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“Words and Stars”: arte visiva e scrittura

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Una collaborazione poetica tra Grazia Toderi e Orhan Pamuk, un’artista visiva e uno scrittore. Un’opera d’arte che esplora le affinità esistenti tra ingenue domande metafisiche e la gioia di guardar le stelle. Palazzo Madama dal 4 novembre al 16 gennaio 2017, Infini.to - Planetario di Torino - Pino Torinese, 5 e 6 novembre 2016.
Si chiama Words and Stars”. Infini.to – Planetario di Torino, moderno Science Centre sulla collina a pochi chilometri da Torino, aggiunge un’opera realizzata per lo spazio della cupola del Planetario, che, sarà presentata il 5 e 6 novembre, mentre un piccolo, ma raffinato intervento visivo, sarà esposto dal 4 novembre al 16 gennaio 2017, grazie al Museo d’arte antica di Palazzo Madama a Torino.
 
Words and Stars (2013-2016). è una collaborazione poetica tra un’artista visiva e uno scrittore. Grazia Toderi e Orhan Pamuk. Insieme hanno creato un’opera d’arte che, esplora le affinità esistenti tra ingenue domande metafisiche e la gioia di guardar le stelle.
Il progetto nasce nel 2013, quando Orhan Pamuk decide d’invitare Grazia Toderi a ideare insieme un’opera d’arte per il Museo dell’Innocenza da lui creato ad Istanbul. In tre anni di lavoro, le conversazioni, gli incontri e l’intenso scambio di corrispondenza tra l’artista italiana e lo scrittore turco hanno portato alla realizzazione di Words and Stars, una trilogia composta da otto proiezioni video che sarà presentata al MART di Rovereto nell’aprile del 2017
All’interno del Planetario Words and Stars prende l’aspetto di una proiezione video a 360 gradi su schermo emisferico. Il pubblico si trova all’interno di un globo nel contempo celeste e terrestre, dagli incerti confini, dove la scrittura di Orhan Pamuk appare e scompare sullo sfondo notturno della città di Istanbul, le cui luci si trasformano in possibili costellazioni nelle immagini create da Grazia Toderi.
A Palazzo Madama, l’intervento di Grazia Toderi e Orhan Pamuk dialoga con un’opera d’arte antica dell’ebanista Pietro Piffetti (Torino 1701 – 1777): un piccolo planetario realizzato in legno e avorio a metà Settecento, un modellino con elementi mobili che rappresenta il dinamismo tra Sole, Terra, Luna e i pianeti. Il planetario è intagliato in legno e intarsiato in avorio con figure che tutt’intorno raffigurano i segni zodiacali. Un oggetto usato durante le lezioni di astronomia come strumento didattico per le dimostrazioni sperimentali con gli allievi. In ambito anglosassone viene definito Orrery (termine riferito a Charles Boyle, quarto conte di Orrery, che fece realizzare il primo planetario del genere nel 1704) e questo conservato a Palazzo Madama di Torino fu costruito dall’ebanista piemontese sulla base delle indicazioni a lui fornite dal fisico francese Jean-Antoine Nollet, chiamato a Torino per sei mesi nel 1739 a tenere un corso di fisica per il principe Vittorio Amedeo, figlio di Carlo Emanuele III di Savoia e futuro re di Sardegna.
 
Foto Palazzo Madama Torino - Planetario di Torino
 

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