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Agricoltura Coldirettinews - 19/01/2022

Agricoltura
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Tutte le news di agricoltura con la collaborazione di Coldiretti Piemonte e delle sedi provinciali della nostra Regione. 19 gennaio 2022. CON EMERGENZA PESTE SUINA AFRICANA ADOTTARE SUBITO MISURE STRAORDINARIE PER IL CONTENIMENTO. Convocato il Tavolo regionale per un confronto sulle linee guida. RECORD STORICO PER LE BOLLICINE ITALIANE. INFLAZIONE, COLDIRETTI CUNEO: CARO ENERGIA "STROZZA" LE IMPRESE AGRICOLE. S.Antonio: animali in 4 case su 10. Con la ripresa contagi aumenta numero adozioni. CORSO APICOLTURA BASE.

CON EMERGENZA PESTE SUINA AFRICANA ADOTTARE SUBITO MISURE STRAORDINARIE PER IL CONTENIMENTO

 Insufficienti le misure proposte dall’assessorato all’Agricoltura

 “Serve immediatamente un intervento straordinario, che vada oltre le proposte insufficienti dell’assessorato all’Agricoltura, per contenere il numero di cinghiali e bloccare il diffondersi della Peste Suina Africana. Come indicato dal Ministero della Salute, un efficace depopolamento si raggiunge quando vengono abbattuti il doppio dei cinghiali rispetto ai dati dell’ultimo anno. Questo per il Piemonte significa arrivare, al più presto, a circa 50 mila cinghiali da abbattere: un obiettivo raggiungibile solo con regole nuove e omogenee in tutta la Regione”. 

E’ quanto ha fatto presente Coldiretti Piemonte durante il tavolo regionale, convocato dall’assessorato all’Agricoltura, per un confronto sulle Linee guida per la gestione venatoria e l’attività di contenimento del cinghiale nella Regione Piemonte e sulla situazione d’emergenza attuale rispetto alla Peste Suina Africana.

“Sono necessarie azioni coraggiose che coinvolgano tutti i soggetti interessati sui territori, dai cacciatori agli operatori abilitati – afferma il presidente Coldiretti Asti Marco Reggio – visto che quanto attuato fino ad ora è risultato del tutto inefficace e fallimentare. Come abbiamo già fatto presente, occorre bloccare la sperimentazione sulla caccia di selezione con l’uso dei cani in questo mese di gennaio, non solo inutile ma dannosa in quanto per prevenire l’avanzamento della Peste Suina Africana (PSA) è fondamentale ridurre al minimo lo spostamento degli animali”.

“A questo punto,- sottolinea il direttore Coldiretti Asti Diego Furia - le azioni che avevamo già indicato alla Regione come prioritarie, diventano ancora urgenti: dal potenziare le attività di contenimento con azioni straordinarie notturne, anche nei parchi, mediante i più moderni strumenti tecnologici che consentono di agire in sicurezza e con grande efficacia al riconoscere la possibilità a tutti i proprietari, conduttori di fondi e tutor, abilitati attraverso i corsi già svolti, di installare, anche nelle aree parco, gabbie per la cattura degli animali”.

“E’ infine indispensabile - concludono Reggio e Furia - il controllo sanitario di tutti i capi abbattuti, così da tutelare la salute pubblica e creare le condizioni che garantiscano continuità agli allevamenti domestici presenti a livello territoriale, sanzionando pesantemente chi lo evadesse”.


Convocato il Tavolo regionale per un confronto sulle linee guida

Fauna selvatica: con emergenza Peste Suina Africana adottare subito azioni straordinarie di contenimento

Insufficienti le misure proposte dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura, servono nuove regole

“Serve immediatamente un intervento straordinario, che vada oltre le proposte insufficienti dell’assessorato all’Agricoltura, per contenere il numero di cinghiali e bloccare il diffondersi della Peste Suina Africana. Come indicato dal Ministero della Salute, un efficace depopolamento si raggiunge quando vengono abbattuti il doppio dei cinghiali rispetto ai dati dell’ultimo anno. Questo per il Piemonte significa arrivare, al più presto, a circa 50 mila cinghiali da abbattere: un obiettivo raggiungibile solo con regole nuove e omogenee in tutta la Regione”.

Coldiretti Alessandria fa proprie le dichiarazioni di Coldiretti Piemonte durante il tavolo regionale, convocato dall’assessorato all’Agricoltura, per un confronto sulle Linee guida per la gestione venatoria e l’attività di contenimento del cinghiale nella Regione Piemonte e sulla situazione d’emergenza attuale rispetto alla Peste Suina Africana.

“Sono necessarie azioni coraggiose che coinvolgano tutti i soggetti interessati sui territori, dai cacciatori agli operatori abilitati – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – visto che quanto attuato fino ad ora è risultato del tutto inefficace e fallimentare. Come abbiamo già fatto presente, occorre bloccare la sperimentazione sulla caccia di selezione con l’uso dei cani in questo mese di gennaio, non solo inutile ma dannosa in quanto per prevenire l’avanzamento della Peste Suina Africana (PSA) è fondamentale ridurre al minimo lo spostamento degli animali”.

“A questo punto, le azioni che avevamo già indicato alla Regione come prioritarie, diventano ancora più urgenti: dal potenziare le attività di contenimento con azioni straordinarie notturne, anche nei parchi, mediante i più moderni strumenti tecnologici che consentono di agire in sicurezza e con grande efficacia al riconoscere la possibilità a tutti i proprietari, conduttori di fondi e tutor, abilitati attraverso i corsi già svolti, di installare, anche nelle aree parco, gabbie per la cattura degli animali. E’ infine è indispensabile il controllo sanitario di tutti i capi abbattuti, così da tutelare la salute pubblica e creare le condizioni che garantiscano continuità agli allevamenti domestici presenti a livello territoriale, sanzionando pesantemente chi lo evadesse”, ha concluso il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.


RECORD STORICO PER LE BOLLICINE ITALIANE

Oltre 100 milioni bottiglie di Asti DOCG prodotte, stappate ed esportate

Secondo un'analisi Coldiretti la produzione di spumante italiano ha superato per la prima volta il miliardo di bottiglie nel 2021, un balzo del 23%, spinto dalla voglia di normalità di fronte all'emergenza Covid. 

A trainare il successo delle bollicine italiane sono state anche quelle made in Asti che con l'Asti Docg hanno ottenuto un risultato di oltre 102 milioni di bottiglie prodotte, vendute ed esportate.

Nella sola provincia di Asti per produrre Asti Docg, nelle tipologie di Moscato d'Asti, Asti spumante e Asti secco, sono coinvolte oltre 2700 aziende viticole che operano su una superficie di 4500 ettari.

Un successo spinto dalla domanda interna con una crescita del 27% in valore degli acquisti degli italiani, ma anche per l'esplosione delle richieste arrivate dall'estero dove si registra un aumento del 29% per un totale di circa 700 milioni di bottiglie stappate fuori dai confini nazionali secondo proiezioni Coldiretti per il 2021 su dati Istat ed Ismea. 

"Un patrimonio del Made in Italy che ha conquistato di gran lunga la leadership a livello mondiale in termini di volumi esportati davanti a Champagne e Cava. – sottolinea Marco Reggio Presidente Coldiretti Asti – Fuori dai confini nazionali finisce circa 2/3 della produzione nazionale di bollicine e i consumatori più appassionati delle bollicine tricolori diventano gli americani che scavalcano i "cugini" inglesi con un aumento del 44% in quantità, mentre oltremanica si "fermano" a una crescita del 12% che testimonia comunque come l'amore dei britannici per le bollicine italiane sia più forte anche della Brexit".

Nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo c'è tra le altre anche l'Asti che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese, tanto che proprio sul mercato transalpino si registra una crescita record delle vendite del 16%. 

"Sul successo delle bollicine tricolori nel mondo pesa però – afferma il Direttore di Coldiretti Asti Diego Furia – la contemporanea crescita delle imitazioni in tutti i continenti a partire dall'Europa dove sono in vendita bottiglie i cui nomi richiamano le bollicine di successo italiane".

Nonostante le difficoltà del clima l'Italia resta leader mondiale della produzione di vino e spumanti davanti a Francia e Spagna, i due principali competitor a livello internazionale, con una produzione che nel 2021, seppur in calo del 10% sfiora i 44,5 milioni di ettolitri, secondo le previsioni della Commissione Europea. 

"L'elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano – continua il direttore Furia – è l'attenzione verso il legame con il territorio, la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l'utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice. Le aziende agricole dei giovani possiedono peraltro una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più".  

"Il vino e lo spumante sono i prodotti italiani della tavola più esportati all'estero e rappresentano un elemento strategico per l'intero sistema Paese - concludono Reggio e Furia - si tratta del risultato di un percorso fatto dalle nostre aziende verso la qualità e la sostenibilità delle produzioni. A preoccupare sono però le nuove politiche europee come la proposta di mettere etichette allarmistiche sulle bottiglie per scoraggiare il consumo e lo stop anche ai sostegni alla promozione".


INFLAZIONE, COLDIRETTI CUNEO: CARO ENERGIA "STROZZA" LE IMPRESE AGRICOLE

Gli aumenti fanno schizzare i costi di produzione. Servono accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle

Sale al 3,9% l'inflazione a causa del balzo dei costi energetici, un fenomeno che si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole, sempre più strozzate dall'aumento dei costi di produzione, che vedono una minore crescita dei prezzi dei prodotti alimentari con un differenziale che, a dicembre, era pari al 2,9. Lo rivela l'analisi della Coldiretti sulla base dei dati ISTAT relativi all'intero 2021.

"Per le operazioni colturali gli agricoltori – spiega Roberto Moncalvo Delegato Confederale Coldiretti Cuneo – sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l'estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre l'impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l'alto i prezzi dei concimi".

Su base annuale si evidenzia un aumento dei prezzi alimentari pari ad appena lo 0,6 %, molto meno della metà dell'inflazione che è salita al 1,9% sulla spinta dei beni energetici. Ad esempio l'urea è passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico DAP raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%. Non si sottraggono ai rincari anche i fertilizzanti a base di azoto, fosforo e potassio che subiscono anch'essi una forte impennata (+60%).

"L'aumento dei costi – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore Coldiretti Cuneo – riguarda anche l'alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l'essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne. Il rincaro dell'energia si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi. Serve la responsabilità da parte dell'intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle".


Problematicità economiche e difficoltà riguardano molte attività della fattoria

S.Antonio: animali in 4 case su 10. Con la ripresa contagi aumenta numero adozioni

Allevamenti stretti tra costi di produzione, malattie e prezzi che non remunerano il lavoro

Quattro alessandrini su dieci accolgono gli animali nella propria casa dove molti sono costretti a stare a causa della forte ripresa dei contagi.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Eurispes in occasione della tradizionale benedizione di Sant’Antonio Abate, il Patrono degli animali.

Una tradizione popolare che il 17 gennaio vede il ripetersi del rito la benedizione dalla variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio nazionale nelle case, nelle campagne, nelle stalle, ovili e nei pollai.

Con l’avanzare della pandemia Covid aumentano gli italiani che vivono in compagnia di almeno un animale con la percentuale che è salita dal 33,6% del 2019 al 39,5% nel 2020 fino al 40,2% del 2021. S tratta soprattutto di cani (43,6%) e gatti (35,1%) che aiutano molti italiani a sopportare meglio i momenti difficili dell’isolamento e della quarantena.

“Le difficoltà riguardano anche la presenza degli animali nelle campagne dove si ripercuotono le problematicità economiche determinate dalla pandemia con gli allevamenti stretti tra aumenti dei costi di produzione, malattie dalla aviaria alla peste suina africana e prezzi, a partire dal latte, che non remunerano il lavoro degli agricoltori. Oltre alle fake che continuano a demonizzare le carni italiane”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Una difficoltà che ha riguardato la pianura e soprattutto e le aree interne più difficili dove mancano condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori.

Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. L’allevamento italiano è poi un importante comparto economico che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale dove sono circa 800mila le persone al lavoro”.

Gli animali custoditi negli allevamenti italiani rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali.


CORSO APICOLTURA BASE

Anche nell'inverno 2022 Aspromiele (Associazione Produttori Miele Piemonte) attiva il corso di apicoltura di primo livello online.

Nel corso dei sette incontri si parlerà di come è organizzata la società delle api, di attrezzature apistiche, di come va gestita una colonia nel corso delle stagioni, delle patologie di cui può soffrire e per finire dei prodotti dell’alveare.

Le lezioni saranno tenute dagli stessi tecnici apistici di Aspromiele, in grado di assicurare continuità di assistenza anche al termine e al di fuori del corso.

Gli incontri si svolgeranno in modalità online tra gennaio e marzo.

Il Corso di apicoltura online  è organizzato da Aspromiele con il seguente programma:

  • 1° lezione martedì 25 GENNAIO 2022 dalle 20:00 alle 22:30 Anatomia e fisiologia dell’ape
  • 2° lezione martedì 1 FEBBRAIO 2022 dalle 20:00 alle 22:30 Materiali in apicoltura
  • 3° lezione martedì 8 FEBBRAIO 2022 dalle 20:00 alle 22:30 Tecnica apistica
  • 4° lezione martedì 15 FEBBRAIO 2022 dalle 20:00 alle 22:30 Tecnica apistica
  • 5° lezione martedì 22 FEBBRAIO 2022 dalle 20:00 alle 22:30 Patologia apistica
  • 6° lezione martedì 1 MARZO 2022 dalle 20:00 alle 22:30 Patologia apistica
  • 7° lezione martedì 8 MARZO 2022 dalle 20:00 alle 22:30 I prodotti dell’alveare

Il corso prevede 7 incontri di natura teorica ed è a numero chiuso. Viene svolto in modalità online sulla piattaforma Google Meet (tramite semplice condivisione di un link), e prevede anche la possibilità di dialogare e fare domande. 

Gli argomenti proposti consentiranno ai partecipanti di acquisire la terminologia tecnica, nonché le nozioni fondamentali per una gestione apistica al passo con le nuove problematiche e sfide che il settore si trova oggi ad affrontare, come la scelta dei materiali e delle attrezzature, la tecnica apistica nel corso delle diverse stagioni, il riconoscimento delle patologie e il loro contrasto, una panoramica dei prodotti dell’alveare, e molto altro. I docenti saranno i tecnici apistici di Aspromiele, in grado di assicurare continuità di assistenza anche al di fuori del corso.

Per informazioni e iscrizioni contattare il tecnico Aspromiele: Ulderica Grassone, 335 7024802 oppure scrivere Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


* Fonte e Ph. Coldiretti Piemonte

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