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Slow Food-ONU: al collasso la biodiversità

Ambiente - Clima
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Le Nazioni Unite, lanciano un allarme sul drammatico collasso della biodiversità nel mondo con uno studio pubblicato oggi. Slow Food denuncia da oltre 20 anni i rischi di un sistema intensivo di produzione di cibo e ha già catalogato oltre 5.000 prodotti da salvare. Oggi chiede con forza ai governi mondiali di prendere in seria considerazione questi studi.

Un milione di piante e animali scompariranno dal pianeta in poco tempo e la salute degli ecosistemi si sta deteriorando più velocemente che mai.

Biodiversità: l'allarme delle Nazioni Unite e di Slow Food

L'allarme arriva dalle Nazioni Unite: la Piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e gli ecosistemi (Ipbes) si è riunita a Parigi dal 29 aprile a oggi e ha reso pubblico l'esito di tre anni di ricerche sullo stato della biodiversità.

La biodiversità secondo Slow Food, è una risposta concreta a emergenze ed esigenze quotidiane come il cambiamento climatico. Per questo negli anni Slow Food ha catalogato oltre 5000 prodotti da salvare con l'Arca del Gusto, ha avviato oltre 500 progetti a sostegno di contadini, pastori, pescatori (Presìdi), ha illustrato il valore della biodiversità attraverso gli orti, le reti di cuochi, gli eventi, l'educazione.

C'è ancora moltissimo da fare: è necessario attrezzarsi per affrontare questa sfida, con consapevolezza ed è fondamentale che governi, istituzioni, le imprese e la finanza da un lato ma anche e soprattutto singoli cittadini dall'altro si mobilitino immediatamente.

Carlo Petrini, Presidente di Slow Food e fautore della biodiversotà nel mondo, sottolinea: "Le più importanti istituzioni del mondo si stanno rendendo conto di una situazione drammatica che Slow Food denuncia da oltre vent'anni. Negli ultimi 70 anni abbiamo distrutto i tre quarti dell'agrobiodiversità che i contadini avevano selezionato nei 10.000 anni precedenti. Fonti autorevoli già da tempo ci stanno mettendo in guardia perché stiamo attraversando la sesta estinzione di massa e per la prima volta il responsabile di questa crisi ecologica globale è l'uomo. Lo scenario descritto è molto grave: la perdita di specie, razze e habitat naturali è pesantissima. Non abbiamo più tempo ma abbiamo uno strumento efficace con cui possiamo cambiare la situazione: il nostro cibo quotidiano. Cambiando le nostre scelte alimentari possiamo fare molto per salvare il suolo, le acque, l'intero pianeta".

Ph. Slow Food Italia

 

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