25
Gio, Apr
104 New Articles
Messaggio Promozionale
 

Emilio Isgrò: i 35 libri dei Promessi Sposi “cancellati”, al castello Gamba di Châtillon

Valle d'Aosta
Typography
Mostre estive 2019 in Val d'Aosta. Dal 6 aprile al 16 giugno al Castello Gamba di Châtillon, a cura di Casa Testori di Milano.

Dopo Federico Ashton, Federico Pastoris, Leonardo Roda e Francesco Tabusso, la rassegna Détails approda per la prima volta al contemporaneo.

Il primo appuntamento di questo nuovo progetto nasce da una delle opere più significative custodite nel Museo: “Quel che è scritto” (1991) di Emilio Isgrò, tra i più importanti artisti concettuali italiani da cui prende vita la mostra “Emilio Isgrò: i 35 libri dei Promessi Sposi cancellati” in programma dal 6 aprile al 16 giugno 2019.

L’esposizione, mette in relazione l’opera della collezione – di difficile interpretazione per il grande pubblico - e quella più monumentale di Emilio Isgrò: I Promessi Sposi cancellati per venticinque lettori e dieci appestati (2016), 35 libri dedicati dall’artista alle pagine più celebri de I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni aperti su pagine emblematiche.

La mostra vuole raccontare la poeticità e la profondità del processo creativo delle due opere, attraverso un percorso di avvicinamento e comprensione capace di coinvolgere il pubblico e, in particolare, le scuole, per meglio conoscere e apprezzare il profondo significato.

I 35 volumi de I Promessi Sposi cancellati per venticinque lettori e dieci appestati, sono la ristampa anastatica della prima edizione del romanzo nella sua versione definitiva (la cosiddetta Quarantana), edizione che Manzoni aveva fatto illustrare da Alessandro Gonin. Emilio Isgrò, artista siciliano, trapiantato a Milano, è intervenuto sulle 35 pagine con un’operazione a lui consueta: ha cancellato quasi tutto il testo con inchiostro nero o tempera bianca, facendo sopravvivere solo alcune parole chiave. Quello che sembrerebbe oltraggio è in realtà un atto d’amore.

Esemplificativa della poetica di Isgrò e delle sue celebri cancellature, l’opera dà una chiave d’accesso al romanzo manzoniano e apre una relazione con l’opera dell’artista conservata nel Museo. L’intervento di Isgrò ci fa precipitare nel cuore del testo e ci fa capire la grandezza della scrittura manzoniana. «Cancellandola – spiega Isgrò – mi sono accorto di come la scrittura manzoniana sia quanto di più potente e sorgivo abbia offerto la nostra letteratura dopo Dante. Giacché in Manzoni anche la cultura si fa natura». La cancellatura come atto d’amore. Come azione distruttiva che in realtà costruisce. È così che, quando il silenzio si fa necessario, nulla si può dire, o aggiungere di nuovo, rimangono solo le virgole, a segnare il passaggio del tempo e a confermarci che, in realtà, qualcosa di indescrivibile sta accadendo. Più spesso si salvano poche parole sufficienti a evocare l’intero capitolo, come la conversione dell’Innominato: “dio, Io, Dio”. Talvolta l’intervento è più pittorico: è così che compaiono le due anime della Monaca di Monza, contemporaneamente bianca e nera. Emilio Isgrò all’arte è arrivato attraverso la parola: la comprensione dell’opera della collezione del Castello Gamba nascerà proprio da qui.

Emilio Isgrò

(Barcellona di Sicilia, 1937) è uno dei nomi dell’arte italiana più conosciuti e prestigiosi a livello internazionale. Iniziatore delle “cancellature” di testi, applicate su enciclopedie, manoscritti, libri, mappe e anche su pellicole cinematografiche, Isgrò ha fatto di questa pratica il perno di tutta la sua ricerca. L’artista ha dato vita a un’opera tra le più rivoluzionarie e originali nell’ambito delle cosiddette seconde Avanguardie degli anni Sessanta, che gli ha valso diverse partecipazioni alla Biennale di Venezia (1972, 1978, 1986, 1993) e il primo premio alla Biennale di San Paolo (1977), oltre che ad altre importanti rassegne al MoMA di New York nel 1992 e alla Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia nel 1994 e le antologiche al Museo Pecci di Prato nel 2008, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma nel 2013, fino alla grande monografica di Milano in tre sedi (Palazzo Reale, Gallerie d’Italia e Casa Manzoni) nel 2016. Nel 2017 tre sue importanti opere sono entrate a far parte della collezione permanente del Centre George Pompidou di Parigi.

Il progetto: arte contemporanea al castello, per un nuovo museo Gamba -  La mostra rientra nella collaborazione tra la Regione Autonoma Valle d’Aosta e Casa Testori di Milano, stimato hub culturale da dieci anni impegnato in particolar modo nella valorizzazione dell’arte moderna e contemporanea. Obiettivo, promuovere con rinnovate modalità di comunicazione le attività culturali del Castello Gamba di Châtillon, al cui interno è ospitato il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea.

Ph. Castello Gamba Chatillon

 

Messaggio Promozionale