26
Ven, Apr
106 New Articles
Messaggio Promozionale
 

Giovanni Boldini. 115 opere in mostra

Mostre - Musei
Typography
Nell'anno del decimo anniversario dalla sua apertura, la splendida cornice della Reggia di Venaria, ospita dal 29 luglio 2017 al 28 gennaio 2018, ospiterà una straordinaria mostra dedicata a Giovanni Boldini.
Apre i battenti nella Sala delle Arti alla Reggia di Venaria, dal 29 luglio 2017 al 28 gennaio 2018, nell'anno del decimo anniversario dalla sua apertura, la mostra su Giovanni Boldini.

L'esposizione, prodotta ed organizzata da La Venaria Reale con Arthemisia, è curata da Tiziano Panconi e Sergio Gaddi.

Il travolgente mondo di Giovanni Boldini, genio della pittura che più di ogni altro ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria, è rappresentato dal fascino femminile, dagli abiti sontuosi e fruscianti, dalla Belle Époque, dai salotti. Un contorno di letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot, si confondono nel ritmo sensuale del can can, producendo una straordinaria rinascita sociale e civile.

La ricerca dell’attimo fuggente è, nelle opere di Boldini, cristallizzata nei colori, a olio, pastello o rapidi tratti di matita e permane nei secoli rinnovando comeuna madeleine proustiana il miracolo di riportarci indietro nei giorni incantati della Belle Époque. L'artista, non è stato solo uno dei protagonisti di quel periodo ineguagliabile o solo il geniale anticipatore della modernità novecentesca, ma colui che nelle sue opere ha reso ed esaltato la bellezza femminile, svelando l’anima più intima e misteriosa delle nobili dame dell’epoca, per lui “fragili icone".

Nella Sala delle Arti, accanto a capolavori assoluti di Giovanni Boldini, le ambientazioni cittadine e i nudi: in ognuno di essi c’è la sua immensa energia e inconfondibile potenza espressiva.

L’esposizione ricostruisce il percorso artistico del grande maestro italo-francese attraverso 4 sezioni: Il soggiorno a Firenze. I primi anni di Parigi. Uno stile destinato al successo - Il pittore della vita contemporanea ed Il fascino Belle Époque.

  1. Il soggiorno a Firenze. Poetiche e verismo della luce macchiaiola - L’innata curiosità, ma soprattutto il desiderio di evadere dall’ambiente provinciale quale era a i suoi occhi la Ferrara degli anni sessanta, portano il giovane Boldini ad emigrare alla ricerca di un confronto continuo, di nuove occasioni di ispirazione e di una sua vera dimensione di artista e di uomo. A Firenze partecipa al clima rivoluzionario e risorgimentale dell’epoca e diventa subito amico di Cristiano Banti, Telemaco Signorini, Vito D’Ancona e poi di Michele Gordigiani, il più affermato ritrattista della Firenze granducale. Sono tutti esponenti di primo piano di quel gruppo di avanguardisti insofferenti come lui alle rigidità dell’accademia, che era appena stato definito dei macchiaioli. Durante questi anni di straordinaria creatività, Boldini studia una solida base luministica della sua successiva cifra pittorica francese. Di grande intensità sono il Ritratto del padre Antonio Boldini del 1867 ed Il paggio. Giochi col levriero del 1869. La luce potente della macchia, con le sue forti contrapposizioni chiaroscurali, è una sorta di ossatura compositiva sulla quale innesta i successivi aggiornamenti stilistici. I macchiaioli, già dal 1856, erano infatti impegnati in un ammodernamento della pittura basato sull’osservazione diretta della natura, da rendere nella sua essenzialità espressiva attraverso un largo e potente fraseggio di luci e ombre, restituendo una speciale forza ottica capace di trasmettere verosimiglianza e vitalità al soggetto. Ma a differenza dell’approccio di questi artisti, che si concentrano soprattutto sulla manifestazione della luce nella natura, bilanciando i campi di colore per far durare il momento dell’osservazione, Boldini percepisce in modo molto più deciso il fascino delle grandi metropoli europee e degli ambienti eleganti, convinto che la sua indole e il suo carattere dovranno necessariamente farlo uscire dalla provincia, portarlo lontano da quel mondo pur importante come Firenze, ma già troppo stretto per le sue ambizioni.

  2. I primi anni di Parigi. L'amore per Berthe, il gallerista Goupil e la contessa de Rasty - I modi aristocratici di Giovanni Boldini, la vocazione alla mondanità e alla frequentazione degli ambienti altolocati, ma anche le grandi prospettive di carriera e la voglia di ottenere un riconoscimento economico adeguato per il suo lavoro, fanno sì che il fascino dell’ambiente frizzante della Ville Lumière sia per lui irresistibile. A Parigi conosce la modella e amante Berthe, ritratta in Berthe che legge una dedica su un ventaglio (1878), con la quale avvia una lunga storia d’amore durata più di dieci anni ed inizia una proficua collaborazione con il mercante e gallerista Goupil, il più importante ed internazionale dell’epoca. Superato il periodo della pittura settecentesca sostenuta dalle richieste del mercato, come si nota in numerose opere tra le quali il Marchesino a Versailles (1876) e la Signora con ombrellino (o parasole) (1876), lo stile esprime nel pieno fulgore dell’esperienza parigina dopo il 1880 non è per nulla artificiale o superficiale, ma del tutto naturale e contemporaneo. Boldini, non imita il reale e meno ancora lo riproduce, ma aggiunge vita alla vita. È un pittore classico, nel senso che la sua pennellata veloce o sciabolata, è una rappresentazione della verità e della natura che rifugge l’artificio, ma trova il modo di fermare l’istante. La sua spiccata libertà di spirito gli permette, pur vivendo a Parigi, di riuscire a stare al di fuori delle seduzioni impressioniste così come, durante il periodo toscano, riesce a non farsi mai coinvolgere pienamente dalla logica espressiva dei macchiaioli. Il periodo della giovinezza parigina di Boldini, è caratterizzato dall’incontro con un’altra donna, la Contessa Gabrielle de Rasty, che rappresenta per lui l’opportunità d’inserimento nell’ambiente aristocratico parigino. Moglie del Conte Constantin de Rasty, Gabrielle conosce Boldini nel 1874 ed intreccia con lui un’intensa relazione sentimentale destinata a durare per anni, testimoniata dalle opere. La contessa de Rasty coricata e La contessa de Rasty a letto, entrambe del 1880.

  3. Uno stile destinato al successo. Il pittore della vita contemporanea - Giovanni Boldini coglie la dinamica della rappresentazione istantanea, della scintilla di vita irripetibile e fugace, ma a differenza dello stile en plein air degli impressionisti, predilige l’interno dello studio e la ricerca della mobilità della bellezza letta nella dinamica della città. A partire dagli anni ottanta dell’Ottocento si comprende che una potente rivoluzione è imminente e che un ruolo chiave potrà essere giocato da chi deciderà di farlo, dalla nuova classe che avrà coraggio, ambizione e voglia di fare. Comincia a farsi strada l’idea che il futuro non sia più una conseguenza dinastica, ma appartenga a chi è in grado di costruirlo. Produzione e consumo diventano gli architravi di un benessere raggiungibile e non più alla portata esclusiva di una ristretta élite, ma di chiunque voglia accettare la sfida del lavoro. Boldini, è affascinato dai riti urbani alimentati dalla forza della storia che sta costruendo il mito del progresso e della scienza. Con il quadro Corse a Longchamp (1890) sembra anticipare il futurismo e allo stesso tempo coglie il motivo del vero, perché la sua pittura è basata su una velocità d’esecuzione più caratterizzata rispetto a quella degli impressionisti, in quanto giocata soprattutto sulla figura umana, sulla donna che viene sottratta alla quotidianità alla quale era stata destinata dal realismo per essere trasfigurata in una condizione regale, di divinità terrena basata sulla bellezza, come nel bellissimo pastello Ritratto di signora in bianco con guanti e ventaglio (1889). Crescono e si sviluppano il progresso economico, la socialità che diventa valore, il teatro, i salotti letterari, la necessità di incontrarsi per condividere un approccio mondano, che significa anche tessere rapporti, stringere alleanze, esibire uno stile di vita agiato da parte di una classe non più emergente, ma già affermata.

  4. Il fascino Belle Époque. Sensualità e magia del ritratto femminile - Il XX secolo si apre per Boldini all’insegna del successo internazionale, già sancito dalla mostra tenuta a New York nel 1897 che lo vede all’apice dell’apprezzamento per la sua abilità di ritrattista. Le donne di Boldini, ritratte in tutto il loro splendore di vita mondana e abbigliate con eleganza secondo la moda dell’epoca, sono sorridenti e palpitanti di vita. Il lusso che traspare dalle loro mises ben si coniuga con le feste sfarzose, con il divertimento salottiero e con un’idea di leggerezza e spensieratezza, consolidando l’immaginario e la visione di un’epoca gioiosa. Nella stagione della Belle Époque l’arte celebra il mito del la femme fatale, della donna di charme, che nutrirà a lungo l’immaginario artistico fino a incidere profondamente anche nelle avanguardie novecentesche. Negli innumerevoli ritratti delle “divine”, tra le tante il Ritratto di Josefina Alverar de Errázuriz del 1892, che animano il bel mondo della Ville Lumière, riesce a sublimare l’essenza dell’eterno femminino, alimentato da schiere di splendide donne desiderose di essere trasfigurate dalla magia magnetica dell’italiano di Parigi. Il fascino della sensualità, è esaltato anche dall’abbigliamento, e la donna, che si libera dai corsetti ingabbianti degli anni precedenti, privilegia gli abiti che ne possano valorizzare la figura e svelarne generosamente le grazie. È il caso dello straordinario ritratto Mademoiselle De Nemidoff (1908); esposto al Salon, rivela la personalità forte evolitiva della famosa cantante dell’Opéra di Parigi, delineata con la consueta capacità d’introspezione psicologicache rende i ritratti di Boldini unici. Fasciata nel lungo abito nero che lascia scoperte le spalle bianche, Mademoiselle De Nemidoff è elegantissima e sinuosa, in una posa dinamica che pare anticipare un movimento serpentino. I nuovi abiti celebrano la rinnovata snellezza dei corpi e risultano adeguati alle molteplici attività e libertà che, in rottura rispetto al passato, non sono più precluse alle donne. In questo delicato e controverso passaggio dell’emancipazione femminile, la moda acquisisce le sembianze di uno specchio della società, ricco di seduzioni per l’arte. Queste immagini di joie de vivre sembrano decontestualizzarsi dal periodo a cui sono riferite, già agli albori della guerra mondiale, e sembrano suggerire quanto la vita legata al “bel mondo” sia di fatto distante dagli accadimenti tragici che stanno per sconvolgere l’umanità, collocandole in un’atmosfera forse privilegiata, che rimane tuttavia ai margini della storia, suggerendo il segno d’incubazione di un’imminente decadenza non ancora percepita.

 Info Biglietti. Intero Euro 14.00 Ridotto Euro 12.00. Prenotazioni 011.4992333 www.lavenaria.it

Didascalie

Giovanni Boldini Coppia in abito spagnolo con due pappagalli 1873 ca. Olio su tavola, 25x35 cm Collezione d'Arte Banca Carige, Genova

Giovanni Boldini - Ritratto del padre Antonio Boldini 1867 Olio su tavola, 65x53 cm Collezione privata, Ferrara

Giovanni Boldini - Ritratto della danzatrice spagnola Anita De La Feria 1901 Olio su tela, 54,5x42 cm Collezione privata.

 

Messaggio Promozionale