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Terra Madre Salone del Gusto 2018. Alternativa alle fabbriche di bestiame

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A Torino e in tutto il Piemonte dal 20 al 24 settembre la grande kermesse internazionale dedicata al cibo. Slow Meat è l’area tematica dedicata alle buone pratiche con 12 Forum di discussione, 24 Laboratori del Gusto e 5 Scuole di Cucina.

Prati verdi, le vecchie fattorie e gli animali che brucano, sono da dimenticare. Terra Madre Salone del Gusto, la più importante manifestazione internazionale, dedicata alle produzioni di qualità di piccola scala, in scena a Torino dal 20 al 24 settembre, organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte, propone Slow Meat, l'industia globale della carne.
 
 
Una storia centenaria. Cento anni or sono, nei macelli di Chicago bastavano 15 minuti per uccidere, eviscerare e fare a pezzi un bovino intero. Un metodo, applicato a più di 12 milioni di capi di bestiame ogni anno, era così rodato da ispirare Henry Ford nella creazione della catena di montaggio. L’animale trasformato in macchina da carne diventò in questo modo il primo ingranaggio della futura civiltà delle macchine.
Ai tempi nostri, l’allevamento assorbe sotto forma di mangimi animali oltre il 40% della produzione mondiale di grano, segale, avena e mais. Circa un terzo delle terre coltivabili nel mondo viene utilizzato a questo scopo. Ma se consideriamo i sottoprodotti colturali che entrano nei mangimi, come la paglia e i semi di soia, la colza o l'uva, possiamo concludere secondo l’Onu che il 70% dei terreni agricoli servano a produrre carne. Sebbene la Fao stimi che circa il 60% delle famiglie stanziate in aree rurali pratichi qualche forma di allevamento, la carne che mangiamo ormai ogni giorno (o quasi) proviene per oltre il 95% da un allevamento industriale. Questi enormi stabilimenti contribuiscono per il 14,5% al totale delle emissioni globali di gas serra. Basti dire che produrre un solo chilo di manzo costa ben 36,4 kg di CO2, l’equivalente di 250 km percorsi in automobile, e non meno di 15mila litri d’acqua. L’effetto serra, è un prodotto dell’allevamento industriale prima ancora che di qualunque mezzo di trasporto, compresa l’auto. Sommando le prime venti aziende della zootecnia e del lattiero-caseario, si supera addirittura la quota di inquinamento imputabile a una potenza economica come la Germania. «Big Meat». è il settimo inquinatore mondiale ed è il principale responsabile delle emissioni di metano, un gas meno presente nell’atmosfera rispetto al CO2 ma con un’incidenza sul riscaldamento globale di oltre venti volte più grande.
In questi ambiti la concentrazione della produzione si è fatta spaventosa, al punto che solo dieci complessi industriali macellano l’88% dei suini in tutto il mondo. Le multinazionali che dominano la produzione condizionano ovviamente anche il settore della ricerca sulla genetica animale, oggi più concentrata che mai. Un terzo della fornitura di suini, l’85% delle uova scambiate e due terzi della produzione di latte provengono da un ristretto numero di razze commerciali. Nel settore del pollame, quattro grandi aziende coprono il 97% della ricerca e una quota di mercato pari al 95%, mentre sia nel comparto suinicolo che in quello bovino le prime quattro compagnie rappresentano i due terzi del totale delle spese in ricerca.
Terra Madre Salone del Gusto affronterà durante il Salone a settembre, queste riflessioni, affiancando al programma dei 12 Forum di Terra Madre quello dei 24 Laboratori del Gusto e 5 Scuole di cucina, studiati per affinare ulteriormente le nostre competenze e per completare il quadro attraverso degustazioni dedicate ai prodotti italiani e internazionali.

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