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Teatro Astra: "Another round for five"

Tra i temi di partenza di questa nuova creazione di Cristiana Morganti, c’è il cerchio inteso come circolo vizioso, l’Ouroboros, l’antico simbolo del serpente che si mangia la coda. Appuntamento al teatro Astra dal 23 al 26 gennaio 2020.

TEATRO ASTRA
23 - 26 GENNAIO 2020
Another round for five
REGIA E COREOGRAFIA CRISTIANA MORGANTI
INTERPRETI MARIA GIOVANNA DELLE DONNE, ANNA FINGERHUTH, JUSTINE LEBAS, ANTONIO MONTANILE, DAMIAAN VEENS
COLLABORAZIONE ARTISTICA KENJI TAKAGI
DISEGNO LUCI JACOPO PANTANI
ASSISTENTI DI PROVA ANNA WEHSARG – ELENA COPELLI
EDITING MUSICHE BERND KIRCHHOEFER / DIRETTORE TECNICO SIMONE MANCINI
PRODUZIONE IL FUNARO |PISTOIA CON FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL, IN COPRODUZIONE CON TPE – TEATRO PIEMONTE EUROPA, TEATRO METASTASIO DI PRATO, ASSOCIAZIONE TEATRALE PISTOIESE, TEATRO STABILE DEL VENETO CARLO GOLDONI E MA SCÈNE NATIONALE – PAYS DE MONTBÉLIARD

Tra i temi di partenza di questa nuova creazione di Cristiana Morganti (già magnifica interprete delle creazioni di Pina Bausch) c’è il cerchio inteso come circolo vizioso, l’Ouroboros, l’antico simbolo del serpente che si mangia la coda. Situazioni che si ripetono, in cui si è intrappolati e dalle quali si tenta di fuggire o a cui si resta ancorati perché sono le uniche che conosciamo. Un cerchio che allude anche a un circolo, un club, una cerchia, struttura chiusa, un luogo a cui si appartiene o da cui si viene esclusi e in cui si consumano rituali, esibizioni televisive, gare, terapie di gruppo, scontri, discussioni e confessioni: un gioco dove realtà e finzione, conscio e inconscio, equilibrio e caos si confondono. Su una scena quasi vuota – entrano ed escono con i danzatori solo alcuni oggetti – prende forma una dimensione claustrofobica (ma non priva di ironia) in cui il tempo è scandito in maniera non lineare da flashback e anticipazioni, in un montaggio dei quadri a cui è invitato a contribuire lo spettatore e che rimanda al linguaggio cinematografico.
Sono sorte di primi piani, campi lunghi e piani sequenza quelli che qui costruisce Cristiana Morganti, come sempre a partire non da testi o musiche predefinite ma da suggestioni, proposte, ricordi del suo vissuto e di quello degli interpreti, di cui quindi emergono nitidi i caratteri. Il tentativo è quello di catturare momenti di verità per comporre una danza vitale, umana, capace di parlare a tutti.

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