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È on line www.matosto.it un portale che racconta la storia della creatività e del marketing torinesi attraverso l'archivio dei marchi depositati negli anni presso la Camera di Commercio di Torino. Tutti i verbali sono oggi consultabili grazie ad un ampio lavoro di digitalizzazione iniziato nel 2012 e realizzato in collaborazione con Ismel. Da lunedì 2 novembre una mostra presso l'Accademia Albertina espone i lavori di studenti che hanno rielaborato alcuni marchi storici del settore tessile.

Riapre sabato 24 ottobre, sino al 24 gennaio 2021, la grande mostra «Divisionismo La rivoluzione della luce», nella magnifica cornice del Castello Visconteo Sforzesco a Novara. L'esposizione, in programma dal 23 novembre 2019 al 12 aprile 2020, era stata chiusa anticipatamente per l'emergenza sanitaria.

Nel regno dei funghi. Al Giardino Botanico di Oropa si rinnova l'appuntamento domenica 20 settembre per la Mostra Micologica della Valle Oropa. Durante l’intera giornata si potranno ammirare le esposizioni di esemplari veri, essere aiutati nella determinazione delle proprie raccolte, consultare materiale divulgativo e multimediale. Non mancherà il “Pranzo micologico” a tema su prenotazione.

CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia dal 17 settembre, all' 8 dicembre 2020, ospita la mostra fotografica Paolo Ventura. Carousel, a cura di Walter Guadagnini, con la collaborazione di Monica Poggi. Un percorso all’interno della carriera di Paolo Ventura, uno degli artisti italiani più riconosciuti e apprezzati in Italia e all’estero.

Dal 1° ottobre Torino accoglie la nuova tappa di 'Beyond Walls - Oltre i muri', il progetto di Land Art dell'artista franco-svizzero Saype sostenuto dal Gruppo Lavazza in collaborazione con il Comune di Torino e i Musei Reali Torino.

Da rudere abbandonato a quello che oggi è un Museo di storia militare fra i più apprezzati e conosciuti d'Europa. Dal 1° agosto la riapertura al pubblico per la stagione 2020.


A partire dal 1° agosto prossimo, riapre a Bardonecchia il Museo Forte Bramafam, per la stagione 2020. Un anno che segna i 25 anni della rinascita della fortezza: da rudere abbandonato a quello che oggi è un Museo di Storia Militare fra i più apprezzati e conosciuti d'Europa, interamento curato dall'A.S.S.A.M. (Associazione per gli Studi di Storia e Architettura Militare)


La stagione di visite 2020, inizia il 1° agosto – con nuovi allestimenti e mostre e continuerà sino a ottobre.
 
La nuova vita del Forte Bramafam, in Alta Val Susa iniziava infatti il 18 maggio 1995, quando Pier Giorgio Corino, oggi  direttore del Museo e ideatore e progettista  dell'impianto museale, a nome dell'A.S.S.A.M. direttore del Museo e curatore degli allestimenti museali, prendeva formale consegna dal Demanio, sulla piazza d'armi, di ciò che restava del Forte, vilipeso da decenni di abbandono e saccheggio. Una ricorrenza che si sarebbe voluta celebrare in modo adeguato, ma che la pandemia ha impedito, ritardando invece la tradizionale apertura estiva prevista a giugno. 


Pier Giorgio Corino

"Alcuni di noi non ci sono più, ma la gran parte è ancora qui a lavorare con la “lucida follia visionaria” di allora, per fortuna con alcuni giovani che si sono uniti al gruppo fatto da entusiasti volontari, che cura la gestione del Museo, degli allestimenti, i restauri e le  mostre. L’obiettivo primario è stato raggiunto. Abbiamo salvato un bene straordinario dall’oblio e dallo sfascio e un passo alla volta gli abbiamo ridato dignità. Con orgoglio rivendichiamo di essere stati il primo Museo completamente sostenuto e gestito da privati ad essere accreditato dalla Regione Piemonte. Insieme al recupero strutturale abbiamo via via creato gli allestimenti ambientali, con acquisizione di una notevole quantità di materiale storico che ci ha permesso di ridare vita alla struttura rendendola un percorso museale quasi unico nel suo genere in Italia. La prima uniforme è arrivata qui nel ’98. Ne è passato di tempo. Oggi è cambiato il rapporto nel reperimento del materiale storico. Sono moltissimi coloro che si rivolgono a noi per consegnarci oggetti e reperti “perché non vadano perduti”.


La storia del forte

Costruito tra il 1874 ed il 1889 sul colle che domina la conca di Bardonecchia, il Forte Bramafam venne concepito allo scopo di proteggere lo sbocco della Galleria del Fréjus da eventuali puntate di truppe francesi che non fossero state arrestate dai sistemi di distruzione interni al tunnel ferroviario.

Questa fortificazione della “Triplice” è un ibrido, di transizione strutturale: l’ultimo dei grandi Forti a struttura lapidea in granito dalle architetture maestose e dell’arte secolare dello scolpire la pietra della tradizione militare sabauda presto meticciato poi dall’utilizzo del moderno calcestruzzo.

A fine ‘800 il Forte Bramafam di Bardonecchia era la più importante fortificazione delle Alpi Cozie. Dotato di un armamento di prim'ordine, due torri corazzate della Gruson per pezzi da 120/21, quattro cannoni a tiro rapido da 57 mm in torrette a scomparsa, sei pezzi da 87 B.R. ret. e due da 149 G, fu suddiviso in tre distinte parti, visibili ancora oggi: la piazza d'armi, il forte principale e l'avanforte, situato verso 1'estremità occidentale della montagna. Nel 1892 il forte poteva ormai definirsi completato. La guarnigione era assicurata da truppe del presidio di Torino e del 6° reggimento Artiglieria da Fortezza. II presidio di guerra comprendeva 200 uomini, in caso di necessità poteva ospitare su giacigli paglia a terra altri 280 soldati.

Adibito durante la Prima Guerra Mondiale a campo di prigionia per i prigionieri austriaci, ritornò a svolgere la propria funzione difensiva negli anni Trenta, quando i rapporti con la Francia si erano nuovamente deteriorati. Risalgono infatti a questo periodo i lavori di potenziamento delle difese esterne, caratterizzati, in particolare, dalla costruzione di opere in caverna per mitragliatrici e cannoni anticarro. La più importante, il Centro 14, che si affacciava sui versanti nord e ovest dell'altura, era armata con sei mitragliatrici e presidiata da 42 uomini.

Come tutte le opere della zona di Bardonecchia, anche il Forte Bramafam fu affidato all'VIII Settore della Guardia alla Frontiera (GAF).

I due pezzi da 120/21, ancora operativi, andarono così a formare la 516a batteria G.a.F. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, i suoi cannoni non intervennero, ma il 21 giugno 1940, giorno in cui iniziò la breve offensiva italiana, il sito subì un bombardamento aereo.

Dopo l'8 settembre 1943 il Bramafam fu occupato dalle truppe tedesche che vi mantennero il comando del 100° Reggimento Gebirgsjäger, sino ad essere abbandonato all'alba del 27 aprile 1945.

Nel primo dopoguerra subì un sistematico saccheggio che fu completato, nella sua azione devastatrice, dallo smantellamento imposto dalle norme del Trattato di Pace di Parigi del 1947. Fino agli inizi degli anni Novanta il Bramafam è stato oggetto di asportazioni e atti vandalici: tutte le parti metalliche sono state rimosse, così come sono scomparsi i manufatti lapidei e demoliti numerosi tramezzi e muri di tamponatura per il recupero dei mattoni pieni.


Info e contatti

IL MUSEO FORTE BRAMAFAM SARÀ APERTO PER TUTTO IL MESE DI AGOSTO

I SABATI E DOMENICHE DI SETTEMBRE E OTTOBRE.

L’ORARIO DI VISITA È DALLE 10,00 ALLE 18,30.

ULTIMO INGRESSO ALLE 17,00.

tempo medio di visita 2-3 ore.

Quest’anno le visite guidate sono sospese.

INGRESSO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORI IN RISPETTO ALLE NORMATIVE ANTI COVID19

CHIAMARE AL 377.3496355 DALLE 10.00 ALLE 17.00

Infoline: Tel. +39 3336020192

Altre info e aggiornamenti sulle mostre:

www.fortebramafam.it e alla pagina FB https://www.facebook.com/museofortebramafam/

 

Intesa Sanpaolo aderisce alla diciannovesima edizione di Invito a Palazzo, l’iniziativa promossa da ABI per l’apertura al pubblico dei palazzi storici delle banche italiane. Sabato 3 ottobre ritorna “Invito a Palazzo”, appuntamento promosso da ABI per l’apertura straordinaria e gratuita dei palazzi storici delle banche italiane. Intesa Sanpaolo partecipa con l’apertura delle tre sedi museali delle Gallerie d’Italia a Milano, Vicenza e Napoli e il Museo del Risparmio di Torino.

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