19
Ven, Apr
101 New Articles
Messaggio Promozionale
 

Accorsi-Ometto: La giornata di una signora

Mostre - Musei
Typography

Dal 19 ottobre al 7 gennaio 2018, al Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto, di Torino, gli abiti della Collezione Roberto Devalle.

La Fondazione Accorsi-Ometto ospita, dal 19 ottobre al 7 gennaio 2018, nelle sale del museo, una serie di abiti provenienti dalla Collezione Roberto Devalle e risalenti al periodo 1895-1925.
 
 
L’esposizione, curata da Silvia Mira, storica della moda, conduce il visitatore all’interno di un mondo che, per essere capito, va decodificato. Gli abiti, rappresentano una sorta di linguaggio non scritto, che rimanda a realtà sociali e politiche specifiche, che parla di differenze e di uguaglianze, di appartenenze e di esclusioni.
La visita in mostra, inizia con due abiti femminili, uno da giorno, del 1897 circa e uno da pomeriggio del 1900-1903. Ogni signora della buona società, apriva la propria casa un giorno fisso della settimana ad un orario prestabilito, per ricevere le visite da parte dalla propria cerchia di amicizie. Chi si recava in visita, indossava un abito da pomeriggio sempre accollato, completato da cappello e guanti, mentre la signora che riceveva adottava una toilette sobria, ma elegante. Nella sala della musica, il visitatore è accolto da un abito da sera tempestato di paillettes nere del 1907. I ricevimenti serali, le veglie, potevano avere carattere intimo o di gala: nel primo caso si adottava l’abito da Benemeriti della Cultura e dell’Arte visita, mentre, nel secondo caso o in occasione dell’esibizione di un musicista o di un cantante, si doveva indossare un abito da sera. Alle veglie di gala le signore non portavano mai il cappello, ma usavano il ventaglio e lunghi guanti in pelle, bianca o avorio.. Nelle sale Luigi XVI e Piffetti, sono esposti degli abiti da sera e da passeggio, mentre in camera da letto Accorsi, sono presenti una veste da camera (robe du matin), usata nell’intimità della propria camera e un “abito del tè” (tea gown). L’usanza anglosassone del rito del tè cominciava a coinvolgere tutta l’Europa elegante. Nella camera da letto Bandera due abiti, di inizio novecento, dimostrano come la moda di questo periodo prediligesse i colori a tinta unita e il bianco avorio per le giornate estive e i trattenimenti all’aperto. E ancora troviamo mantelli ed abiti da giorno degli anni 1910- 1918, a testimonianza del costante influsso della moda parigina a Torino.
Nella prima sala Cignaroli, il frac evidenzia il fatto che l’eleganza maschile non subiva i capricci della moda: solo alla fine degli anni Venti, i gentiluomini cominciarono a preferirgli il meno compassato smoking. Infine, nella seconda sala Cignaroli, concludono il percorso due elegantissimi abiti da sera, del 1924-25.
Dunque, abiti come parole, che continuano a raccontare, anche dopo molti anni, il contesto, all’interno del quale e per il quale, sono stati concepiti. Il percorso museale si trasforma nella perfetta scenografia per ambientare capi significativi, alcuni firmati da note Maison torinesi, come Sacerdote o De Gasperi e Rosa, altri da sartorie sconosciute, ma tutti in grado di trasportare i visitatori in una realtà e in una ritualità lontana e, ormai, dimenticata.
 
 
Sartoria Devalle - L’avventura della sartoria Devalle inizia a Torino nel 1925: Giovanni Devalle, attore, nonché sarto e costumista, acquista i costumi e le attrezzerie delle case di produzione torinesi che, dopo i successi Benemeriti della Cultura e dell’Arte cinematografici di Cabiria e La saga di Maciste, stanno progressivamente chiudendo e li affitta alle compagnie di prosa e di lirica che si esibiscono nei teatri torinesi. È, però, con il figlio, Roberto Devalle, che la sartoria acquista la sua funzione più importante: non solo quella del noleggio, ma anche quella della creazione di fantasia e di ricostruzione filologica dei costumi per lo spettacolo. Il giovane Devalle, dopo aver frequentato i corsi di figurino e storia del costume tenuti da Golia e lavorato presso note sartorie torinesi, nel 1948 viene nominato capo della sartoria del Teatro Regio di Torino; nel 1951 viene assunto alla Sartoria teatrale della Scala a Milano, dove resta fino al 1956, anno in cui fa ritorno a Torino per assumere la direzione della ditta paterna. Nel 1968 la sartoria si trasferisce nella sede attuale di Via degli Artisti. Sono gli anni del boom della televisione con programmi di rilievo e sceneggiati di successo e molti dei costumi che vanno in onda sulla Rai provengono dalla sartoria Devalle e sono per lo più confezionati ex novo. Il lavoro di Roberto Devalle, si fa sempre più meticoloso, grazie a una ricerca filologica, non solo sugli stili, ma anche sulle tecniche sartoriali del passato: gli abiti antichi vengono catalogati e studiati, per comprenderne i segreti di costruzione e carpirne i trucchi di manifattura. Ancora oggi, accanto alla sua attività sartoriale e di noleggio, Roberto Devalle, affiancato dalla preziosa presenza del figlio Andrea, va alla ricerca di abiti e costumi d’epoca, restaurandoli e studiandoli, rendendo, così, la sua collezione fonte importante per mostre, esposizioni, spettacoli teatrali, sceneggiati televisivi e film.
 
Info e foto: Museo Accorsi - Ometto, V. Po, 55 | 10124 Torino | T. 011.837688 int. 3 www.fondazioneaccorsi-ometto.it
 

Salva

Salva

Salva

Messaggio Promozionale