6315 Stone Island A/W '015 ' 016

 

Da Milano, Roma, Firenze, a Londra, Parigi, Cannes, Monaco, Amburgo e Sylt in Germania, Amsterdam, Anversa, Seoul, all'hub di New York, per citare solo alcuni dei principali dei sette monomarca Stone Island italiani e dieci nel mondo. Avevo visitato a maggio nel modenese, ospite di Carlo Rivetti, l'avveniristico stabilimento con la tintoria sperimentale, il reparto ricerca tessuti, l'ufficio stile e l'archivio storico: è li che nasce quello che rappresenta il massimo estremo raggiungibile in tecnologia, moda, qualità e stile.

Ottenuta l'autorizzazione del Comune di Torino a usufruire del salotto buono della città finalmente  giovedì 29 ottobre l'inaugurazione. 

L'appuntamento è alle 19 in piazza san Carlo 167. Una gigantesca struttura dove vengono proiettati i capi della collezione autunno inverno 2015-2016 accoglie gli ospiti invitati. 

Dopo aver ricevuto il caloroso benvenuto da Camilla Rivetti, figlia di Carlo, ecco che  possiamo visitare il negozio; ammirare il progetto di Marc Buhre, designer industriale di Heidelberg è un esperienza mozzafiato; 250 mq dedicati alle collezioni Stone Island e Stone Island Shadow. Si alternano il bianco dei soffitti a volta, le pareti in mattoni, i led blu inseriti su pannelli antracite, una grossa parete in cristallo, le appenderie in vetroresina luminosa, rovere oliato e carbonio con elementi portanti in alluminio anodizzato colorato. I ripiani in Alucobond specchiante e feltro industriale su boiserie in legno laccato colorato nero in pasta. Pavimento in Pietra Serena e Acciaio Brunito con sfumature blu; i tagli triangolari delle componenti evocano la Rosa dei Venti, simbolo di Stone Island.

 

 

 

 

Si respira la storia nel locale dove nel sotterraneo Giorgio Armani nel lontano 1985 aveva aperto il suo primo monomarca a Torino. Ora, nel 2015, "torna" Carlo Rivetti a inaugurare il concept store Stone Island.

Nel dopoguerra e negli anni del boom economico era il Gruppo Finanziario Tessile dei fratelli Franco, Piergiorgio e Silvio Rivetti a vestire gli italiani con Facis, Marus e Cori e promuovere la moda italiana con Armani, Valentino e Ungaro. Tutto allora era partito da una intuizione di Silvio Rivetti che, tornato da un viaggio in America, aveva avuto l'idea di vendere abiti già pronti "senza perdite di tempo" e "senza andare dal sarto", confezionati in ben 120 taglie diverse, le cui misure si sarebbero adattate a tutti quanti. Silvio Rivetti che aveva sposato Rosy Marone Cinzano, muore tragicamente nel 1961. 

Carlo il papà lo ha conosciuto per poco tempo ma la storia della sua famiglia non la può dimenticare e il tesoro di esperienze acquisite nel Gruppo gli hanno permesso di diventare un imprenditore capace e innovativo.

 

Bentornato a Torino Carlo Rivetti, benvenuto a Torino Stone Island.

 

  

© 2015, Giulio Steve