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Agricoltura: Coldirettinews 20/07/2021

Agricoltura
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Tutte le news di agricoltura con la collaborazione di Coldiretti Piemonte e delle sedi provinciali della nostra Regione. 20 luglio 2021. Clima: al via petizione contro i pannelli ‘mangia suolo’ per difendere il territorio. Prezzo del latte pagato alla stalla: l'abbassamento non è accettabile. Coldiretti: nuove azioni per tutelare il Moscato d’Asti.

Sì alle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura

Clima: al via petizione contro i pannelli ‘mangia suolo’ per difendere il territorio

Mobilitazione dei giovani per promuovere l’innovazione tecnologica sostenibile difendendo la biodiversità

Al via la petizione contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere invece il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole.

Lo annuncia Coldiretti Giovani Impresa in occasione del G20 dei giovani a Milano, inaugurato ieri e in programma sino a venerdì  23 luglio, presieduto dall’Italia con il via ufficiale alla raccolta firme per dire “Sì all’energia rinnovabile senza consumo di suolo agricolo” sul sito www.giovanimpresa.coldiretti.it e negli uffici della Coldiretti in tutta Italia, nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica.

Coldiretti Giovani Impresa lancia la petizione a tutela del suolo agricolo chiedendo alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra.

La provincia di Alessandria, con 26.450 ettari consumati incide con un 15,1% su un complessivo regionale di circa 175.000 ettari, dopo Torino e Cuneo.

“Sosteniamo e promuoviamo ogni giorno l’innovazione tecnologica sostenibile, ma destinando i suoli agricoli al fotovoltaico non ci saranno più terreni da coltivare ed accelereremo la perdita di biodiversità - spiega Fabio Bruno, delegato Giovani Impresa Alessandria -. Il suolo vocato all’agricoltura appartiene agli agricoltori e la multifunzionalità energetica va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell’azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali. Vogliamo cogliere ogni opportunità offerta dalle tecnologie innovative, avendo come obiettivo la piena attuazione dell’accordo di Parigi sul clima e l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.

Il consumo di suolo agricolo, destinato al fotovoltaico a terra, minaccia il futuro delle nuove generazioni di agricoltori: “L’Italia – afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco - possiede terreni non destinati all’agricoltura che potrebbero essere messi a valore con il fotovoltaico, per cui non è ammissibile utilizzare terreni fertili che già producono valore economico, sociale ed ambientale togliendo traiettorie di futuro alle nuove generazioni”.

L’agricoltura italiana è green, variegata, punta sempre più a progetti di filiera volti a valorizzare i prodotti locali, al biologico, alla difesa e alla tutela della biodiversità e sostenibilità e su questa scia è necessario continuare a lavorare offrendo sempre più possibilità ai giovani di incrementare l’economia dei territori.

“Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, dobbiamo difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare che nell’arco di dieci anni crei le condizioni per diventare autosufficiente nella produzione di cibo, anche da donare alle fasce più deboli - ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Per questo vanno identificate le aree da bonificare, i terreni abbandonati, le zone industriali obsolete e i tetti delle strutture produttive anche agricole, quali luoghi idonei all’installazione del fotovoltaico per la corretta produzione di energia da fonti rinnovabil".


CLIMA, COLDIRETTI CUNEO: VIA ALLA PETIZIONE CONTRO PANNELLI MANGIA SUOLO

Con il G20 scatta mobilitazione dei giovani agricoltori per difendere il nostro territorio

Al via la petizione contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere invece il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole. Lo annuncia Coldiretti Giovani Impresa in occasione del G20 dei giovani a Milano dal 19 al 23 luglio presieduto dall’Italia con il via ufficiale alla raccolta firme per dire “Sì all’energia rinnovabile senza consumo di suolo agricolo” sul sito www.giovanimpresa.coldiretti.it e negli uffici della Coldiretti in tutta Italia, nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica.

Coldiretti Giovani Impresa lancia la petizione a tutela del suolo agricolo chiedendo alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra.

In Piemonte il consumo di suolo complessivo è di circa 175.000 ettari pari quindi al 6,9% della superficie totale regionale che è di 2.540.000 ettari.

“Sosteniamo e promuoviamo ogni giorno l’innovazione tecnologica sostenibile – spiega Marco Bernardi, Delegato Giovani Impresa Cuneo – ma destinando i suoli agricoli al fotovoltaico non ci saranno più terreni da coltivare ed accelereremo la perdita di biodiversità. Il suolo vocato all’agricoltura appartiene agli agricoltori e la multifunzionalità energetica va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell’azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali. Vogliamo cogliere ogni opportunità offerta dalle tecnologie innovative, avendo come obiettivo la piena attuazione dell’accordo di Parigi sul clima e l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il consumo di suolo agricolo, destinato al fotovoltaico a terra, minaccia il futuro delle nuove generazioni di agricoltori”.

“L’Italia – sottolinea Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – possiede terreni non destinati all’agricoltura che potrebbero essere messi a valore con il fotovoltaico, per cui non è ammissibile utilizzare terreni fertili che già producono valore economico, sociale ed ambientale togliendo traiettorie di futuro alle nuove generazioni. Ricordiamoci che la nostra agricoltura è green, variegata, punta sempre più a progetti di filiera volti a valorizzare i prodotti locali, al biologico, alla difesa e alla tutela della biodiversità e sostenibilità e su questa scia dobbiamo continuare a lavorare offrendo sempre più possibilità ai giovani di incrementare l’economia dei nostri territori”.

“È necessario – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – identificare, quindi, le aree da bonificare, i terreni abbandonati, le zone industriali obsolete e i tetti delle strutture produttive anche agricole, quali luoghi idonei all’installazione del fotovoltaico per la corretta produzione di energia da fonti rinnovabili”.


Prezzo del latte pagato alla stalla: l'abbassamento non è accettabile

A fronte dei prezzi delle materie prime alle stelle gli allevatori sono sottopagati

«Non possiamo accettare che alcuni caseifici piemontesi abbassino il prezzo del latte alla stalla riconosciuto agli allevatori. Imprenditori agricoli che devono già far fronte agli aumenti delle materie prime saliti alle stelle: con il mais che registra +50 per cento; la soia +80 per cento e le farine di soia +35 per cento, rispetto allo scorso anno».  Questo rileva Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, a fronte dei tentativi di speculazione che stanno emergendo nell'ultimo periodo in Piemonte.

«Con le difficoltà, causate alla pandemia arrivata con il covid-19, che gli allevatori hanno saputo affrontare con grande forza senza mai fermarsi – aggiunge Fabrizio Galliati - e in un momento in cui è fondamentale difendere la sovranità alimentare del Paese, è vergognoso che gli allevatori si vedano sottopagare il latte alla stalla, remunerato meno dei costi di produzione. Per questo Coldiretti denuncia queste speculazioni e le storture che stanno emergendo a sostegno delle imprese e dell'intero comparto lattiero-caseario piemontese. Coldiretti auspica che i caseifici che hanno unilateralmente abbassato il compenso del latte ai produttori possano rivedere il prezzo riconosciuto alla stalla che, attualmente, è sceso al di sotto dei costi di produzione. Tutto questo mentre, anche il latte spot, continua a evidenziare livelli economici importanti sui 41-42 centesimi il litro. Per Coldiretti quanto prima è necessario un adeguamento del prezzo riconosciuto agli allevatori».

Il settore lattiero-caseario piemontese nel 2019 ha segnato una Ppb, produzione ai prezzi di base, di 354 milioni di euro, pari al 10 per cento della Ppb prodotta dall'insieme delle attività agricole - coltivazioni e allevamento - subalpine. La gran parte della produzione di latte si concentra nella pianura tra Torino e Cuneo e intorno alla cintura del capoluogo regionale. Nel complesso, sempre a fine 2019, erano presenti in Regione Piemonte 2.139 allevamenti da latte o misti, pari al 5 per cento sul totale nazionale, per un totale di 300.089 capi, equivalenti al 9,5 per cento sul totale nazionale. Gli allevamenti esclusivamente da latte erano 1.504, pari al 6 per cento sul nazionale, per 241.221 capi, corrispondenti al 9 per cento sul nazionale. In Piemonte, nel periodo gennaio-luglio 2020 si sono prodotti 690.469 tonnellate di latte, erano 662.240 nell'anno 2019.


Coldiretti: nuove azioni per tutelare il Moscato d’Asti

Con il Consorzio e la Regione si lavora per intervenire a livello legislativo contro gli spumanti generici che “sfruttano” il nome Moscato

Tutelare il Moscato d’Asti al pari della maggior parte delle varietà nazionali. È quanto chiede Coldiretti rispetto all’approvazione del Decreto “Etichettatura”. Facendo parte dei vitigni varietali, la legislazione attuale consente di utilizzare il nome moscato anche senza la denominazione di origine. L’Unione Europea lascia però agli Stati membri la possibilità di tutelare le zone di origine attraverso la limitazione del nome del vitigno già protetto con la Doc. «La Regione Piemonte – spiega Marco Reggio presidente di Coldiretti Asti con delega regionale al settore vitivinicolo – è al nostro fianco in questa azione di tutela che, condotta insieme al Consorzio del Moscato d’Asti Docg, ha lo scopo di porre rimedio alle storture rispetto all’etichettatura».

«Il nostro obbiettivo – rileva Gianfranco Torelli, vice presidente di Coldiretti Asti e componente di parte agricole nel Consorzio dell’Asti e Moscato – è di limitare la possibilità di imbottigliare spumanti generici con il nome Moscato. Anche perché, molte volte, le uve provengono non solo da fuori regione ma dall’estero».

«Stiamo lavorando – assicura il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia – per garantire la tutela e il futuro del comparto moscato sul nostro territorio. La legge di riferimento è il Regolamento delegato (UE) 2019/33 della Commissione, del 17 ottobre 2018, che di fatto integra il regolamento Ue 1308/2013 per quanto riguarda le domande di protezione delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche e delle menzioni tradizionali nel settore vitivinicolo, la procedura di opposizione, le restrizioni dell'uso, le modifiche del disciplinare di produzione, la cancellazione della protezione nonché l'etichettatura e la presentazione». «Auspichiamo – rimarca Torelli – che la Regione esponga le giuste considerazioni alla Conferenza Stato Regioni e al Ministero e che si propongano così le opportune azioni legislative».

 «Occorre essere realisti – sintetizza il presidente Reggio – perché per i mosti di vini e spumanti c'è ancora una parte di produzione che opera in situazioni non proprio “trasparenti” e che quindi secondo noi non fa completamente il bene del nostro territorio e della nostra economia». Il presidente di Coldiretti Asti punta anche il dito sulle spumantizzazioni locali di molti mosti e vini provenienti da fuori regione e dall'estero e immessi sul mercato indicando in etichetta il nome della località in cui si è effettuata quest'ultima operazione di cantina. «Stando alle normative attuali non c'è nulla di illegale – precisa Reggio -, ma questi spumanti non sono realizzati con le nostre uve, non vengono prodotti in Piemonte, ma sono solo semplicemente imbottigliati localmente e sfruttano così l'identità del nostro territorio. E poi, se vogliamo dirla tutta, fanno anche concorrenza ai nostri “veri” spumanti”».

È indubbio come sia necessario prevedere delle regole più restrittive che evitino l’inserimento di mosti fermentati di cui non si conosce neppure la provenienza, tutelando così i vitigni storici e contrastando la concorrenza alla Docg Asti e Moscato d’Asti.

Il Moscato in Piemonte è coltivato su una superficie di quasi 10 mila ettari per una produzione di oltre 90 milioni di bottiglie che hanno un valore di almeno 400 milioni di euro.

«Si tratta – conclude Furia - di valorizzare le nostre produzioni e fare chiarezza per i consumatori che scelgono di acquistare il vero Moscato d’Asti Docg. Non possiamo permettere che varietà, addirittura di livello inferiore, abbiano la stessa protezione e, di conseguenza, lo stesso peso sul mercato».


* Fonte e Ph. Coldiretti Piemonte

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