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Coronavirus in Piemonte, situazione 29/2-1

Sanità - Benessere
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La situazione nella nostra regione al 29 febbraio 2020, ore 12. Terminate nella notte le operazioni di rientro degli astigiani. Coronavirus: la situazione in Piemonte. Ordinanza valida fino a domenica in attesa del decreto del Governo. Coronavirus: salgono contagiati Piemonte, 'ma no zone rosse'. Università Torino, stop lezioni fino al 7 marzo. Juve-Inter -1. Ma non è sicuro: Governo e Lega A vorrebbero evitare danno d'immagine.

La situazione nella nostra regione al 29 febbraio 2020, ore 12. Terminate nella notte le operazioni di rientro degli astigiani. Coronavirus: la situazione in Piemonte. Ordinanza valida fino a domenica in attesa del decreto del Governo. Coronavirus: salgono contagiati Piemonte, 'ma no zone rosse'. Università Torino, stop lezioni fino al 7 marzo. Juve-Inter -1. Ma non è sicuro: Governo e Lega A vorrebbero evitare danno d'immagine.


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Terminate nella notte le operazioni di rientro degli astigiani

Sono terminate nella notte le operazioni di rientro a casa della comitiva di 36 astigiani facenti parte del gruppo di soggiornanti presso l’hotel di Alassio. Di questi, 28 (comprendenti i 4 dimessi dall'ospedale San Martino di Genova perché asintomatici) sono risultati positivi al test sul coronavirus “COVID19”, ma non presentando particolari problemi clinici, sono stati tutti posti in isolamento fiduciario domiciliare.
Con il loro arrivo, salgono a 43 i casi probabili di contagio presenti sul territorio piemontese, di cui solo 1 confermato dall’Istituto superiore di sanità: 35 ad Asti, 3 a Torino, 3 a Novara e 2 nel Vco.
Resta immutato il numero dei ricoverati: 1 a Torino, presso l’Amedeo di Savoia, 3 al Cardinal Massaia di Asti e 3 al Maggiore della Carità di Novara. Nessuno in terapia intensiva.


Coronavirus: la situazione in Piemonte

Sono una quindicina, attualmente, le persone positive al Coronavirus. Per tutte, tranne per il 40enne torinese ospedalizzato all'Amedeo di Savoia (al momento l’unico caso conclamato) c’è attesa per l'esito delle controanalisi che verranno effettuate dall’Istituto superiore di Sanità, che potrebbero anche certificare la negatività.

Ad essi si aggiungono le 32 persone reintarate in serata ad Asti da Alassio con due pullman, uno per quelle risultate negative alle analisi e un altro con quelle positive e asintomatiche (una ventina in totale). Tutte verranno comunque messe in isolamento domiciliare, sotto stretta sorveglianza attiva dell’Asl. Gli altri quattro astigiani sono stati invece dimessi dall'ospedale San Martino di Genova: per loro è ormai passata la fase più acuta della malattia e verranno portati nelle loro abitazioni con obbligo di isolamento.

L'assessore alla Sanità precisa che sono state già effettuate tutte le indagini epidemiologiche e che c'è la certezza che tutti i nuovi contagi sono riconducibili al focolaio lombardo. Non c'è un focolaio piemontese.


Ordinanza valida fino a domenica in attesa del decreto del Governo

Il presidente della Regione, al termine della serie di riunioni con le categorie sociali ed economiche alle quali ha partecipato oggi nella Prefettura di Torino, ha dichiarato che l’ordinanza della Regione con le misure di contenimento in scadenza domani sarà valida fino a domenica per il recepimento del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri. Sulle misure successive si attende la decisione del Governo, che va nella direzione di un’ordinanza unica e armonizzata il più possibile e che avrà le basi scientifiche dettate dal Consiglio superiore di Sanità.

Il Piemonte, ha continuato il presidente, auspica un graduale ritorno alla normalità dalla prossima settimana e attende il decreto con il quale lo Stato assumerà una posizione e alla luce di questa i piemontesi sapranno come organizzare la propria vita.

Il presidente ha concluso dicendo che il fatto che in Piemonte non ci sia un focolaio di contagio, ma solo casi di derivazione certa dal focolaio lombardo, mette il territorio in una situazione meno grave rispetto a Lombardia e Veneto. In ogni caso si dovrebbe andare verso una differenziazione fra Regioni, magari distinguendo fra le varie zone e imponendo misure diverse a seconda della distanza dai focolai.


Coronavirus: salgono contagiati Piemonte, 'ma no zone rosse'

Sale in Piemonte il numero delle persone contagiate dal Coronavirus: al momento se ne registrano una quindicina, alle quali vanno sommate le oltre venti in arrivo nell'astigiano dall'albergo di Alassio. Il conto include anche i quattro astigiani ricoverati al San Martino di Genova e poi dimessi, che hanno superato la fase acuta e si avviano alla guarigione. Tutte le nuove positività devono però ancora passare al vaglio dell'Istituto Superiore di Sanità per essere convalidate. Lo ha sottolineato questa sera l'assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, incontrando i giornalisti in Prefettura insieme al governatore Alberto Cirio, al prefetto Claudio Palomba, e alla sindaca di Torino, Chiara Appendino.
"Abbiamo già fatto tutte le indagini epidemiologiche - ha detto Icardi - e siamo certi che tutti i nuovi contagi sono riconducibili al focolaio lombardo. Spero questo ci permetta misure meno restrittive. In ogni caso escludo una zona rossa astigiana, perché non c'è un focolaio piemontese". (ANSA).


Università Torino, stop lezioni fino al 7 marzo

Niente lezioni ancora per una settimana per i quasi 80 mila studenti dell'Università di Torino per l'emergenza Coronavirus, non essendoci ancora certezze sulle decisioni che verranno prese a livello nazionale. E' quanto comunica l'ateneo attraverso la sua pagina Facebook. "In attesa di nuove disposizioni ministeriali - si legge nel post - le attività didattiche in presenza rimangono sospese fino a sabato 7 marzo in tutte le sedi dell'Ateneo e dei Dipartimenti, incluse le sedi extrametropolitane".
L'Università fa sapere inoltre che "sono allo studio modalità di recupero e di didattica alternativa che saranno comunicate al più presto". (ANSA).


Juve-Inter -1. Ma non è sicuro: Governo e Lega A vorrebbero evitare danno d'immagine

Non è ancora certo che Juventus-Inter, al pari delle altre quattro gare che si dovranno disputare a porte chiuse, andrà in scena. Al momento si va in quella direzione ma sia la Lega Serie A che il Governo vorrebbero evitare trasmettendo le immagini di un derby d'Italia senza spettatori l'immagine di un Paese cupo, depresso e pericoloso.
Il Governo, riporta la 'Gazzetta dello Sport, oggi si confronterà con la commissione scientifica e le Regioni e da questo dialogo dipenderanno le scelte della Lega di A, che è l’autorità titolata per prendere la decisione finale.
Il problema principale è relativo al recupero di queste partite, e in particolare proprio di Juventus-Inter. Le altre partite che si giocheranno senza spettatori - ovvero - Udinese-Fiorentina, Milan-Genoa, Parma-SPAL, Sassuolo-Brescia - non coinvolgono infatti squadre impegnate in Europa.
Per Juventus e Inter, invece, molto difficile trovare slot disponibili. Soprattutto per i nerazzurri, che già dovranno recuperare il match con la Samp.


Ph. Regione Piemonte

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