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Torino Danza: White Out, Fonderie Limone

Teatro - Danza
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Per Torino Danza 2019, alle Fonderie Limone di Moncalieri, il 18-19 ottobre, ore 20.45, in scena "White out", creazione, direzione, coreografia di Piergiorgio Milano.

Nell'ambito di CORPO LINKS CLUSTER - progetto sostenuto dal programma di Cooperazione Transfrontaliera Interreg V-A Italia-Francia ALCOTRA 2014-2020 VERTIGINE, alle Fonderie Limone di Moncaleri, venerdì 18 e sabato 19 ottobre, ore 20.45. va in scena "White Out", creazione, direzione, coreografia di Piergiorgio Milano.


White Out

La danza espande i confini, avvicina la montagna al palcoscenico e stimola un confronto creativo fra coreografi e paesaggio, fra danzatori e atleti, fra discipline sportive e artistiche.

Dopo aver affascinato con "Au bout des doigts",  il numerosissimo pubblico accorso alla palestra di roccia di Avigliana (Torino) nel corso delle tappe estive del progetto triennale transfrontaliero Corpo Links Cluster finanziato dal programma europeo ALCOTRA (Alpi Latine Cooperazione TRAnsfrontaliera), che coinvolge oltre al Teatro Stabile di Torino ‐ Teatro Nazionale/Torinodanza festival anche Malraux scène nationale Chambéry Savoie, Associazione Dislivelli di Torino e Université Savoie Mont Blanc, Piergiorgio Milano porta in scena, in prima nazionale, il suo nuovo White Out.

Dall’arrampicata sportiva, dunque, all’alpinismo: VERTIGINE, compie un nuovo passo nel sorprendente percorso di avvicinamento fra discipline sportive e creazione artistica. White Out, liberamente ispirato agli scritti degli alpinisti Walter Bonatti, Giampiero Motti, Enrico Camanni, Jon Krakuer, Joe Simpson, Mark Twight, Reinhold Messner, e dal sociologo francese David Le Breton, nasce dall’idea di trasformare l’alpinismo in linguaggio artistico. 

Lo spettacolo, è il risultato di un dialogo a tre voci, in cui i personaggi condividono la pura e semplice aspirazione alla vetta. Parla di uomini e donne mossi dall’incessante intento di proseguire la via a tutti i costi; di tentativi impossibili, del disperato continuare, salire e camminare, nonostante ogni difficoltà, nonostante tutto. White Out analizza le tecniche dell’alpinismo e dell’arrampicata e le rielabora in linguaggio danzato. Tra le altezze, il tempo si dilata, diventa monotono, immenso, per poi tornare a riflettersi nei gesti indispensabili del quotidiano e nei racconti condivisi a fine giornata. Nei movimenti emerge l’eleganza sobria dei gesti necessari, l’energia che irrompe dall’esaurimento delle forze, la follia del parlare a sé stessi per rimanere svegli nei momenti critici. L’intenzione è far vivere allo spettatore un’esperienza fatta di muscoli, sudore, fatica, peso, sforzo e volontà, per far “sentire” queste presenze nel buio di un teatro. White Out è l’omaggio a tutti gli alpinisti che sono spariti, o che scelgono il rischio di sparire, nel bianco senza fine delle altezze. I conquistatori dell’inutile. 

Nell’alpinismo si definisce White Out la perdita totale di riferimenti spazio-temporali e la conseguente impossibilità di avanzare o retrocedere. Una condizione di stallo dall’aspetto gentile ma che può portare a conseguenze estreme, in montagna come nella società, come alpinisti avvolti in una bianca cortina, in cui cielo e terra hanno lo stesso colore e dalla quale non si può più uscire. Attraverso il potere evocativo della danza, White Out fra danza e circo, inventa un linguaggio in cui il corpo è veicolo della tensione del rischio, delle condizioni estreme e dell’ambizione umana. Le due azioni di base dell'arrampicata, camminare e salire, si accompagnano alla dilatazione temporale e alla ripetizione, creando uno schema eterogeneo in cui l’estetica dei gesti e la spettacolarità dell’estremo sono alla portata di tutti. L’acrobazia è presente in ogni movimento ma non lo domina, mentre i materiali tecnici diventano il pretesto per creare luoghi visionari capaci di originare immagini evocative e potenti.  

Moschettoni, rinvii, funi e imbraghi, sono elementi coreografici sradicati dal loro utilizzo reale e che danno vita a nuove possibilità espressive. A favore dell’illusione visiva di una gravità impossibile, anche gli sci diventano un oggetto dall’equilibrio instabile a favore di un’espressività intensa e originale. Attraverso l’essenzialità della corde-lisse, unico attrezzo in scena riconducibile al mondo del circo, la montagna è simbolo di verticalità, vertigine e vuoto. La sua linea retta, al confine tra cielo e terra, diventa riferimento delle vie aperte da chi scala, una condizione di “altrove” impossibile da percepire quando si è a terra. Sono veri i pesi negli zaini, così come le difficoltà di ancorare i rinvii, lo sforzo di sostenere il peso in sospensione, quello degli altri corpi, e, di conseguenza, la fatica e l’autenticità della presenza in scena. 


Piergiorgio Milano

"Il mio linguaggio coreografico, è il risultato di anni di ricerca sull’incontro di danza, teatro e arti circensi. I miei spettacoli si caratterizzano per un’estetica teatrale forte, sulla quale la danza può appoggiarsi e svilupparsi in piena libertà di poesia e virtuosismo. Mi posiziono al confine tra diverse arti, categorie o discipline; è nella tendenza ad oltrepassare quel confine che trovo la forza da immettere nei miei processi creativi. Mi dedico completamente, affinché i miei lavori restino sempre il frutto di una contaminazione radicale tra danza, circo e teatro".


Al termine dello spettacolo di venerdì 18 ottobre Piergiorgio Milano dialoga, in un incontro aperto a tutto il pubblico, con l’architetto e guida alpina Anna Torretta, pluri-campionessa italiana e vice campionessa del mondo 2006 di arrampicata su ghiaccio, profonda conoscitrice della montagna e unica donna fra le guide alpine di Courmayeur. Insieme a lei, lo scrittore e giornalista Enrico Camanni e il Direttore artistico di Torinodanza festival Anna Cremonini si confronteranno con il coreografo sulla relazione fra danza e alpinismo.


FONDERIE LIMONE MONCALIERI
TORINO DANZA 2019
18 - 19 OTTOBRE 2019
WHITE OUT
creazione, direzione, coreografia Piergiorgio Milano
cast in via di definizione
drammaturgia e testi Teodora Grano
sguardo esterno Florent Hamon
disegno luci Ofer Smilansky
scenografia Elodie Quenouillere
sound design Federico dal Pozzo
Torinodanza Festival / Teatro Stabile Di Torino – Teatro Nazionale, Malraux Scène Nationale De Chambéry Savoie
nell’ambito del progetto sostenuto Dal Programma di cooperazione Pc Interreg VA – Italia-Francia (Alcotra 2014-2020) Les Halles De Schaerbeek; Rsgt / Flic – Residenza Surreale La Caduta in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo Corte Ospitale Rubiera, Teatro Asioli di Correggio
Dinamico Festival, Inteatro Festival, Ert E Teatro Frida Asd Si.Ste.Ma
Con il sostegno di Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando Ora! Produzioni di cultura contemporanea
Spettacolo fuori abbonamento
Durata 1h
 
Ph. Abbruzzese Studio
 

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