei 30 anni della sua vita sull’isola. Tra alcuni capolavori in mostra, "Femme au clair de lune" (1966), "Oiseaux" (1973), "Femme dans la rue" (1973).
La mostra presenta la produzione degli ultimi trent’anni di vita dell'artista catalano. Un periodo, legato alla “sua” isola dove, negli anni Sessanta e Settanta, si dedicò a temi prediletti come donne, uccelli e paesaggi monocromi. Sono esposti anche i lavori degli ultimi anni della sua produzione, quelli della pittura materica, fatti con le dita e dal colore steso con i pugni spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo.
Sono cinque le sezioni del percorso espositivo, "Radici", "Le Principali influenze artistiche di Miró", "Maiorca, gli ambienti in cui creava", "La metamorfosi plastica (1956-1981)" e "Vocabolario di forme".
Prima sezione: "Radici" - Miró scelse di vivere a Maiorca, sfondo perfetto per la sua creatività e determinante fonte d’ispirazione, fino alla fine dei suoi giorni. Un isola, che gli offre a poesia e arte popolare, giochi di luce in un felice contrasto con i paesaggi più aridi della Catalogna. Qui, il profondo legame tra Miró e la natura esercita, una grande influenza sulla produzione dell’artista e la necessità di rapportarsi ad essa. Un importante riferimento, è la figura di Antonio Gaudí. Un’influenza, che si esprime nella frammentazione dell’immagine e nella giustapposizione dei colori.
Seconda sezione: "Principali influenze artistiche di Miró" - Un artista con l’anima di un poeta. Per Miró, la poesia è impulso emotivo. Parole, iscrizioni e segni diventano veicoli attraverso i quali esprimere una sorta di accattivante, magia, che infonde alla sua pittura significati complessi e catene d’associazioni. I suoi dipinti sono testi visivi la cui sintesi struttura un nuovo tipo di linguaggio. Vi sono collegamenti con la pittura astratta americana, come l’alterazione del formato delle opere, le modifiche apportate in corso d’opera, l’uso del colore come esplosioni o a gocce irruvidite o diluite.
Terza sezione: "Maiorca. Gli ambienti in cui creava" - Nei primi anni cinquanta, Joan Miró inizia a sentire il bisogno di fissare la sua residenza e di poter realizzare il suo sogno: avere un laboratorio dove poter esercitare il suo lavoro. L’amico architetto Josep Lluís Sert progetta, il laboratorio Sert, che oggi ospita una moltitudine di tele non finite che creano una speciale atmosfera di colori e forme. In questo studio, Miró realizza più di un terzo di tutta la sua produzione artistica: qui si concentrano venti anni di febbrile attività e intensa avventura estetica, sempre aperta all’innovazione e alla sperimentazione tecnica. Nel 1959 Miró, si sposta in una tipica e grande casa di campagna maiorchina del Settecento, Son Boter, dove sperimenta la scultura monumentale e dipinge le opere più grandi mantenendo la riservatezza cui teneva particolarmente.
Quarta sezione: "La metamorfosi plastica (1956-1981)" - Tra il 1955 e il 1959 Miró, mette da parte la pittura per dedicarsi alla ceramica, all’incisione e alla litografia. Questa interruzione favorisce una revisione e un rinnovamento del suo linguaggio, sempre alla ricerca di nuove forme d’espressione. Così nel 1959 riprende la pittura intensificando il grado di espressività, prova nuovi media e nuove forme di scrittura. Alla fine degli anni sessanta, troviamo una tale ricchezza espressiva, tra pittura, disegno, scultura, ceramiche, arazzi e libri illustrati, oltre alla grande varietà di procedure e tecniche.
Quinta sezione: "Vocabolario di forme" - Nella fase finale della sua produzione artistica, riduce notevolmente i motivi iconografici per raccontare le sue stelle, di nude linee femminili e di figure falliche, di personaggi ibridi in opere costellate da teste, occhi e uccelli. L’artista semplifica anche i colori della sua tavolozza tornando a tonalità più austere con una preponderanza crescente del nero.
 
Joan Mirò (Barcellona, 1893 – Palma di Maiorca, 1983) - Nato e cresciuto a Barcellona, Miró frequenta la Scuola di Belle Arti della Llotja dove studia con Modest Urgell e Josep Pascó. Inizia a disegnare piccolissimo e il suo primo olio che si è conservato, è un paesaggio del 1908. A 18 anni espone alla VI Mostra Internazionale d’Arte di Barcellona e l’anno successivo inizia a studiare alla Scuola d’Arte di Francesc di Galí (1912-1915), il quale gli insegna a disegnare dopo aver tastato il modello a occhi chiusi. Successivamente studia al Círcol Artístic di Sant Lluc dove disegna nudi, personaggi del circo, scene di strada o del porto. Le sue prime opere si rifanno a stili presi dall’impressionismo, dal fauvismo, dal futurismo e dal cubismo. Il suo primo viaggio a Parigi, nel 1920, lo farà avvicinare al dadaismo e, in seguito, al surrealismo. Nel 1929 Miró sposa a Palma di Maiorca Pilar Juncosa da cui avrà una figlia. In questi stessi anni, inizia la sua sperimentazione artistica, cimentandosi con la litografia, l’acquaforte e la scultura, la pittura su carta catramata e il vetro. Desidera sempre di più la stimolante tranquillità della campagna, di un posto dove potersi dedicare liberamente al suo lavoro. Per questo, allo scoppio della guerra civile, dopo un esilio in Francia fino al ‘42, trova rifugio a Maiorca, terra d’origine di sua madre. Nel 1954 Miró lascia la sua residenza abituale a Barcellona e nel 1956 si trasferisce definitivamente a Son Abrines, dove aveva predisposto di costruire lo studio tanto desiderato, facendolo progettare dall’intimo amico e architetto Josep Lluí Sert. Per preservare la proprietà tanto voluta e amata, per lui luogo creativo per eccellenza, Miró nel 1980 donerà parte di questa alla cittadinanza, e nel 1981 sarà creata la Fundació Pilar e Joan Miró. Il 1954, è anche l’anno in cui Miró, vince il premio per la grafica alla Biennale di Venezia e nel 1958 il Premio Internazionale Guggenheim, mentre per i riconoscimenti in patria dovrà attendere gli anni della vecchiaia e la caduta del franchismo. Così nel 1978 riceve la Medalla d’Or de la Generalitat de Cataluna; nel 1979 l’Università di Barcellona gli conferisce la laurea honoris causa (l’Università di Harvard aveva già provveduto nel 1968); nel 1980 riceve la Medaglia d’Oro delle Belle Arti dal re di Spagna Juan Carlos; nel 1983 anche la Spagna gli rende un omaggio, organizzato congiuntamente dal Comune di Barcellona, dalla Generalitat de Cataluna, dal Ministero della Cultura e dalla Fundació Joan Miró di Barcellona. Morirà poco dopo a Maiorca e sarà sepolto a Barcellona, nel cimitero di Montjuïc.
 
Info:Orario apertura lunedì 14.30 - 19.30 martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9.30 - 19.30 giovedì 9.30 - 22.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). Biglietti Intero € 14,00 Ridotto € 12,00. Tel. 011/024301 www.mostramirotorino.it www.arthemisia.it
 
FOTOGRAFIE
1. Joan Miró Untitled, 1973 [ant] Oil on canvas, 195x130,5 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet.
2. Joan Miró Untitled, Undated Oil on canvas, 162,3x131 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet.
3. Joan MiróFemme dans la rue, 1973 Oil on canvas, 195x130 cm © Successió Miró by SIAE 2017 Archive Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca Foto: Joan Ramón Bonet & David Bonet.
 

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