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Marc Ribot chiude la stagione del Folk Club

Musica & Live
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A distanza di 10 anni dal suo straordinario concerto in solo del marzo 2009, questo genio eclettico della musica contemporanea ritorna al FolkClub per un altro fantastico solo a chiusura della XXXI stagione. Il live di Marc Ribot, mercoledì 8 maggio, ore 21.30. Paolo Lucà, patron del Folk Club, ha dichiarato: "La XXXI stagione è stato un successo! La formula di un concerto a settimana (anzichè due) lanciata la scorsa stagione, si conferma essere la scelta giusta. La media di affluenza è stata la più alta degli ultimi 15 anni, trentennale a parte".
Si chiude alla grande la 31^ edizione della stagione musicale del Folk Club. Per chiudere in bellezza, lo storico locale di via Perrone 3bis, a distanza di 10 anni dal suo straordinario concerto nel marzo 2009, propone mercoledì 8 maggio, alle ore 21.30, il live di Marc Ribot (USA), genio eclettico della musica contemporanea.

Musicista eclettico, icona della musica d'avanguardia contemporanea, da solo o nei suoi molteplici progetti, svelain una musica difficilmente catalogabile molteplici influenze, spaziando dal jazz al punk, dalla musica cubana al blues, dal funk all'improvvisazione più radicale, dal rock al klezmer, con autoironia e grande dose di divertimento. 

 

Marc Ribot

Nato a Newark, New Jersey, nel 1954. Da adolescente suona la chitarra in varie garage band mentre segue le lezioni del suo mentore, il chitarrista classico e compositore haitiano Casseus Frantz. Trasferitosi a New York nel 1978, Ribot è membro della band soul/punk Realtones e dal 1984 al 1989 dei mitici Lounge Lizards di John Lurie. Tra il 1979 e il 1985 Ribot lavora come sideman in concerto con Brother Jack McDuff, Wilson Pickett, Carla Thomas, Rufus Thomas, Chuck Berry e molti altri.

Ha contribuito in maniera determinante alla ridefinizione di quel genere di folksinging che gli statunitensi definiscono Americana grazie alla sua preziosa chitarra nel magnifico Rain Dogs di Tom Waits, nel 1985. Da allora Ribot è richiestissimo, tanto che sono davvero impressionanti i credit di Marc per quanto riguarda le sue presenze in dischi altrui; oltre al già citato Waits: Solomon Burke, John Lurie, Elvis Costello, Marianne Faithful, Arto Lindsay, Caetano Veloso, Laurie Anderson, David Sylvian, Neko Case, Cibo Matto, Jamaaladeen Tacuma, Susana Baca, McCoy Tyner, T-Bone Burnett, The Jazz Passengers, Evan Lurie, Chocolate Genius, Medeski Martin & Wood, James Carter, Vinicio Capossela, Auktyon (Russia), Sierra Maestra (Cuba), Alain Bashung (Francia), Vinicius Cantuaria, Marisa Monte, Allen Ginsburg, Madeleine Peyroux, Sam Phillips, Patti Scialfa e più recentemente Joe Henry, Allen Toussaint, Norah Jones, Akiko Yano, The Black Keys, Jeff Bridges, Jolie Holland, Elton John / Leon Russell e molti altri. Ribot collabora frequentemente con il produttore T-Bone Burnett, da ultimo nel CD Raising Sand di Alison Krauss e Robert Plant (album che si è aggiudicato ben 5 Grammy Awards) e collabora regolarmente con John Zorn.

Le sue registrazioni come solista includono Marc Ribot Plays The Complete Works of Frantz Casseus, i formidabili fraseggi di The Book of Heads di John Zorn, Don’t Blame Me descritto dalla critica come un disco pieno di gustosi, improbabili giochi (Village Voice), Saints, Exercises in Futility e Silent Movies pubblicato nel 2010 e celebrato come un capolavoro da Village Voice, album inserito in diversi “Best of” del suo anno incluso quello del Los Angeles Times. Ha composto per le colonne sonore di diversi film (tra i quali The Kids Are All Right, Where the Wild Things Are, Walk The Line (Mangold), Everything is Illuminated, Gare du Nord (Simon), The Departed di Martin Scorsese e Drunkboat, con John Malkovich e John Goodman) di vari documentari e lungometraggi (tra cui Revolucion: Cinco Miradas della PBS e The Killing Zone di Joe Brewster). Il compositore Stewart Wallace ha scritto un concerto per chitarra e orchestra appositamente per lui. Marc è stato nominato curatore e direttore musicale per il 2009 del Century of Song Festival, parte della Triennale della Ruhr, in Germania, il che ha innescato nuove collaborazioni con Iggy Pop, Marianne Faithfull, David Hidalgo, il maestro del cajón Juan Medrano Cotito, Carla Bozulich e Tine Kindermann. Il NY Guitar Festival gli ha commissionato il progetto di colonna sonora in diretta con chitarra solista de Il Monello di Chaplin, Il 2014 ha visto l'uscita monumentale dell’album Marc Ribot Trio Live al Village Vanguard, che documenta il ritorno nel 2012 del leggendario contrabbassista Henry Grimes nello storico locale newyorkese; l’album è incluso in varie liste “Best of” del 2014 tra cui quella di Downbeat Magazine e la NPR's 50 Favorites. Il 2018 è iniziato con l'uscita di non uno, ma ben due album, entrambi politicamente impegnati: YRU Still Here?, il tanto atteso terzo album del trio post-rock / noise di Ribot Ceramic Dog -che prosegue sulla scia dei precedenti album sperimentali no-wave / punk / noise Rootless Cosmopolitans e Shrek- e Songs of Resistance, che vede le ospitate eccellenti di Tom Waits, Steve Earle, Meshell Ndegeocello e altri ancora; entrambi gli album denunciano con rabbia e indignazione i tempi turbolenti in cui stiamo vivendo. 
Marc è attualmente in tournée con diversi progetti tra cui il suo trio Ceramic Dog con il bassista Shahzad Ismaily e il batterista Ches Smith,  con The Young Philadelphians di Jamaaladeen Tacuma e Calvin Weston e con Caged Funk, un progetto di arrangiamenti funk della musica di John Cage. Ribot, ha pubblicato 25 album a proprio nome nell’arco di oltre 40 anni di carriera, esplorando tutto: dal jazz d’avanguardia di Albert Ayler con il suo gruppo Spiritual Unity, al sound cubano di Arsenio Rodríguez con due CD acclamati dalla critica come Marc Ribot Y Los Cubanos Postizos.

MERCOLEDÌ 8 MAGGIO, ore 21.30
MARC RIBOT 
Chiusura di stagione col botto!
Ingresso: 30.00 €   Minori di 30 anni: 15.00 € 

Alla fine della stagione Paolo Lucà, patron del Folk Club, ha dichiarato: "La XXXI stagione è stato un successo! La formula di un concerto a settimana (anzichè due) lanciata la scorsa stagione, si conferma essere la scelta giusta. La media di affluenza è stata la più alta degli ultimi 15 anni, trentennale a parte. I concerti unici per l'Italia sono stati come sempre numerosi. Abbiamo anche alcune 'scoperte' a livello nazionale come Rhiannon Giddens (primo concerto italiano). Sono lieto di annunciare che abbiamo sfondato il muro dei 52000 soci. La prossima stagione: il cartellone è praticamente chiuso, tra qualche mese le anticipazioni".

Ph. Folk Club

 

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