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Fase2 Piemonte: news 21 maggio 2020

Sanità - Benessere
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La situazione dell'Emergenza Coronavirus in Piemonte Fase2 a giovedì 21 maggio 2020. 13754 (+660) i nuovi guariti in Piemonte. 3784 in via di guarigione. 24 nuovi decessi, 3742 in totale. Situazione dei contagi in Piemonte 29990 (+105). Via libera dalla Regione ai test sierologici sugli agenti della forze dell'Ordine. Regione Piemonte: asili e scuole per l'infanzia bocciano il Governo "Siamo stati lasciati soli, inaccettabile abbandonare educatori, famiglie e soprattutto bambini". Datore di lavoro responsabile in caso di oggettiva violazione delle norme. La situazione a Cuneo. Borgosesia (VC): tutto pronto per i test sierologici gratuiti del 23 e 24 maggio.

LINEE GUIDA PER LA RIAPERTURA --> LEGGI IL PDF


Piemonte

Aggiornamento Coronavirus Piemonte 21 maggio 2020 FASE2
 NUMERO DI CONTAGIATI
29990
 IN TERAPIA INTENSIVA 83
 NON IN TERAPIA INTENSIVA 1479
 PERSONE IN ISOLAMENTO DOMICILIARE 7148
 GUARITI
13754
 IN VIA DI GUARIGIONE 3784
 DECEDUTI 3742
 TOTALE TAMPONI EFFETTUATI 271286
 TAMPONI ESAMINATI NEGATIVI 149721

13754 (+660) i nuovi guariti in Piemonte. 3784 in via di guarigione

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 13.754 (+660) rispetto a ieri: 1307 (+92 ) in provincia di Alessandria, 583 (+ 29) in provincia di Asti, 587 (+22 ) in provincia di Biella,1420 (+75 ) in provincia di Cuneo, 1231 (+78) in provincia di Novara, 7198 (+293) in provincia di Torino, 627 (+47) in provincia di Vercelli, 681 (+19 ) nel Verbano-Cusio-Ossola, 120 (+5) provenienti da altre regioni.

Altri 3.784 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.


24 nuovi decessi, 3742 in totale

Sono 24 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 3 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.742 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 626 Alessandria, 223 Asti, 199 Biella, 355 Cuneo, 322 Novara, 1652 Torino, 204 Vercelli, 125 Verbano-Cusio-Ossola, 36 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.


Situazione dei contagi in Piemonte 29990 (+105)

Sono 29.990 (+ 105 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3829 in provincia di Alessandria, 1761 in provincia di Asti, 1028 in provincia di Biella, 2715 in provincia di Cuneo, 2645 in provincia di Novara, 15294 in provincia di Torino, 1263 in provincia di Vercelli, 1101 nel Verbano-Cusio-Ossola, 258 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 96 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 83 (-13 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1479 (- 34 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 7148

I tamponi diagnostici finora processati sono 271.286, di cui 149.721 risultati negativi.


Via libera dalla Regione ai test sierologici sugli agenti della forze dell'Ordine

Via libera della Regione Piemonte ai test sierologici per tracciare la circolazione del coronavirus covid 19 tra gli agenti appartenenti a Forze dell’Ordine, Forze Armate, Polizia Locale, Vigili del Fuoco e lavoratori dei Tribunali ordinari, amministrativi e contabili.

Lo hanno comunicato questa sera in conferenza stampa gli assessori regionali del Piemonte Luigi Genesio Icardi (Sanità) e Fabrizio Ricca (Sicurezza), insieme al prefetto di Torino Claudio Palomba e ai comandanti dei Corpi militari con i quali è stato siglato l’accordo che definisce le modalità dell’operazione.

L’iniziativa coinvolgerà complessivamente circa 20 mila persone su base volontaria. Il test è mirato alla ricerca degli anticorpi IgG, indicativi del possibile contatto con il virus. Chi risulterà positivo, verrà sottoposto al test molecolare (tampone) per la formulazione della diagnosi di positività o negatività al covid19.

«Come nel caso del personale sanitario – osserva l’assessore regionale Luigi Genesio Icardi -, lo screening di massa sulle Forze dell’Ordine, tra i lavoratori più esposti al contagio, permette di raccogliere informazioni molto importanti sul piano epidemiologico, offrendo un significativo contributo allo studio della patogenesi del covid 19 e allo sviluppo di strategie mirate di prevenzione. L’azione combinata tra test sierologico e tampone, fa la differenza nei piani strategici della “fase 2” per la tempestiva individuazione dei nuovi contagi sul territorio».

I referti verranno trasferiti in tempo reale sulla piattaforma Covid della Regione Piemonte, mentre l’elaborazione epidemiologica dei dati sarà affidata al gruppo di esperti dell’Unità di crisi della Regione Piemonte.

Sul piano operativo, saranno i singoli Corpi militari di appartenenza e le singole strutture lavorative a predisporre la possibilità di effettuare gli esami, il tutto con il supporto logistico della Regione e dell’Esercito, che metterà a disposizione personale infermieristico per l’esecuzione dei test.


Asili e scuole per l'infanzia bocciano il Governo "Siamo stati lasciati soli, inaccettabile abbandonare educatori, famiglie e soprattutto bambini"

L’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino, ha incontrato, in Piazza Castello, i rappresentanti del Comitato Educhiamo, oltre a genitori e all'Associazione AIEF-Infanzia e Famiglia e all'associazione di categoria Unitamente. «La Regione ha fatto il massimo, stanziando 15 milioni, ma ora tocca al governo, fino ad adesso assente ingiustificato, dare risposte. A cominciare da un cronoprogramma certo per le riaperture e dall’estensione della cassa integrazione in deroga almeno fino al 31 dicembre. Il Piemonte solleciterà senza tregua il governo per sostenere scuole, famiglie e soprattutto i bambini».

Si è svolto oggi in Piazza Castello, a Torino, davanti alla sede della Regione Piemonte, un presidio per chiedere al governo attenzione sul tema del sistema educativo 0-6 anni. In piazza, in una manifestazione silenziosa e ordinata che ha coinvolto gli asili nido e le scuole dell'infanzia private e parificate aderenti al Comitato Educhiamo, oltre a genitori e all'Associazione AIEF-Infanzia e Famiglia e all'associazione di categoria Unitamente c’era anche l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino.

L’emergenza Covid-19, infatti, ha letteralmente messo in ginocchio i servizi per l’infanzia, in particolare quelli 0-6, a cui è vietato, ad oggi, riaprire. Un disagio che in primo luogo si abbatte sui lavoratori, circa 15mila che operano nelle 700 strutture piemontesi, ma anche sulle famiglie che, con il ritorno al lavoro, si ritrovano a dover conciliare la propria attività con la gestione dei figli. Una situazione giudicata inaccettabile e non più sostenibile: «Siamo profondamente angosciati - spiegano le referenti regionali del Comitato, Sabrina Bonini, Erika Giromini e Valentina Beltrami - viviamo un incubo da 3 mesi, ogni giorno affondiamo nelle sabbie mobili create da chi dovrebbe tutelare le piccole imprese dell'educazione, le migliaia di lavoratori di tutta Italia, educatrici, insegnanti, cuoche, ausiliare che non hanno prospettive. Mesi di battaglie per arrivare allo stesso risultato dell'inizio del lockdown: siamo invisibili, addirittura al punto che ci viene vietato di riaprire ed insieme andranno a cessare gli aiuti degli ammortizzatori sociali. Oltre a non avere ricevuto alcun contributo per la sopravvivenza se non l'attenzione che ci ha riservato la Regione Piemonte con lo stanziamento dei 15 milioni per rimborsare le rette alle famiglie. Solo in Piemonte sono circa 700 le Strutture Educative private «0-6», con una ricettività di 15mila posti e altrettanti occupati. Capirete facilmente dai numeri la gravità della situazione».


Datore di lavoro responsabile in caso di oggettiva violazione delle norme

«Sono estremamente soddisfatta per la scelta di INAIL che, dimostrando buonsenso e venendo incontro anche a quello che sostenevo da tempo a tutela degli imprenditori che rispettano le regole, con la circolare di oggi ha smentito la tesi del governo, stabilendo che la responsabilità del datore di lavoro interviene solo di fronte ad un’oggettiva violazione della legge o degli obblighi derivanti dai protocolli e dalle linee guida nazionali e regionali»: è soddisfatta l’assessore regionale al Lavoro del Piemonte, Elena Chiorino dopo l’emanazione della circolare 22 dell’INAIL.

«La mia presa di posizione - prosegue Chiorino -  che risale a settimane fa, era stata molto chiara: occorreva evitare che gli imprenditori che rispettano tutte le più stringenti norme di sicurezza a tutela dei lavoratori previste nei protocolli in uso possano rischiare un’accusa penale nel caso in cui, un dipendente, si ammali di Covid. Sia chiaro, le norme di sicurezza e i protocolli devono essere rispettati rigorosamente e severamente, ma una volta fatto questo l’imprenditore deve poter ripartire senza l’incubo di poter finire indagato penalmente per un fatto che non dipende dalla propria responsabilità».

Ora però tocca al governo seguire la line dell’INAIL e adeguarsi: «Mi auguro che al più presto - conclude Chiorino - si intervenga in Parlamento per eliminare definitivamente questa norma perversa introdotta con il decreto-legge “Cura Italia” da qualcuno che, probabilmente, non ha mai lavorato in vita sua e non conosce quali sono le grandi difficoltà e le grandi responsabilità che, già così, ricadono sulla testa dei nostri imprenditori, specie in questo periodo, in cui sono messi letteralmente in ginocchio dall’emergenza coronavirus e necessitano di tutto il nostro sostegno per ripartire, così come ne hanno bisogno i lavoratori ai quali - senza alcun dubbio o fraintendimento - va garantita tutta la sicurezza possibile, senza tralasciare nemmeno un dettaglio».


Anziani non autosufficienti e lungoassistenza. La Regione approva i criteri di riparto 2020. Risorse per 19 milioni

Definiti dalla Giunta regionale i criteri per il riparto delle risorse destinate ai servizi per anziani non autosufficienti e per la lungoassistenza nella fase di cronicità. Lo stanziamento complessivo è di 19.150.000 euro.

“Si è scelto - afferma l’assessore alle Politiche sociali, Chiara Caucino - di mantenere i criteri del 2019: per gli anziani non autosufficienti i fondi ammontano a 9.150.000 euro, per le prestazioni di lungoassistenza in fase di cronicità a 10 milioni”.

Nel dettaglio, i servizi integrati servono a sostenere il mantenimento a domicilio degli anziani non autosufficienti e ad integrare le rette corrisposte per ricoveri di tipo definitivo; i servizi di lungoassistenza consistono in prestazioni varie, di tipo professionale e di assistenza familiare, nell’ambito del cosiddetto “servizio di tregua”, finalizzato ad alleviare gli oneri di cura dei famigliari, nell’affidamento diurno, nel telesoccorso, nella fornitura di pasti, nel servizio di lavanderia, pulizia, igiene.

“Anche in questo caso, la scelta compiuta dall’Amministrazione regionale - rileva Caucino - indica buonsenso ed ha la finalità di garantire ai territori, attraverso gli enti gestori, la continuità e la stabilità dei fondamentali servizi erogati a favore delle fasce più deboli e bisognose della popolazione”.

Come di consueto, i criteri sono stati concordati con l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, con il Coordinamento degli enti gestori dei servizi socio-assistenziali e con le rappresentanze sindacali. Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, la condivisione è avvenuta con consultazione tramite posta elettronica.

L’assessore Caucino ricorda la normativa di riferimento: “La legge regionale n.1/2004 definisce il modo in cui è articolata la rete dei servizi sociali per le persone anziane, dando particolare importanza ai servizi a sostegno della domiciliarità in termini quantitativi e qualitativi. Con la legge n.10 del 2010 ha giustamente scelto di favorire la permanenza presso il domicilio dei propri cittadini non più autosufficienti, tramite prestazioni di natura domiciliare rivolte al sostegno della persona e della propria famiglia, promuovendone il benessere e l’autonomia, nell’ottica di incidere positivamente sulla qualità della vita”.


L'emergenza dai comuni

La situazione a Cuneo

Si è conclusa da poco la riunione quotidiana del Centro Operativo Comunale. 

In ottemperanza alle linee guida contenute nel Protocollo per la riapertura delle attività approvato da Governo e Conferenza delle Regioni, il mercato di domani mattina (venerdì 22 maggio) subirà alcune modifiche. In via sperimentale, i banchi extra alimentari abitualmente ubicati in Piazza Seminario saranno spostati in Piazza Galimberti, così da assicurare maggior distanziamento sia tra gli operatori che tra i clienti. 

Sempre in tema commercio, da oggi, sul sito istituzionale del Comune, nella pagina Sportello Unico Attività Produttive (Suap) sotto la voce "Presentare Istanze-dehors-proroga", le attività interessate ad ampliare il proprio dehor possono compilare direttamente online il modulo di richiesta n. 3456 ("Comunicazione di occupazione temporanea di suolo pubblico presso attività di commercio e somministrazione alimenti e bevande -Emergenza epidemiologica Covid-19"). L'ampliamento sarà concesso fino al raddoppio dello spazio precedentemente richiesto; tavoli, sedie e ombrelloni potranno essere posati anche non in prossimità dell'esercizio commerciale; l'occupazione potrà essere ampliata durante l'apertura dei locali e completamente rimossa alla chiusura dell'esercizio.

Si segnala inoltre che a partire da domani il numero unico 0171.44.44.44 (utile per informazioni non sanitarie, richieste e segnalazioni), attivo in modo continuativo dal 13 marzo, sarà operativo solo nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì dalle ore 9-18.

Si ricorda che, da questa mattina, il sottopasso del Movicentro è chiuso in via provvisoria con la previsione di posizionare chiusure stabili da attivare in alcuni orari della giornata.

Numeri utili e informazioni di servizio

Per le richieste dei Buoni Spesa è sempre operativo il numero telefonico 0171-444.700 (dal lunedì al giovedì dalle 8.30 alle 17 e il venerdì dalle 8.30 alle 12.30). Chi volesse contribuire ad aiutare le tante famiglie cuneesi che in questi giorni si stanno trovando in difficoltà nell'acquistare beni di prima necessità come cibo e farmaci, può farlo mediante bonifico bancario sul conto corrente intestato al Comune di Cuneo, IBAN: IT 22 P 03111 10201 0 0000 0032346, indicando la seguente causale: "COVID-19 Solidarietà alimentare e Codice Fiscale". 

Per rimanere aggiornati su informazioni e nuove disposizioni si ricorda che è possibile aderire al Servizio Sms della Protezione Civile, per iscriversi compilare il modulo pubblicato sul sito istituzionale.


Borgosesia (VC): tutto pronto per i test sierologici gratuiti del 23 e 24 maggio

2 location, più di 10mila test sierologici con risposta in 3 minuti,  la popolazione entusiasta  ed una task force di operatori del Comune, Fondazione Valsesia, Als e Croce Rossa pronta ad entrare in azione: così Borgosesia si prepara ad avviare, sabato mattina, la prima indagine epidemiologica a tappeto su tutta la popolazione adulta, un caso unico in Italia e già considerato esempio da emulare per molti Sindaci e Governatori.

«Siamo pronti», dice il Sindaco Paolo Tiramaniche ha incassato in queste ore diversi apprezzamenti per questa iniziativa che pone la città da lui amministrata, Borgosesia, all’avanguardia in Italia per un’iniziativa messa in campo in modo rigorosamente scientifico ed istituzionale: «Abbiamo scelto la via del massimo rigore – spiega il Sindaco -  per essere certi che tutte le procedure siano corrette e validate.  Il protocollo è stato studiato dal Prof. Faggiano (Ordinario di Igiene all’Università del Piemonte Orientale), autorizzato da Asl 11 ed ha avuto l’approvazione del Comitato Etico – continua il primo cittadino – l’obiettivo è quello di realizzare uno studio epidemiologico sulla prevalenza della risposta immunitaria al SARS-COV-2  fra i residenti del nostro Comune, per migliorare le misure di protezione della popolazione. Siamo anche primi  - sottolinea Paolo Tiramani - ad aver previsto un percorso in cui, in caso di positività agli anticorpi IgM (soggetti con potenziale in corso), si sarà immediatamente sottoposti a tampone grazie alla presenza di un’area dedicata, gestita dall’Asl con supervisione del dott. Silvio Borrè, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Ospedale di Vercelli».


 

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