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Automotive: positivi segnali di crescita

Economia - Finanza
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Nel 2016, in Italia, il comparto arriva a fatturare 40 miliardi. Green, nuovi materiali e infomobilità le maggiori linee di sviluppo per il futuro, anche in Piemonte, regione protagonista, dove risiede il 36% delle aziende italiane e più della metà dei progettisti (E&D).

E' stata presentata al Circolo dei Lettori, nell’ambito di un convegno, l’ultima edizione dell’Osservatorio sulla componentistica italiana, indagine realizzata dalla Camera di Commercio di Torino, dall’ANFIA e dal Centro CAMI dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Queste le maggiori cariazioni nel settore:

  1. Immatricolazioni – Positivo l’andamento a fine 2016: la domanda di autoveicoli, è stata pari a 94,1 milioni di unità, +4,8% rispetto al 2015. La crescita è stata sostenuta in particolare dalle vendite in UE28/Efta (+7%), con l’Italia a +19%, Messico (+19%) e Cina (+14%). Dal 2007 ad oggi la domanda mondiale di autoveicoli, aumentata di oltre il 30%, si è modificata enormemente: i paesi industrializzati e “motorizzati”, storicamente aree di produzione, hanno visto ridurre il peso dei loro mercati dal 57% al 44%, mentre i paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), la cui domanda è cresciuta del 118% rispetto al 2007, hanno raggiunto il 37% delle vendite mondiali (era il 23%). Nel primo semestre 2017, la domanda globale di autoveicoli ha raggiunto i 47 milioni di unità (+2,6%). In Europa le vendite aumentano del 4,1% anche grazie alla Russia, che registra un +7% dopo anni di cali consecutivi. Nello stesso periodo, l’Italia vede crescere le immatricolazioni del 9%, mentre le previsioni di chiusura d’anno si attestano a 1,98 milioni di immatricolazioni circa (+8%).
  2. Produzione - La produzione mondiale di autoveicoli, sostenuta dall’andamento positivo della domanda, nel 2016 ha totalizzato oltre 95 milioni di unità, con un +4,7% sul 2015. L’incremento produttivo mondiale è stato di oltre 4,2 milioni di autoveicoli, di cui 3,5 prodotti in Cina. In Italia sia la domanda interna sia l’export hanno portato ad oltre 1,1 milioni di unità prodotte nel 2016 (+9%). Rispetto al 2007, la produzione mondiale registra, come per le immatricolazioni, un aumento del 30%. Nel primo semestre 2017, la produzione registra una crescita del +2,4%, e per l’Italia del 4,4%. Nel 2017 la produzione mondiale di autoveicoli dovrebbe confermare il trend superando i volumi 2016. Anche in Italia la crescita sta proseguendo, avendo chiuso il 1° semestre 2017 a +7,3. Nel 2016 il 54% degli autoveicoli è stato prodotto in Asia-Oceania, il 23% in Europa e il 19% nell’area Nafta, il 4% nel Resto del Mondo. La Cina è il primo Paese produttore del mondo con il 30% della produzione mondiale, seguita da USA (13%) e Giappone (10%). I primi 4 produttori di autoveicoli mondiali sono Toyota Group, Volkswagen Group, Hyundai e GM. FCA ha prodotto 4,7 milioni di autoveicoli nel 2016.
  1. Il mondo della componentistica auto è in continua evoluzione: per tener conto della complessità della filiera, intercettando tutte le categorie di fornitori coinvolti, l’indagine, ha voluto quest’anno individuare, nell’ambito del campo di osservazione, anche attività come quelle degli specialisti in telematica e infomobilità, motorsport e aftermarket. Secondo questa logica, tra le imprese della componentistica automotive, si distinguono:- Gli integratori di sistemi e i fornitori di moduli, ai vertici della catena di fornitura con stabilimenti collocati in prossimità di quelli del costruttore, che realizzano sistemi o moduli funzionali, con un elevato livello di competenza
  2. gli specialisti, produttori di parti e componenti con un contenuto di innovazione e di specificità tale da costituire un vantaggio competitivo, a cui è stata ricondotta anche la categoria degli specialisti in telematica che si occupano di applicazioni legate all’infomobilità
  3. gli specialisti in motorsport che partendo dalla preparazione di autovetture per le competizioni sportive progettano e realizzano componenti (sedili, volanti, cinture di sicurezza) o forniscono soluzioni adottate anche per le produzioni di serie
  4. gli specialisti in aftermarket, che realizzano parti e componenti che vendono direttamente sul mercato tramite una rete distributiva o consorzi di ricambisti. Possono avere rapporti di fornitura con le Case automobilistiche ma esistono anche divisioni aftermarket delle stesse multinazionali.

Oltre ai subfornitori, che  producono parti e componenti standard secondo specifiche fornite dai clienti e facilmente replicabili dai competitors, e nella cui categoria possono individuarsi le imprese che realizzano lavorazioni meccaniche quali tornitura, fresatura, laminatura, stampaggio o trattamenti (termici, verniciatura ecc.), completano la filiera le attività di engineering e design, protagoniste  nell’ideazione e nella progettazione di una vettura, particolarmente numerose in Piemonte (55% del totale italiano) e che forniscono servizi direttamente agli assemblatori oppure ai fornitori di primo livello

Nel 2016 l’universo complessivo delle imprese della componentistica autoveicolare in Italia è risultato pari a 1.877 unità, di cui 676 (il 36%) con sede in Piemonte. Il giro di affari del settore ha raggiunto nel 2016 i 40 miliardi di euro, con un incremento complessivo pari al +4,3% rispetto al 2015. Il Piemonte, con 16 miliardi di euro di fatturato, ha registrato un incremento migliore rispetto a quello nazionale (+7%). Tutte le imprese della componentistica hanno registrato buone performance: tra i vari fornitori, i più dinamici risultano essere gli specialisti in motorsport (+9,5% a livello italiano e +21,7% a livello piemontese), i subfornitori (lavorazioni) (+9,4%, +12%), gli E&D (+7,8%, +12%) e i sistemisti/modulisti (+5,6%, +10%).

C’è ottimismo tra gli operatori del settore: per l’anno in corso le aspettative non solo si mantengono di segno positivo, ma si rafforzano rispetto all’anno precedente: l’87% degli operatori si dichiara ottimista (80% nel 2015) e la fiducia pervade tutti i cluster, con previsioni particolarmente rosee per i fornitori di moduli e sistemi (91% con previsioni di crescita), gli specialisti e gli E&D (89%) e l’aftermarket (l’80%).

* Indagine Camera Commercio di Torino

 

 

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