16
Mar, Apr
97 New Articles
Messaggio Promozionale
 

Fase3 Piemonte: news 5 giugno 2020

Sanità - Benessere
Typography

La situazione dell'Emergenza Coronavirus in Piemonte Fase 3 a venerdì 5 giugno 2020. 19872 (+370) i nuovi guariti in Piemonte. 2639 in via di guarigione. 17 nuovi decessi, 3927 in totale. Situazione dei contagi in Piemonte 30807 (+49). Sbloccata la cassa in deroga: entro il 21 giugno completati i pagamenti. Cure Covid a domicilio: La Regione chiede un confronto con AIFA sull'idrossiclorochina. Rapporto settimanale IRES: si stabilizzano gli indicatori di ripresa del Piemonte. Riparti Piemonte: operativa la misura a favore dei rifugi alpini ed escursionistici della Regione. Regione e Conoe firmano protoollo per la raccolta degli oli esausti.

Piemonte

Aggiornamento Coronavirus Piemonte 5 giugno 2020 FASE3
  4/6
 NUMERO DI CONTAGIATI
30758
 IN TERAPIA INTENSIVA 40
 NON IN TERAPIA INTENSIVA 743
 PERSONE IN ISOLAMENTO DOMICILIARE 3786
 GUARITI
19872
 IN VIA DI GUARIGIONE 2639
 DECEDUTI 3927
 TOTALE TAMPONI EFFETTUATI 335814
 TAMPONI ESAMINATI NEGATIVI 186036

19872 (+370) i nuovi guariti in Piemonte. 2639 in via di guarigione

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 19.872 (+370 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2.111 (+ 44) Alessandria, 1062 (+19) Asti, 773 (+16) Biella, 1978 (+46) Cuneo, 1739  (+17) Novara, 10.333 (+212) Torino, 840 (+9) Vercelli, 899 (+6) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 137  (+1) provenienti da altre regioni.

Altri 2.639 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.


17 nuovi decessi, 3927 in totale

Sono 17 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid). 9 sono aggiornamenti di decessi avvenuti nel mese di maggio.

Il totale è ora di 3.927 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale:  649 Alessandria,  236 Asti, 205 Biella, 387 Cuneo, 336 Novara,  1.733 Torino, 214 Vercelli,  127 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.


Situazione dei contagi in Piemonte 30807 (+49)

Sono 30.807 (+49 rispetto a ieri: di cui 22 asintomatici; 11 in RSA; 7 a seguito di test sierologici) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 3.962 Alessandria, 1.852 Asti, 1039 Biella, 2.793 Cuneo, 2720 Novara, 15.674 Torino, 1.308 Vercelli, 1.111 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 259 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 89 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 40 (-3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 743 (-65 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.586

I tamponi diagnostici finora processati sono 335.814 , di cui 186.036 risultati negativi.


Sbloccata la cassa in deroga: entro il 21 giugno completati i pagamenti

Il presidente della Regione Cirio e l’assessore al Lavoro Chiorino alla sede regionale dell’Inps: «Torneremo ogni settimana per presidiare e vigilare finché l’ultimo piemontese non avrà ricevuto quello che gli spetta».

Entro il 21 giugno tutti i lavoratori che hanno diritto alla cassa in deroga riceveranno il pagamento per i mesi di marzo e aprile: lo ha garantito l’Inps al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e all’assessore al Lavoro Elena Chiorino , che questa mattina si sono personalmente recati alla Direzione regionale dell’Istituto nazionale di previdenza sociale per verificare la situazione con il direttore Emanuela Zambataro.

«Il Governo ha fatto una scelta sbagliata creando delle procedure difficili e complesse, che si sapeva avrebbero creato problemi - sottolinea il presidente Cirio - . La decisione di assegnare la cassa in deroga con un doppio passaggio Regione-Inps ha fatto “impallare” tutto il sistema. È stato un errore a monte, segnalato a suo tempo dal nostro assessore al Lavoro in Conferenza delle Regioni, ma che si è risolto solo grazie alle pressioni di noi governatori. Superata questa strozzatura, oggi siamo venuti personalmente a verificare lo stato dei pagamenti, perché non è accettabile - in un Paese normale - che una persona che aspetta la cassa di marzo a giugno non l’abbia ancora ricevuta. Quando mi ferma un cittadino per strada per dirmelo sono il primo a ritenerla una vergogna. Indignarsi non basta però, bisogna risolvere. La Regione Piemonte ha trasmesso all’Inps il 97,5% delle richieste ricevute. Di queste il 55% è stato pagato. Parliamo di circa 76 mila lavoratori, ma ne mancano ancora tanti. È il motivo per cui siamo venuti all’Inps oggi e ci torneremo ogni settimana, fino al 21 giugno, per vigilare fintantoché l’ultimo piemontese non avrà ricevuto quello che gli spetta».

«Noi assessori avevamo chiesto al Governo un unico ammortizzatore sociale a differenza della pluralità di quelli esistenti - spiega l’assessore Chiorino - . Finalmente c’è stata una semplificazione importante che ci auguriamo porti a una maggiore velocità di erogazione, ma resta da risolvere il problema dei mesi di luglio e agosto, che sono i più delicati perché ad oggi sono scoperti dal decreto del Governo».


Rapporto settimanale IRES: si stabilizzano gli indicatori di ripresa del Piemonte

Si stanno stabilizzando gli indicatori sulla ripresa socio-economica del Piemonte, che sta lentamente ritrovando la propria normalità, dopo l’emergenza Coronavirus. La produzione economica, misurata con l’indicatore grezzo della quota di personale in attività e non sottoposta a restrizioni per l’emergenza sanitaria, si conferma al 98% rispetto a quella registrata prima della crisi, mentre la mobilità dei piemontesi, misurata come numero di spostamenti rispetto a inizio gennaio 2020, sale al 78%.

È quanto emerge nel nuovo rapporto che Ires Piemonte ha presentato questa mattina al Gruppo di monitoraggio istituzionale della Fase 2, coordinato dal vicepresidente della Regione, Fabio Carosso, e al quale partecipano i presidenti di Provincia, i sindaci delle città capoluogo, l’Unità di Crisi, le associazioni degli enti locali, con il coordinamento delle Prefetture ed i capigruppo consiliari, e che ha il compito di verificare l’andamento della situazione socio-economica in relazione alle misure assunte per contrastare l’epidemia e alla loro graduale rimozione.

Un focus particolare è stato dedicato alla questione della povertà, usando come indicatore l’utilizzo dei buoni pasto. Il 28 marzo, il Ministero delle Finanze ha annunciato lo stanziamento di 400 milioni di euro (gestiti dalla Protezione civile) da trasformare in buoni acquisto per le persone più in difficoltà e spendibili in alimenti e beni di prima necessità. I Comuni hanno gestito direttamente o tramite enti del Terzo settore la distribuzione dei buoni pasto per l’emergenza Coronavirus. In Piemonte sono stati distribuiti 23 milioni di euro, pari al 7,5% del totale, lo stesso peso della popolazione della regione rispetto all’Italia. L’80% dei Comuni piemontesi ha gestito meno di 15 mila euro di buoni spesa, per un valore medio regionale di 20 mila euro, contro i 37 mila euro del Nord, i 75 mila euro del Centro e i 68 mila euro di Sud e Isole. Il valore medio per abitante è poco più di 5 euro, ma la distribuzione è molto diversa secondo le zone. In Piemonte, come nel Nord, la maggior parte dei Comuni ha distribuito buoni di minor importo, ma a un numero maggiore di persone, con una forte concentrazione nelle zone periferiche di montagna.

Dal report si evince che in Piemonte le richieste del bonus autonomi di 600 euro messo a disposizione del governo sono state del 68%. Nei mesi di marzo e aprile si è ovviamente riscontrata una marcata riduzione delle assunzioni. Rispetto a maggio del 2019, nel 2020 le 10 professioni più colpite sono state gli attori, gli insegnanti elementari, i collaboratori scolastici, i camerieri e aiuto cuochi di ristorante, gli impiegati amministrativi, gli aiuto commessi, i camerieri di ristorante e di sala e gli addetti al banco nei servizi di ristorazione. Le 10 professionalità più richieste, invece, sono state quelle di colf, di assistente agli utenti, di operatore centro elaborazione dati, di corriere, di conduttore di furgoni, di addetto alle consegne, di portiere di azienda, di bracciante agricolo, di assegnista di ricerca nelle scienze ingegneristiche civili e di raccoglitore di frutta e ortaggi.

Quanto, infine, alla mobilità, Torino-città, dopo il primo DPCM in cui tutta l’Italia era stata dichiarata zona rossa, vede ancora la maggior parte della popolazione in movimento nelle prime settimane di marzo. In seguito al secondo DPCM e all’ordinanza della Regione Piemonte del 22 marzo, la mobilità crolla anche nel capoluogo. Solo a partire dal 4 maggio il numero di torinesi che si sposta arriva a superare quello di quanti rimangono fermi. Nella settimana del 18 maggio la mobilità dei torinesi è tornata al 75% dei valori pre-epidemia. E dopo essere salita all’83% il 24 maggio, dal 1°giugno è ridiscesa al 79%. L’andamento della mobilità nelle province mostra un andamento simile durante i due mesi di misure restrittive. Novara e Torino hanno visto una maggior flessione della mobilità rispetto agli altri territori piemontesi nel periodo che va dal 23 marzo al 27 aprile. Asti è la provincia dove la mobilità è diminuita in misura minore. Dal 27 aprile vi è un graduale aumento degli spostamenti in tutta la Regione, che si accentua dopo il 4 maggio soprattutto a Cuneo, Asti e Biella. Dopo l’11 maggio cresce soprattutto a Biella. Dopo il 25 maggio crescono ancora tutte le province, in particolare Cuneo e Vercelli. Al 1°giugno si registra una leggera diminuzione ovunque, tranne nel Vco.

“I dati presentati oggi - commenta il vicepresidente Carosso - sono positivi, anche se siamo preoccupati per le fasce più deboli della popolazione, che questa crisi ha reso ancora più fragili. Speriamo che il ritorno alla normalità porti anche a un superamento della condizione di povertà in cui molte famiglie si sono ritrovate a causa dell’epidemia. La soluzione è nel creare posti di lavoro. Ci sono settori, come gli artigiani, che hanno già ripreso a pieno ritmo la propria attività, ma settori come l’automotive e il suo indotto, che sono in sofferenza, avrebbero bisogno di politiche nazionali incisive per il loro rilancio”.


Cure Covid a domicilio: La Regione chiede un confronto con AIFA sull'idrossiclorochina

«Non si tratta di iscriversi al partito del Plaquenil, però credo sia importante rilevare come i protocolli di cura a domicilio con l’uso della idrossiclorochina, sperimentati in Piemonte nel trattamento precoce del Covid-19, abbiano dato risultati molto incoraggianti. Dopo il ritiro da parte della rivista scientifica Lancet dello studio che aveva portato alla decisione dell’Oms di bloccare le sperimentazioni con l’idrossiclorochina, sarebbe opportuno al più presto un confronto con l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per fare chiarezza. Se non va bene l’idrossiclorochina, ci dicano cosa si può utilizzare in alternativa, altrimenti viene meno il perno su cui ruota gran parte della strategia di cura domiciliare dei pazienti covid e si rischia di tornare ad affollare gli ospedali mettendone in crisi l’operatività».

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte e coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Luigi Genesio Icardi, che mercoledi 3 giugno ha condiviso con i colleghi assessori delle altre Regioni il modello di presa in carico precoce dei pazienti affetti da sospetta infezione Covid-19 sperimentato nell’Asl di Alessandria, facendosi promotore, a nome della stessa Commissione nazionale, di una richiesta di audizione all’Aifa per chiedere l’attivazione di un “registro 648” (procedura per consentire l’erogazione di un farmaco a carico del Servizio sanitario nazionale) per la somministrazione domiciliare di idrossiclorochina.

Dal 18 marzo al 30 aprile, il Distretto Acqui Ovada dell’Asl di Alessandria ha preso in carico e seguito a casa, precocemente, 340 pazienti, con una drastica riduzione dei ricoveri, in controtendenza con i dati della stessa provincia, tra le più colpite del Piemonte. Su 340 pazienti, infatti, si sono avuti 22 ricoveri e 9 decessi, numeri dolorosi, ma nettamente inferiori agli attesi in base ai dati epidemiologici.

«Il messaggio emerso dal progetto coordinato dai dottori Paola Varese  e Claudio Sasso denominato “Covi a casa” è forte e chiaro – osserva l’assessore Icardi -: più precocemente si avviano le cure, maggiori sono le probabilità di guarigione. E’ il territorio il vero campo di battaglia contro il virus. I medici di medicina generale hanno dimostrato di essere strategici e forza proattiva nell'intercettazione precoce dei malati, a prescindere dall'esecuzione dei tamponi. Clinica, esami ematici domiciliari e elettrocardiogramma sono stati sufficienti per identificare i malati, selezionarli per profili di rischio e avviare precocemente un trattamento farmacologico articolato che ha avuto successo».

L’assessore rileva che “Covi a casa”, così come l’altro analogo protocollo farmacologico di cura domiciliare dei professori Di Perri-Bonora-Venesia, non sono stati un ripiego perché gli ospedali erano pieni, ma una precisa scelta strategica organizzativa”.

«Territorio e Ospedale – conclude Icardi -, supportati dal volontariato, malgrado la tragica esperienza escono comunque rafforzati nelle motivazioni etiche che li accomunano e da cui auspichiamo la nascita di un nuovo modello di sanità e di presa in carico delle persone in base ai  bisogni di salute».


Riparti Piemonte: operativa la misura a favore dei rifugi alpini ed escursionistici della Regione

 È diventata operativa la misura 196 del Piano “Riparti Piemonte”, che prevede l’erogazione di 500 mila euro ai rifugi alpini ed escursionistici presenti sul territorio regionale, quale contributo per l’adeguamento alle norme anti Covid-19. Nella seduta di Giunta del 5 giugno, infatti, sono state approvate, su proposta del vicepresidente e assessore alla Montagna, Fabio Carosso, le modalità operative affinché queste strutture possano in tempi rapidi usufruire delle agevolazioni.

La misura prevede che ogni rifugio possa ricevere un contributo di importo massimo di 2 mila euro, a copertura dell’acquisto di materiali e attrezzature da utilizzare per la sanificazione degli spazi e per facilitare il distanziamento degli ospiti, spese che devono essere state effettuate dopo il 4 maggio 2020.

A giorni, il Settore Sviluppo della montagna emetterà un bando, a cui i soggetti gestori dei rifugi, i proprietari o, su delega, le associazioni che li rappresentano, potranno partecipare, presentando la rendicontazione dei costi sostenuti.

“I rifugi - dichiara il vicepresidente Carosso - rappresentano degli importanti presidi in territori anche isolati, che assicurano sempre un pernottamento di fortuna agli escursionisti. Era quindi importante la loro riapertura, naturalmente in conformità alle norme anti-Covid. Di qui la decisione di erogare loro un sostegno economico concreto e in tempi brevi, per consentire di mettere in sicurezza le strutture e affrontare al meglio la stagione estiva in arrivo, che, stando alle prenotazioni, si sta profilando ricca di turisti”.


Regione e Conoe firmano protoollo per la raccolta degli oli esausti

La Regione ha sottoscritto oggi pomeriggio un protocollo con il Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli esausti (Conoe) per avvivare su tutto il Piemonte una campagna di comunicazione sul recupero differenziato di questo materiale. «Fino ad oggi - spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati - è stata sottovalutata la possibilità di recuperare gli oli da cucina esausti domestici per farli diventare una risorsa come ad esempio il biodiesel che porterebbe un risparmio di 192 milioni sulle importazioni di petrolio a livello nazionale e 92 milioni sulla bolletta energetica».

L’accordo è stato siglato durante un evento virtuale presso il castello di Novara al quale hanno partecipato il sindaco Alessandro Canelli, i Presidenti di Legambiente Piemonte Giorgio Prino, del Conoe Tommaso Campanile e di ASSA Novara Yari Negri.

La campagna muove il suo primo passo proprio da Novara portando a 4 i centri di raccolta in città, a cui corre in parallelo un progetto pilota di raccolta all’interno di un condominio. «Attueremo il protocollo appena sottoscritto approfittando anche dell’avvio della raccolta puntuale nel quartiere Ovest – spiega il sindaco Canelli – Parallelamente, in un condominio, in accordo con gli amministratori, partirà questa sperimentazione che cercheremo poi di estendere a tutta la città. Un’ulteriore iniziativa di attenzione e di cura dell’ambiente che si affianca agli importanti risultati della raccolta differenziata conquistati in questi anni».

La raccolta di questo scarto destinato alla raffinazione da parte di aziende specializzate, in Piemonte oscilla da 283 tonnellate del 2013 a 444 del 2019, ma che secondo il Conoe potrebbero diventare 7.399 aggiungendo le utenze domestiche con una raccolta media di 1,7 litri pro capite all’anno.

«Novara si conferma punta di diamante, tra i capoluoghi piemontesi, nel rispetto e nella tutela dell’ambiente – osserva il presidente di Assa Novara Yari Negri - Gli ottimi risultati raggiunti in questi anni nella differenziazione dei rifiuti verranno implementati ulteriormente da questa sperimentazione pilota sulla raccolta degli oli esausti. Sono convinto che le modalità con cui verrà condotta porteranno ottimi risultati destinati a consolidarsi nel tempo».

«Ben venga qualsiasi intervento per incrementare la raccolta differenziata – ha osservato il presidente di Legambiente Piemonte, Giorgio Prino - la Regione Piemonte, nonostante alcune aree d'eccellenza quali il Consorzio Chierese e il Consorzio del Basso Novarese, è ancora in ritardo sugli obiettivi di legge fissati per il 2012 con alcune zone molto lontane dal 65%. Il protocollo firmato oggi è un tassello culturalmente importante nell'affermare la centralità della raccolta differenziata che, è bene ricordarlo: garantisce il raggiungimento degli obiettivi di riciclo previsti dalla UE; quando fatta bene, soprattutto se in accoppiata con la tariffazione puntuale, è il sistema economicamente più vantaggioso, anche per i cittadini (come certificato dalla IC49 dell'AGCM); impedisce il prolificare di impianti di incenerimento e discariche, dannosi per ambiente, salute e per il Sistema Paese intero»

«L’accordo siglato oggi con la Regione Piemonte rappresenta un impegno concreto di tutti i soggetti coinvolti nella filiera del recupero degli oli vegetali esausti, primo fra tutti il Conoe – ha dichiarato il Presidente del Consorzio, Tommaso Campanile – Questo rifiuto rappresenta una enorme risorsa se oggetto di pratiche di recupero corrette, consapevoli e costruttive. È un dovere prioritario procedere a costruire intorno a questa tematica una coscienza collettiva improntata ai principi della salvaguardia ambientale che inizia, in prima battuta, con la sottrazione di questo rifiuto a pericolose pratiche di dismissione incontrollata per arrivare ad una riconversione in biodiesel, con conseguenze positive in termini di emissioni di gas serra»


 

Messaggio Promozionale