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Legambiente: sos per i rifiuti radioattivi

Ambiente - Clima
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“Urgente e necessario realizzare un deposito unico nazionale solo per i rifiuti a bassa e media radioattività".
“Nella partita della messa in sicurezza e dello smaltimento dei rifiuti radioattivi in Italia, è necessario e urgente realizzare un deposito unico nazionale di un certo tipo, che accolga solo scorie di bassa e media radioattività e non quelle ad alta radioattività. Quest’ultime non possono essere gestite in Italia, nemmeno temporaneamente, ma come prevede la direttiva europea possono essere, invece, accolte in un deposito internazionale a livello europeo”. Questo l’appello che Legambiente, ha lanciato oggi da Torino, in occasione del convegno all’assemblea annuale dell’Anci dal titolo “Verso il deposito nazionale: sicurezza e benefici per il territorio nella gestione dei rifiuti radioattivi”.
 
Dal Lingotto, Legambiente torna a ribadire ll’importanza di avviare al più presto un percorso partecipato, trasparente e di condivisione territoriale per arrivare alla scelta di un sito dove realizzare il deposito in questione. Dopo la chiusura delle centrali nucleari, denuncia Legambiente, in Italia, sono rimasti 90mila metri cubi di scorie radioattive, di cui il 60% derivanti dallo smantellamento delle centrali nucleari e il restante 40% dalle attività medico industriali che, continueranno a produrre rifiuti radioattivi anche in futuro. Sul totale sono 15mila metri cubi di scorie ad alta radioattività che devono essere smaltite all’estero. L’associazione ambientalista, ricorda inoltre che, ad oggi i rifiuti a bassa e media radioattività sono raccolti, temporaneamente, in depositi spesso non idonei ed a rischio come accade ad esempio a Saluggia, in provincia di Vercelli, in Piemonte, dove nel centro Eurex sono custoditi l’85% dei rifiuti nucleari italiani tra cui anche quelli ad alta radioattività. L’impianto si trova sulle sponde della Dora Baltea, vicino alla confluenza di questa con il Po, in una zona ad elevato rischio alluvionale, oltretutto sopra le falde acquifere piemontesi. Sempre a Saluggia si stanno costruendo due nuovi grandi depositi “definiti temporanei”.
 
Info: Su La nuova Ecologia di ottobre un approfondimento sulle scorie radioattive d’Italia: http://lanuovaecologia.it/scorie-cercano-casa

 

 

 

 

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