Un formidabile, istrionico Filippo Timi è autore e protagonista di questa favola amara tra dramma e poesia, scritta in dialetto umbro. Un bambino disabile mette in scena i suo desideri impossibili: ballare, cantare, amare, vivere una vita che non sia una prigione. Appuntamento alle Fonderie Limone di Moncalieri dal 4 al 9 febbraio 2020.
Da martedì 4 a domenica 9 febbraio 2020, alle Fonderie Limone di Moncalieri, debutta "Skianto", uno spettacolo di e con Filippo Timi e con Salvatore Langella.
Le luci sono di Gigi Saccomandi, i costumi di Fabio Zambernardi e le canzoni di Filippo Timi e Salvatore Langella. Lo spettacolo, è prodotto dal Teatro Franco Parenti.
Skianto
Un formidabile, istrionico Filippo Timi, è autore e protagonista di questa favola amara tradramma e poesia, scritta in dialetto umbro. Un bambino diversamente abile, mette in scena i suo desideri impossibili: ballare, cantare, amare, vivere una vita che non sia una prigione.
Malinconico come un clown, scintillante come una fata, Filippo Timi dà corpo e voce a Skianto, un intenso monologo, scritto in dialetto umbro, di cui è interprete e autore. Una favola amara, con un linguaggio trail lirico e il drammatico, sull’orizzonte soffocante della diversità e della mancanza di amore. Con i capelli a caschetto, grottesco nei suoi pigiamini di pile e nelle t-shirt con Topolino, l’attore interpreta un bambino diversamente abile, segnato da ferite precoci e inguaribili. Un ragazzo nato con la “scatola cranica sigillata”, chiuso nel suo piccolo claustrofobico mondo, rappresentato scenicamente dalla palestra di una scuola elementare di provincia.
La sua disabilità, è condizione e rappresentazione. Scorrono inscena i suoi desideri impossibili:fare il ballerino, il cantante, amare un pattinatore, sognare una vita che non sia una prigione, vivere in maniera normale con gli altri. Il materiale da cui attinge Timi è autobiografico (il riferimento è allacugina, cerebrolesa). Un diario privato, ironico, fatto di ricordi, desideri e tormenti, sul qualel’autore costruisce una palpitante partitura drammaturgica. Come tutti i sognatori, il fanciullo dovrà scontrarsi con la realtà, quella insormontabile delsuo corpo murato in una cameretta, dentro la quale scopre quanto la vitasia truccata. Una favola pop, stramba e struggente, senza lieto fine.
Dalle note di regia
"Siamo stelle filanti. Un soffio d’amore ci dà l’abbrivio di pochi metri divita; un volo patetico fra ridolini e trombette e poi si cade a terra prontiper essere calpestati e scolorire nellamemoria di un carnevale che se ne va".