28
Dom, Apr
101 New Articles
Messaggio Promozionale
 

Agricoltura: Coldirettinews 22/04/2021

Agricoltura
Typography

Tutte le news di agricoltura con la collaborazione di Coldiretti Piemonte e delle sedi provinciali della nostra Regione. 22 aprile 2021. Denuncia choc di Coldiretti: “Violata la Costituzione!”.Consumi: stop a speculazionei cibo e pratiche sleali. Covid: con carta verde e riapertura  ristorazione, così riparte il turismo. Vendemmia: nasce il contratto condiviso di alloggio per gli stagionali.

Denuncia choc di Coldiretti: “Violata la Costituzione!”

“Agricoltori impossibilitati a lavorare, esasperati dai danni alle colture”

Nell’Astigiano più di mille ettari di seminativi distrutti dai cinghiali. Furia e Reggio: “È arrivato il momento di sapere di chi sono le responsabilità”

«Mai avrei pensato di arrivare al punto di appellarci alle fondamenta della nostra Costituzione. Eppure, evidentemente, anche a noi agricoltori che pensavamo di fare un lavoro legato ai cicli della natura, non ci resta che rivolgerci al Prefetto, e quindi a tutte le istituzioni, per sapere di chi sono le responsabilità del violato diritto a poter lavorare». Ha una voce ferma e determinata il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio, nel descrivere il senso di ingiustizia di fronte ai gravi danni alle colture agricole causati dagli animali selvatici.

«Con le recenti semine primaverili – puntualizza Reggio –, in particolare quelle del mais, si è venuta a creare una situazione di saturazione con il numero di esemplari di cinghiali e caprioli in continua crescita, ormai diventata insostenibile sia per le nostre imprese, sia per la sicurezza dei cittadini, sia per il rischio sanitario». C’è chi ha dovuto riseminare tre volte. È il caso di Beppe, allevatore di San Damiano d’Asti, che ora rischia di dover comprare il foraggio per alimentare i suoi vitelli di razza Piemontese: «Come tutti gli anni – ci spiega - ho seminato il mais. Di notte sono passati i cinghiali e hanno riaperto i solchi, esattamente come fa la macchina seminatrice, mangiando tutti i semi. Ho riseminato, e sono tornati, mangiando anche i semi del campo attiguo che intanto avevo già riseminato». La situazione è surreale, ci spiega il segretario della zona Coldiretti di San Damiano, Carlo Torchio: «A memoria d’uomo non si ricordano tanti danni causati dai cinghiali. Non sappiamo più come fare, probabilmente è un insieme di fattori ad aver fatto crescere i capi presenti sul nostro territorio delle Terre Alfieri che dal Sandamianese si estende nel Villafranchese fino al Roero. C’è anche chi dice che possa essere stato il lupo, avvistato a Valfenera e a Vaglierano, ad aver spinto in valle più cinghiali, c’è chi punta il dito contro le battute di selezione meno efficaci a causa delle restrizioni per la pandemia. In ogni caso molti stanno effettuando per la terza volta le semine primaverili, quindi triplo lavoro, tripli costi e anche maggiore pressione sull’ambiente. Sarebbe ora ci dicessero cosa fare e quali prospettive possano esserci, anche perché gli esperti parlano di scrofe gravide pronte a sfornare dai sette ai dieci cinghialotti ognuna». Secondo Coldiretti, in totale, nell’Astigiano, ci sono già più di mille ettari di seminativi danneggiati e distrutti.

«Credo sia giunto il momento di chiedersi – rimarca il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia – se esistano responsabilità in merito a una ulteriore recrudescenza di questo fenomeno. Quali sono le cause della crescita esponenziale dei danni, non solo all’agricoltura ma anche alla sicurezza della vita delle persone, e quindi della crescita incontrollata dei capi liberi di scorrazzare fra i campi e i centri abitati».

«Se la nostra – sottolinea il direttore Coldiretti, annunciando di aver chiesto ufficialmente un incontro al Prefetto di Asti - è una repubblica fondata sul lavoro, non ci rimane che appellarci all’articolo 4 della nostra carta costituzionale laddove si sancisce il diritto al lavoro. Chiediamo quindi di utilizzare ogni mezzo per tutelare il lavoro agricolo».

Il sistema della selezione dei nocivi attraverso la caccia e ogni altro strumento, sia esso tradizionale che innovativo, non hanno dato frutti. «L’esasperazione dei nostri associati – conclude il presidente Coldiretti – non è più sopportabile, proprio perché ogni azione di contenimento delle specie dannose si è dimostrata inefficace. E non solo, visti gli incontri e le tante promesse ricevute, molti agricoltori si sentono anche presi in giro.


CONSUMI, COLDIRETTI CUNEO: STOP A SPECULAZIONI CIBO E PRATICHE SLEALI

La distribuzione lungo la filiera deve essere più equa per sostenere l'economia del territori

È importante lo stop alle aste capestro al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione in un momento proprio in cui è fondamentale difendere la sovranità alimentare del Paese con l'emergenza Covid. È quanto afferma Coldiretti Cuneo nel commentare positivamente l'approvazione definitiva del Senato della Legge di Delegazione europea contro le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nelle filiere agricole e alimentari.

"Un intervento normativo fortemente sollecitato da Coldiretti – evidenzia Roberto Moncalvo Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali di una parte della GDO non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l'aumento di costi dovuti alle difficili condizioni di mercato. In tempi così difficili in cui le imprese sono già messe a dura prova dalla situazione pandemica, le risorse esistenti devono essere veramente indirizzate a far crescere e a sostenere l'economia del territorio".

Le vendite sottocosto dovranno ora rispettare una serie di parametri a partire dal semplice superamento dei costi medi di produzione elaborati dall' Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA).

"La legge colpisce anche il meccanismo delle aste al doppio ribasso – continua Moncalvo – che provoca forti distorsioni e speculazioni aggravando così i pesanti squilibri di filiera della ripartizione del valore visto che per ogni euro speso dai consumatori per l'acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo".

"Per difendere gli agricoltori dallo strapotere delle grandi catene distributive – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – si interviene anche sui ritardi di pagamento delle forniture e sulle modifiche non concordate dei contratti, fino ai mancati pagamenti per i prodotti invenduti. È stato introdotto nel provvedimento anche l'anonimato di chi denuncia tali vessazioni e viene data alle associazioni di rappresentanza la possibilità di presentare le denunce per conto dei propri soci. Nel testo approvato è importante la valorizzazione dell'intervento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentare (ICQRF) funzionale al rispetto del funzionamento del mercato e delle filiere per le acquisite competenze in ambito agroalimentare".


Anche a livello provinciale sul comparto turistico grava l’assenza di stranieri

Covid: con carta verde e riapertura ristorazione, così riparte il turismo

Nei centri urbani per i ristoratori può essere più difficile organizzarsi, più semplice negli agriturismi

La riapertura di bar, ristoranti e agriturismi per il servizio al tavolo all’aperto vale quasi un miliardo di euro in fatturato, nel periodo dal 26 aprile fino al 1 giugno quando sarà prevista anche la possibilità di accedere all’interno dei locali.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti delle nuove regole ipotizzate per il DL Covid allo studio del Governo.

Nello stesso DL sarà previsto l’arrivo, dal 1 giugno, della Carta Verde per consentire spostamenti tra regini di diverso colore.

L’arrivo del green pass salva le vacanze estive nel Belpaese di quasi 23 milioni di italiani che prima della pandemia avevano trascorso una vacanza in Italia tra giugno ed agosto, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat.

“Se nei centri urbani può essere più difficile che i ristoranti si organizzino con spazi all’aperto, questo è decisamente più semplice per i nostri agriturismi che si stanno  attrezzando per offrire agli ospiti la possibilità di in ampie aree all’aperto – affermano il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo -. Le riaperture sono indicate come priorità da quasi un italiano su tre, 30%, che desidera tornare in pub, ristoranti e agriturismi per trascorrere momenti conviviali a tavola insieme a parenti e amici, secondo un sondaggio condotto on line da Coldiretti. Una misura attesa dopo mesi di lockdown che ci hanno privato di una componente importante della socialità e tagliato pesantemente i redditi degli operatori con un crollo del fatturato della ristorazione del 42% nel 2020”.

Sul comparto turistico grava anche l’assenza di stranieri: la provincia di Alessandria, fino al 2019, registrava circa 1milione di presenze turistiche grazie anche agli stranieri, soprattutto, provenienti da Germania, BeNeLux e Francia.

“In crisi – continuano Bianco e Rampazzo - è l’intero sistema della ristorazione con le difficoltà che si aggravano e travolgono a valanga tutti i settori dell’agroalimentare con vino e cibi invenduti per un valore di 11,5 miliardi dall’inizio della pandemia. Dalla carne, ai salumi, dal vino ai formaggi: sono diversi i prodotti alimentari piemontesi di eccellente qualità che trovavano sbocco principalmente nella ristorazione di alto livello. Per questo è fondamentale far ripartire il turismo al più presto, per evitare il rischio di un’estate senza stranieri in vacanza in Italia”.

Ciò costerebbe 11,2 miliardi per le mancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Bankitalia.


VENDEMMIA: NASCE IL CONTRATTO CONDIVISO DI ALLOGGIO PER STAGIONALI

Importante intesa frutto del lavoro tra Consorzio Barolo Barbaresco, Coldiretti, CIA, Confagricoltura e Confcooperative per fornire locazione ai lavoratori non assunti direttamente dalle aziende agricole

Un’iniziativa di grande peso per il settore vitivinicolo cuneese in vista della prossima vendemmia, proprio perché frutto di un intenso lavoro di concertazione fra le parti sociali che rappresentano tutte le realtà produttive e lavorative del comparto. L’intesa, dopo intense giornate di lavoro, è stata siglata ieri a Cuneo tra il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Coldiretti Cuneo, CIA Cuneo, Confagricoltura Cuneo e Confcooperative Cuneo. Tutte le parti in causa sottolineano l’importanza del lavoro costituzionalmente inteso quale valore sociale e non solo economico.

Le aziende agricole già attualmente ospitano i loro dipendenti che in gran parte, essendo lavoratori stabili, non hanno bisogno di una locazione. Il contratto condiviso, concordato tra le Organizzazioni, nasce dall’esigenza di offrire un alloggio ai lavoratori anche quando sono assunti dalla Cooperativa e non direttamente dalle aziende agricole.

Nel settore vitivinicolo è molto diffuso che le aziende agricole stipulino dei contratti con Cooperative per attività in vigna e spesso, nel periodo della vendemmia accade che ci sia più offerta che domanda in termini lavorativi. Con questo contratto standard, le Organizzazioni e le aziende agricole si vogliono assicurare che tutti i lavoratori abbiano un alloggio, nonostante nessuno sia tenuto, per legge, a fornirne uno.

“Il contratto di prestazione standard concordato tra le Organizzazioni professionali a cui siamo arrivati – dichiara Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – è uno strumento di fondamentale importanza sia per i lavoratori agricoli - stagionali e non - sia per le aziende. È un atto di solidarietà ma anche di civiltà, un passo concreto in avanti per sostenere e facilitare le imprese agricole e per tutelare i lavoratori impegnati nella raccolta delle uve”.

“Parallelamente alla sfida della sostenibilità ambientale, è necessario che il nostro settore affronti la questione della tutela della manodopera”, dichiara Matteo Ascheri, Presidente del Consorzio Barolo Barbaresco. “Questo accordo è un primo passo importante per fronteggiare le problematiche che talvolta possono insorgere nel comparto vitivinicolo in momenti cruciali come la vendemmia. La questione merita molta attenzione e siamo consapevoli che questa intesa rappresenta l’inizio di un percorso articolato e necessario”.

“È stato finalmente messo a punto uno strumento importante quanto necessario – afferma Igor Varrone, Direttore Cia Cuneo – L’accordo sulla standardizzazione del contratto di prestazione potrà essere una tutela per le aziende e per i lavoratori. Dare uniformità nella gestione di questi rapporti contrattualistici qualifica il lavoro della filiera del vino, per la quale l’adesione a requisiti condivisi dal settore diventa elemento distintivo di affidabilità oltre che strumento di garanzia e integrazione”.

“Come Confcooperative Cuneo – dichiara il Presidente Alessandro Durando – la formalizzazione di un contratto di appalto di servizio condiviso tra aziende e cooperative è per noi importante.  È un accordo che tutela le parti in causa e viene a definire un approccio di sistema che rafforza il lavoro di questi anni nella direzione di realizzare una filiera del lavoro di qualità nel settore del vino. Naturalmente sarà necessario un costante confronto e monitoraggio sull’accordo sottoscritto per arginare le situazioni a rischio irregolarità, in specifico, per il nostro mondo, il contrastare il fenomeno delle cooperative spurie che restituiscono, del lavoro in vigna e del mondo della cooperazione, una immagine negativa che penalizza noi e tutto il territorio”. 

“Per quanto le caratteristiche del lavoro in vigna abbiano portato negli anni a una stabilizzazione dei lavoratori e del relativo alloggiamento, la sottoscrizione di un contratto condiviso da tutte le Organizzazioni evidenzia la sensibilità dell’intera filiera alle tematiche della sostenibilità e dell’etica del lavoro – commenta Roberto Abellonio, Direttore Confagricoltura Cuneo – è un’intesa che conferma l’attenzione del comparto vitivinicolo cuneese in tema di integrazione e tutela dei diritti dei lavoratori”.

Per le Organizzazioni è fondamentale l’impegno, attraverso la contrattazione e la bilateralità. È di fondamentale importanza che un tessuto produttivo sia basato su presupposti etici ed organizzativi e che garantisca la qualità di processi e prodotti, dichiarando irrinunciabile e fondamento di ogni strategia il valore dell’integrazione, dell’educazione e della promozione socio-culturale.


* Fonte e Ph. Coldiretti Piemonte

Messaggio Promozionale