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Slow Wine 2016 riparte dai vigneron

Food & Wine
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Carlo Petrini: "Il futuro è nell’economia locale: nessuno è forte nel mondo se non è forte a casa sua"
Carlo Petrini, Presidente di Slow Food, questa mattina a Montecatini Terme, ha presentato ufficialmente  la VI edizione di Slow Wine, davanti a centinaia di produttori arrivati da tutta Italia.
 
Giunta alla VI edizione, la guida pubblicata da Slow Food Editore, continua ad essere un importante punto di riferimento per la vitivinicoltura italiana e non solo. Curatori della guida Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni. Una guida, che, ha cambiato l’approccio alla valutazione dei vini. Ora, non si limita più alla degustazione delle bottiglie con relativa assegnazione di punteggi. "Slow Wine è un cantiere aperto 365 all'anno - dicono i due curatori della guida -. Una finestra spalancata sui vigneti. Si riparte dalla terra e questa è la vera rivoluzione: aver spostato a monte l’asticella, con la visita alla singola cantina e al territorio che la ospita. È questa la chiave di lettura che ci permette di giudicare in un secondo momento il vino, facendo nostri i valori del rispetto del lavoro in vigna, dell’interpretazione del terroir".
Per segnalare ai lettori le cantine che, interpretano al meglio i valori di Slow Food dal punto di vista organolettico, territoriale ed ambientale, la guida usa il noto simbolo della Chiocciola. La bottiglia indica i produttori capaci di esprimere un’ottima qualità per ciascuna delle etichette presentate. La moneta, premia il buon rapporto qualità-prezzo delle bottiglie recensite. La guida, segnala i Vini Slow che, oltre a essere ottimi dal punto di vista organolettico, riescono a esprimere caratteri legati a territorio, storia e ambiente, i Grandi Vini, eccellenti sotto il profilo organolettico ed i Vini Quotidiani, ottimi anche per il loro prezzo contenuto (non più di 10 euro in enoteca). All'interno sono menzionate le cantine che, offrono ristoro (Pentola) e quelle che danno ospitalità per una notte (Chiave).
A favore dei vigneron si è espresso Carlo Petrini: "I vigneron hanno la responsabilità sociale di fare un buon vino, non è solo un dare e avere, perché poi chi sceglie di bere proprio quel vino deve anche amarlo. Hanno la responsabilità sociale nei confronti dei propri collaboratori e nei propri confronti. Devono essere orgogliosi del loro lavoro, essere soddisfatti e ricordarsi che l’economia non è il fine ma il mezzo. Il fine è la nostra vita, la nostra azienda, la nostra famiglia, i nostri affetti. State tranquilli che i conti tornano sempre quando si fa un buon lavoro".
 
Foto © Slow Food

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