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Covid-19 Piemonte: 27 aprile ore 21

Sanità - Benessere
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La situazione dell'Emergenza Coronavirus in Piemonte al 24 aprile 2020, ore 21. Aggiornamento Coronavirus Piemonte. 4442 nuovi guariti in Piemonte. 2355 in via di guarigione. 54 nuovi decessi, 2913 in tutto. Situazione dei contagi in Piemonte 25216. Il Presidente Cirio hanominato Maurizio Marrone nuovo assessore reglionale. Vademecum Fase2. Operativi altri 25 infermieri militari in Piemonte. Ripristino orario di contrattazione presso il Centro Agroalimentare di Torino (CAAT Scpa). Federalberghi: il settore turistico recettivo torinese traccia un primo bilamcio sull'emergenza samitaria. Persi 70 milioni di Euro di fatturato nella sola area di Torino. #covid19 Il Piemonte si prepara alla fase 2 "I Comuni devono essere aiutati" Marco Marocco.. La situazione a Cuneo.

NUOVA AUTODICHIARAZIONE 26/3 --> LEGGI IL PDF


Piemonte

Aggiornamento Coronavirus Piemonte 23 aprile 2020
 NUMERO DI CONTAGIATI
25916
 IN TERAPIA INTENSIVA 214
 NON IN TERAPIA INTENSIVA 2689
 PERSONE IN ISOLAMENTO DOMICILIARE 12603
 GUARITI
4442
 IN VIA DI GUARIGIONE 2355
 DECEDUTI 2913
 TOTALE TAMPONI EFFETTUATI 140996
 TAMPONI ESAMINATI NEGATIVI 74630

4442 nuovi guariti in Piemonte. 2355 in via di guarigione

Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 4.442 (187 in più di ieri): 417 (+33) in provincia di Alessandria, 166 (+10) in provincia di Asti, 218 (+19) in provincia di Biella, 483 (+16) in provincia di Cuneo, 369 (+10) in provincia di Novara, 2.246 (+86) in provincia di Torino, 228 (+7) in provincia di Vercelli, 257 (+5) nel Verbano-Cusio-Ossola, 58 (+1) provenienti da altre regioni.
Altri 2.355 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.


54 nuovi decessi, 2913 in tutto

Sono 54 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 15 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).
Il totale è ora di 2.913 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 542 ad Alessandria, 152 ad Asti, 157 a Biella, 230 a Cuneo, 250 a Novara, 1.287 a Torino, 156 a Vercelli, 109 nel Verbano-Cusio-Ossola, 30 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.


Situazione dei contagi in Piemonte 25216

Sono 25.216 (+306 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.300 in provincia di Alessandria, 1.465 in provincia di Asti, 952 in provincia di Biella, 2.407 in provincia di Cuneo, 2.220 in provincia di Novara, 12.401 in provincia di Torino, 1.094 in provincia di Vercelli, 998 nel Verbano-Cusio-Ossola, 228 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 151 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 214 (-3 rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.689 (- 138 rispetto a ieri)
Le persone in isolamento domiciliare sono 12.603
I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 140.996, di cui 74.630 risultati negativi.

SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA PIEMONTESE E AGGIORNAMENTI DEL GRUPPO DI LAVORO FAZIO (RIORGANIZZAZIONE AREA TERRITORIALE)

Il Gruppo di lavoro Fazio ha comunicato all’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, le prime valutazioni qui sotto esposte sulla situazione epidemiologica odierna in Piemonte, frutto di diverse circostanze che richiedono interventi in vista della fase 2.

La curva epidemica e’ in ritardo in Piemonte rispetto ad altre Regioni del Nord, il che spiega in parte la mancanza di sincronia con queste ultime.

Le province piemontesi mostrano una tendenza alla discesa della curva dei casi dalla data dei sintomi, e fluttuazioni dei tamponi positivi dovute a variazioni nel processo di somministrazione ed esecuzione dei test. I casi e i decessi attualmente osservati nelle RSA esprimono la situazione epidemica di piu’ di due settimane fa. Continua un andamento in Torino e provincia che induce alla massima attenzione nel monitorare l’impatto delle prossime riaperture.

E’ evidente il peso esercitato dall’epidemia nelle RSA, particolarmente numerose nel territorio piemontese.

Il Gruppo di lavoro Fazio è impegnato nell’identificazione di aspetti critici che hanno pesato sulla attuale situazione e in proposte per una soluzione a medio-lungo termine per la riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, sia in funzione di possibili nuovi picchi sia pienamente normalizzata dopo COVID. Nel corso dei suoi lavori, la il Gruppo di lavoro Fazio elaborerà proposte e raccomandazioni da sottoporre all’Assessorato alla Sanità per la fase 2.

Questo piano si incentrerà sulla identificazione il più precoce possibile dei nuovi casi, in modo da spegnere i nuovi focolai attraverso l’isolamento dei casi e dei loro contatti e su uno stretto monitoraggio epidemiologico. E’ possibile che per la fase due sia necessario affrontare in maniera drastica il problema della trasmissione intrafamiliare, con apposite strutture in cui ricoverare i positivi fino alla negativizzazione.


Il Presidente Cirio hanominato Maurizio Marrone nuovo assessore reglionale

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha firmato oggi il decreto con il quale assegna a Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia) l’incarico di assessore regionale.

Le deleghe conferite sono: Rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Affari legali e Contenzioso, Emigrazione, Cooperazione internazionale e Post olimpico.

“L’ingresso di Maurizio Marrone in Giunta è un tassello importante per supportare l’operato della nostra squadra di governo - spiega il presidente Cirio - E lo è più che mai in questo momento, perché la lotta alla burocrazia rappresenta uno degli strumenti strategici per affrontare la grave crisi che stiamo vivendo. La sua competenza e la lunga esperienza di amministratore, nonostante la giovane età, saranno preziose per il difficile lavoro che stiamo portando avanti”.

Nato a Milano il 12 maggio 1982, Maurizio Marrone è laureato in Giurisprudenza e dottore di ricerca in Diritto pubblico. Ha svolto l’attività professionale presso studi legali, aziende e organismi di vigilanza. Dal 2010 al 2013 è stato consigliere d’amministrazione di Ires Piemonte. Dal 2006 al 2011 è stato consigliere presso la IV Circoscrizione di Torino e dal 2011 al 2016 consigliere comunale di Torino. Dal 2014 al 2017 è stato eletto per la prima volta in Consiglio regionale, dove è stato confermato per la seconda volta nelle elezioni del 2019.

“Il mio primo pensiero nell'accogliere questo incarico di responsabilità va ai tanti, troppi cittadini, che stanno vivendo la profonda difficoltà di questa emergenza e meritano risposte concrete dalle Istituzioni - sottolinea l’assessore Marrone -. Metteremo in campo misure concrete contro ogni forma di inutile burocrazia, per la ripartenza economica del nostro Piemonte, che vogliamo diventi un esempio virtuoso di semplificazione dei procedimenti amministrativi per tutte le aziende intenzionate ad investire sul territorio: lo dobbiamo agli imprenditori che resistono coraggiosamente, ma anche a tutti quei cittadini, a partire dai meno garantiti, che rischiano di essere lasciati indietro in questa crisi sociale. Presterò, infine, tutta l’attenzione necessaria a rinsaldare i rapporti tra Giunta e Consiglio Regionale, comprese le minoranze che dimostrano senso di responsabilità e meritano il giusto coinvolgimento nelle decisioni dell’ente. Darò il massimo per meritare la fiducia che il presidente Cirio ha voluto riporre in me, insieme ai vertici del mio partito”.


Vademecum Fase2

EDILIZIA. Ripartono oggi 27 aprile solo le attività produttive e industriali prevalentemente votate all’export e i cantieri per carceri, scuole, presidi sanitari, case popolari e per la difesa dal dissesto idrogeologico. Al ministero delle Infrastrutture è stato firmato un protocollo che prevede un serie di precauzioni: misurazione della temperatura prima dell’accesso al cantiere, accesso contingentato a mense e spogliatoi, pulizia giornaliera e sanificazione periodica delle aree comuni. Sempre domani riparte il commercio all’ingrosso funzionale ai settori dell’export e all’edilizia.

CANTIERI PRIVATI. Dal 4 maggio partono tutte le attività di manifattura, il commercio all’ingrosso e i cantieri privati. In attesa sarà possibile preparare gli ambienti di lavoro.

TAKE AWAY. Dal 4 maggio sarà consentito andare a comprare cibo da asporto, da consumare a casa o in ufficio.

SPORT. Può ripartire l’attività motoria individuale anche distante da casa. Dal 4 maggio via libera anche ad allenamenti dei professionisti per le discipline individuali. Per gli sport di squadra l’orientamento è quello di attendere il 18. Sport e attività motoria saranno quindi consentiti non solo più nei pressi della propria abitazione, ma sempre a livello individuale o con un minore o non autosufficiente. E occorrerà rispettare la distanza di due metri per l’attività sportiva e di un metro per le altre.

Potranno riprendere a porte chiuse e senza assembramenti gli allenamenti degli atleti, professionisti e non, di ogni disciplina sportiva individuale: saranno emanate per questo specifiche linee guida, previa validazione del Comitato tecnico-scientifico, dall’Ufficio sport della presidenza del Consiglio.

I PARCHI E GIARDINI PUBBLICI. Riapriranno il 4 maggio. L’orientamento è di permettere che all’aperto possa stare vicino un numero molto limitato di persone se componenti di una stessa famiglia. Resteranno chiuse le aree per i bambini. L’accesso sarà condizionato al rispetto del divieto assoluto di assembramenti e della distanza interpersonale di un metro. Le zone attrezzate per il gioco dei bambini non sono chiuse per tutti, come si pensava, ma  «sono chiuse ove non sia possibile consentire l’accesso contingentato». Il che implica che ne resteranno aperte comunque ben poche.

NEGOZI e COMMERCIO AL DETTAGLIO. Le attività commerciali al dettaglio diverse da quelle già autorizzate (che sono generi alimentari, igiene della persona, edicole, farmacie e parafarmacie, tabaccai, librerie, negozi di vestiti per bambini e neonati) restano sospese (fino al 18 maggio, ha anticipato il premier), così come i mercati. Ovunque va rispettata la distanza di un metro. Se nulla cambierà quindi il commercio al dettaglio ripartirà il 18. L’obiettivo è evitare che ci siano orari di punta, prevedendo aperture e chiusure diverse fra le varie attività.

PARRUCCHIERI, BARBIERI ed ESTETISTE Non riapriranno il 4 maggio (e secondo quanto riferito da Conte dovranno attendere il 1° giugno).

MUSEI E BIBLIOTECHE. Riaprono il 18 maggio..

impianti sciistici, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi e scommesse, discoteche e locali, scuole. Restano CHIUSI

BAR, RISTORANTI, GELATERIE E PASTICCERIE. La data giusta per i ristoranti dovrebbe essere il 1 giugno. La Federazione italiana pubblici esercizi ha approvato un protocollo che prevede: un metro di distanza tra i tavoli, porte di ingresso e uscita differenziate, pagamenti preferibilmente digitali al tavolo, pulizia e sanificazione. Essendoci ancora un amplio spreco di condizionali, non è dato di sapere quale sarà la reale data di apertura e non è possibile effettuare una reale pianificazione.

Come noto «resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio». L’unica novazione, tutto sommato importante, è che diventa possibile la vendita con asporto, con l’obbligo di rimanere a distanza di un metro, di non consumare i prodotti nei locali e di non sostare nelle immediate vicinanze degli esercizi.

MEZZI PUBBLICI. Gli orari diversificati di apertura e chiusura delle attività imporrà una rimodulazione del servizio pubblico, che comunque dovrà essere potenziato nelle ore di punta. Le linee guida allo studio prevedono inoltre: termoscanner in tutte le stazioni e gli aeroporti, obbligo su tutti i mezzi di trasporto (dai treni alle navi, dagli aerei a bus e metro) distanziamento dei passeggeri, mascherine, biglietti sempre più elettronici, contingentamento degli accessi nelle stazioni e negli scali.

In realtà il Dpcm si limita ad attribuire al presidente della Regione il compito di programmare il servizio per «assicurare i servizi minimi essenziali» e a chiarire che l’erogazione va modulata in modo da evitare il sovraffollamento dei mezzi nelle ore di punta. Le aziende sono tenute a d «adottare interventi straordinari di sanificazione dei mezzi», ripetuti a cadenza ravvicinata. Per il trasporto di linea si rimanda a un decreto della ministra delle Infrastrutture che potrà integrare o modificare le linee guida e il protocollo sottoscritto il 20 marzo scorso.

In due parole, è tutto demandato a terzi e rinviato al futuro. Toccherà attendere.

SPOSTAMENTI. Dal 4 maggio sarà possibile far visita ai parenti, ma non saranno permesse le riunioni di famiglia. Per quanto riguarda la mobilità delle persone, si potrà tornare a muoversi da un comune all’altro entro la stessa regione per motivi di lavoro, salute o «necessità e urgenza», e vengono annoverati tra quelli necessari e urgenti anche «gli spostamenti per incontrare congiunti, purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie».

Resta il divieto di spostamento al di fuori della regione, “salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”. E’ possibile rientrare dall’estero in Italia per incontrare i congiunti o per rientrare nel proprio domicilio o residenza. Ma ritorna il disco verde al rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. È invece esplicitato l’obbligo di rimanere a casa per chiunque abbia sintomi da infezione respiratoria e febbre più alta di 37,5 °

Gli italiani che rientrano in patria, al momento dell’arrivo, dovranno comunicare i motivi del viaggio, l’indirizzo completo dell’abitazione o della dimora in Italia dove sarà svolto il periodo di quarantena, il mezzo di trasporto privato che verrà utilizzato per raggiungere la stessa e il proprio recapito telefonico. La consegna del modulo con le motivazioni del rientro in Italia va inoltre consegnata “all’atto dell’imbarco sul trasporto di linea aereo, marittimo, lacuale, ferroviario o terrestre”.

CHIESE e FUNERALI. Dal 4 maggio riapriranno invece le chiese e gli altri luoghi di culto a patto che si organizzino per evitare assembramenti e per garantire la distanza di un metro tra le persone. Le cerimonie civili e religiose restano però sospese, mentre saranno consentiti i funerali «con l’esclusiva partecipazione di parenti di primo e secondo grado e, comunque, fino a un massimo di 15 persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando mascherine protettive».

SCUOLA. Resta CHIUSA. Gli studenti non torneranno sui banchi fino a settembre. Il governo sta lavorando per definire le modalità per far svolgere “in presenza, ma in piena sicurezza” gli esami di Stato. Per cui ancora nulla è stato definito in termini di istruzione. Neppure è stato chiarito come dovranno comportarsi le famiglie con figli in occasione del loro rientro al lavoro a fronte di scuole e doposcuola chiusi.

Ad oggi rammentiamo che le uniche soluzioni previste pro tempore, per quanto incomplete, sono il congedo parentale o il voucher baby sitter.

Il congedo parentale (da confermarsi peraltro) prevede la possibilità di stare a casa con una retribuzione al 50%. Lo può chiedere un unico genitore oppure entrambi ma in modo alternato e comunque non oltre il limite di 15 giorni totali. Attenzione perché ad oggi si prevede che il congedo al 50% sia possibile solamente se l’altro genitore non risulti beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa o sia disoccupato o inoccupato. Insomma se un genitore può stare già a casa a prendesi cura dei figli, il congedo pagato al 50% per l’altro è escluso. Ad usufruirne è stato un numero inferiore di quanto ci si aspettasse quindi c’è copertura economica per la proroga della misura. Questa scelta agevola soprattutto le coppie che non avevano una baby sitter di fiducia prima e che ora, anche volendo, non saprebbero come trovarla.

D’altro canto il voucher baby sitter copre anche le spese qualora a prendersi cura dei figli sia un parente ma questa ipotesi nella pratica, viste le regole di distanziamento sociale, appare in alcuni casi difficile da mettere in pratica. L’importo previsto è di 600 euro per i privati e mille euro per i dipendenti pubblici. Il vantaggio è che l’assistenza coprirebbe il mese e non solo metà di esso. In allegato rimettiamo la circolare INPS n. 44 (unico riferimento certo ad oggi sull’attuazione di questa misura).

OBBLIGO MASCHERINE. Confermato l’obbligo di mascherine nei luoghi confinati aperti al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza. Non sono soggetti all’obbligo di mascherine i bambini al di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti. Si possono usare anche mascherine «di comunità, ovvero monouso o lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrati idonei a fornire una barriera adeguata».

Questi, invece, i protocolli allegati al nuovo Dpcm per la Fase 2 delle riaperture, parte integrante delle nuove regole che andranno rispettate a partire dal 4 maggio. Anch’essi presenti in allegato.

1.    PROTOCOLLO SINDACATI-IMPRESE. Aggiornato il 24 aprile l’accordo già siglato il 14 marzo, si va dall’utilizzo delle mascherine per chi condivide spazi comuni al distanziamento delle postazioni, dalle sanificazioni degli ambienti al ricorso allo smart working. Previste anche sanzioni, con la sospensione temporanea per le imprese che non applicano le regole.

2.    PROTOCOLLO CANTIERI. Anche sui cantieri misurazione della temperatura prima dell’accesso, presidio sanitario per i cantieri di grandi dimensioni (oltre 250 unità), accesso agli spazi comuni (comprese mense e spogliatoi) contingentato, con ventilazione continua dei locali, tempo di sosta ridotto e distanza di 1 metro tra le persone.

3.    PROTOCOLLO TRASPORTI E LOGISTICA. Distanza di almeno un metro, sanificazione degli ambienti, dispenser per il disinfettante sono solo alcune delle regole per le aziende del trasporto e della logistica, oltre che per i passeggeri dei mezzi di trasporto. Dagli aerei ai treni al tpl, separazione entrata e uscita. mascherine (anche di stoffa) e distanziamento sono la priorità, oltre ai marker sui sedili per garantire il distanziamento sui mezzi. Sui taxi, infine, mascherine, distanziamento sui sedili (per le vetture a sei posti, vanno occupati due sedili per fila) e l’invito a dotare le vetture di apposite paratie.


Operativi altri 25 infermieri militari in Piemonte

Venticinque nuovi marescialli infermieri in ferma annuale del Corpo sanitario dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare destinati alle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) del Piemonte, sono stati accolti questa mattina nell’aula magna del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, a Torino, dal generale di Divisione Salvatore Cuoci, comandante dell’Istituto di formazione, dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Vincenzo Coccolo e dall’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Genesio Icardi, alla presenza del comandante della Brigata alpina Taurinense generale Davide Scalabrin, e del colonnello Fabio Zanichelli in rappresentanza dell’Aeronautica Militare.

Nel dettaglio, gli infermieri militari da domani saranno a disposizione delle Asl piemontesi di Alessandria, Asti, Cuneo 1, Alba (Cn2), Novara, Torino, Collegno-Pinerolo (To3), Ciriè-Chivasso-Ivrea (To4), Chieri-Carmagnola-Moncalieri (To5), Vercelli e Verbania, a supporto esclusivo delle case di riposo più in difficoltà sul territorio. 

«Siamo riconoscenti allo Stato maggiore della Difesa per il generoso e puntuale apporto offerto al Piemonte in questa drammatica emergenza del coronavirus – ha osservato l’assessore Icardi -, sappiamo che si tratta di un aiuto sul quale possiamo sempre contare, tempestivo, quanto altamente affidabile».

Dall’ospedale di Verduno all’Area sanitaria temporanea delle Ogr a Torino, dai servizi logistici e di movimentazione sul territorio alle operazioni di sanificazione nelle case di riposo, fino alla rete di 120 posti letto nelle caserme per l’isolamento domiciliare fiduciario, l’assessore Icardi e il commissario Coccolo hanno ricordato i principali fronti di impegno dei militari in Piemonte. Un intervento straordinario che sta coinvolgendo stabilmente oltre 700 uomini, tra Esercito, Aeronautica, Marina Militare e Arma dei Carabinieri, senza contare le mobilitazioni per le necessità occasionali.

L’ESERCITO IN PIEMONTE

Nello specifico, in Piemonte il contributo dell’Esercito nell’ambito delle tre linee operative (sicurezza, supporto sanitario e concorsi operativi) coordinato dal Comando Truppe Alpine, è garantito dai Comandi presenti su tutto il territorio regionale. In particolare, il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito e il Comando militare Esercito Piemonte hanno messo a disposizione della Regione rispettivamente i padiglioni della caserma “Riberi” e l’intera Base logistico addestrativa di Bardonecchia, per un totale di 120 posti letto, per alloggiare persone che non hanno possibilità di isolamento domiciliare, mentre gli alloggi del ex circolo ufficiali di corso Vinzaglio vengono utilizzati per ospitare i medici e gli infermieri civili che lavorano nei reparti Covid, arrivati anche da fuori Regione, e che ne hanno fatto richiesta.

La Brigata alpina Taurinense ha poi integrato, su richiesta della Prefettura di Novara, con 53 Dragoni del 1° Reggimento Nizza Cavalleria di Bellinzago Novarese, il dispositivo già in atto di “Strade Sicure” per l’attività di controllo sul territorio assicurato dai due Raggruppamenti presenti, su base rispettivamente del Reggimento Artiglieria a Cavallo di Vercelli e del 5° Reggimento Lancieri di Novara di Codroipo (UD).

In termini di concorsi operativi, la Brigata ha garantito il trasporto di materiali (DPI, tute protettive) e attrezzature sanitarie dagli aeroporti di Torino-Caselle e Milano-Malpensa ai magazzini regionali della Protezione civile di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, oltre che la movimentazione interregionale e la distribuzione di materiale sanitario a favore della Protezione civile piemontese, compresa l’area sanitaria presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino.

Infine, a seguito della richiesta avanzata dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, a partire dalla giornata del 25 aprile, la Brigata “Taurinense” al comando del generale di Brigata Davide Scalabrin, ha iniziato le operazioni di sanificazione nelle case di riposo maggiormente colpite dall’emergenza e che, entro il 10 maggio, prevede l’intervento su oltre 30 Rsa e circa 2.700 posti letto in tutto il Piemonte.

L’attività del personale medico e infermieristico militare di tutte e quattro le Forze Armate in supporto alla Regione, coordinata dal tenente colonnello Antonio Liguori (direttore del Poliambulatorio del Comando Militare Esercito Piemonte), è già in atto da settimane in molte province, a partire dal nuovissimo ospedale di Verduno e dal circostante territorio di Alba-Bra, dove già un nucleo di medici militari è impegnato nel sostegno ed nell’organizzazione delle Residenze sanitarie assistenziali, in forte sofferenza in questo periodo.

Inoltre, medici e infermieri con le stellette sono impiegati anche in altri nosocomi regionali come l’ospedale di Cuneo, presso cui opera un neurochirurgo, gli ospedali di Rivoli, Pinerolo, Vercelli, Alessandria, Saluzzo e l’Ospedale Oftalmico di Torino.

L’attuale dispositivo sanitario militare finora costituito da 19 medici e 29 infermieri, si è quindi potenziato ulteriormente da oggi, a seguito della richiesta di supporto da parte dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte, con l’arrivo dei nuovi 25 marescialli infermieri da impiegare nelle Rsa del territorio regionale.


Ripristino orario di contrattazione presso il Centro Agroalimentare di Torino (CAAT Scpa)

Il Direttore del Centro, nell’ambito delle facoltà ad Egli ascritte, ha disposto che, a far data dal 22 aprile 2020, gli orari di accesso al Centro per la categoria degli acquirenti fossero differiti alle ore 5 am facendo, altresì, slittare la chiusura delle contrattazioni alle ore 11 am.

Il provvedimento temporaneo ed emergenziale era volto a favorire una più netta separazione dei flussi dei conferenti merce che nella fascia oraria 1.30-4.30 si sovrapponevano a quelli degli acquirenti, incrementando i rischi interferenziali e di assembramento.

Il provvedimento è stato adottato a seguito di un’istruttoria tecnica che ha coinvolto tutte le categorie che operano all’interno del Centro.

Tale provvedimento era, infatti, volto a meglio tutelare tutte le categorie che fruiscono del Centro.

Nel corso della mattinata odierna si è svolta una manifestazione da parte degli Ambulanti/Acquirenti degenerata nel blocco del Centro Agroalimentare, comportando l’interruzione di un servizio di interesse generale.

Nonostante la presenza delle Forze dell’Ordine e della Digos abbiano evitato il trascendere ulteriore dei comportamenti, non è stato tuttavia possibile ripristinare il normale funzionamento del Centro.

Nonostante i tentativi di interlocuzione perpetrati, i manifestanti hanno reclamato il ripristino degli orari originari paventando, in assenza, la prosecuzione del blocco del Mercato con le conseguenze che ne sarebbero derivate anche in termini di approvvigionamenti.

Constatato quanto sopra, la Direzione ha ritenuto opportuno, anche in considerazione del periodo, ripristinare il precedente orario di contrattazione presso il Centro Agroalimentare di Torino.

Si esprime il rammarico per la mancata comprensione delle finalità del provvedimento che muoveva dall’esigenza di tutelare al meglio l’utenza del Centro.


Federalberghi: il settore turistico recettivo torinese traccia un primo bilamcio sull'emergenza samitaria. Persi 70 milioni di Euro di fatturato nella sola area di Torino. Gli imprenditori alberghieri preoccupati anche per un futuro senza eventi, manifestazioni sportive, meeting e business chiedono lo stato di crisi: contributi a fondo perduto, burocrazia snella, risorse dirette alle aziende, sostegno ai lavoratori del settore ed esenzioni fiscali per resistere

La pandemia da Covid-19 e le rigide misure imposte dal governo per contenere la diffusione del contagio hanno inflitto un duro colpo al settore turistico-ricettivo di Torino. Nei due mesi di lockdown, secondo le stime di Federalberghi Torino, le imprese alberghiere hanno visto andare in fumo 70 milioni di euro di fatturato. Complessivamente la città ha perso anche 1.5 milioni di potenziali presenze tra il 21 febbraio – data alla quale risalgono i primi casi di positività in Italia – e il 4 maggio.

L’emergenza sanitaria è scoppiata in un periodo dell’anno tradizionalmente positivo per il turismo torinese, con gli short break, le gite scolastiche e gli eventi sportivi e i ponti primaverili di Pasqua e del 1° maggio che, oltre al turismo business, avrebbero portato in città molti turisti. Per il weekend del 1° maggio si stima, come per Pasqua, una perdita di altri 4 milioni di euro. Il tasso di occupazione, che nello stesso periodo dello scorso anno si attestava al 72% a marzo e al 76% ad aprile (con punte dell’80-85% nel weekend di Pasqua 2019) è attualmente pressoché nullo.

Uno stato di crisi che perdurerà anche oltre il 4 maggio, nella cosiddetta Fase 2. Prima della pandemia i flussi turistici verso Torino erano alimentati prevalentemente dai viaggi business, dai meeting aziendali, dai convegni dei professionisti e dagli eventi organizzati in città, cui si aggiungeva una quota di “turismo leisure”, concentrata in particolare nei ponti e nei periodi di vacanza. Di fronte a un futuro che si annuncia privo di manifestazioni, viaggi di lavoro e turismo tradizionale gli imprenditori alberghieri riflettono su come ripartire e chiedono un aiuto al mondo politico.

<Non possiamo guardare con grande ottimismo al 4 maggio e alle successive date previste dal governo per l’allentamento delle misure di contenimento perché per il nostro settore non cambierà molto – dichiara Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – è ormai chiaro che nei prossimi mesi non vi saranno eventi, manifestazioni, il turismo business e gli spostamenti intraregionali saranno fortemente ridotti mentre il turismo leisure resta un’incognita. Chiediamo quindi alle istituzioni che venga riconosciuto lo stato di crisi e soprattutto che vengano previsti consistenti sostegni economici a fondo perduto, risorse dirette alle aziende e svincolate da scoraggianti iter burocratici, sostegni per i lavoratori del settore ed esenzioni fiscali tali da sopperire alla mancanza di liquidità e non meri rimandi delle scadenze>.

Il rischio, denuncia Federalberghi Torino, è quello di una desertificazione alberghiera che potrebbe avere effetti negativi anche nei prossimi anni.

<L’obiettivo principale in questo momento deve essere quello di preservare un patrimonio turistico-ricettivo di rilievo, salvaguardando la tenuta del tessuto socio-economico a esso collegato – prosegue Borio – prima o poi si tornerà alla normalità, Torino ricomincerà ad ospitare grandi eventi, primo fra tutti le Atp Finals e non potrà farsi trovare impreparata>.


#covid19 Il Piemonte si prepara alla fase 2 "I Comuni devono essere aiutati" Marco Marocco

Il Piemonte si prepara per la nuova fase dopo le restrizioni indispensabili a scongiurare l'epidemia di coronavirus e gli amministratori pubblici si confrontano sui vari aspetti da affrontare.

Oggi il vicesindaco di Città Metropolitana di Torino Marco Marocco nel corso di una intensa riunione con tutti i Presidenti di Provincia e il vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso ha esaminato le iniziative in campo.

Marocco ha sottolineato che i Comuni rappresentano la parte più fragile dello Stato e nello stesso tempo il presidio indispensabile per la popolazione e che quindi qualsiasi iniziativa della Regione dev'essere prioritariamente rivolta al supporto ai Comuni proprio nel loro compito più difficile: aiutare i propri cittadini attraverso i servizi comunali.

"La Regione Piemonte deve intervenire - dice Marocco - ma non solo compensando le minori entrate ai Comuni, ad esempi sui mancati oneri urbanizzazione o le mancate entrate per le tasse sull'occupazione del suolo pubblico: servono agevolazioni dirette agli imprenditori, aiutando così di fatto anche i Comuni stessi"


L'emergenza dai comuni

La situazione a Cuneo

Si è appena conclusa la riunione quotidiana del Centro Operativo Comunale.

È stato emanato ieri sera il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Le nuove disposizioni contenute nel provvedimento entreranno in vigore a partire da lunedì 4 maggio. In attesa dei chiarimenti sull'interpretazione delle norme da parte della Presidenza del Consiglio e degli eventuali ulteriori provvedimenti che la Regione Piemonte dovesse ritenere necessari (il Dpcm prevede infatti la possibilità per le Regioni di prendere provvedimenti maggiormente restrittivi), si procederà nei prossimi giorni alla valutazione e all'approfondimento delle disposizioni. 

Anche in vista delle prossime riaperture, nelle settimane a venire verrà effettuato un nuovo intervento di lavaggio e di sanificazione dei portici, delle panchine e delle rastrelliere nelle aree maggiormente frequentate.  

Si ricorda inoltre che oggi è iniziato il pagamento delle pensioni di maggio, in alcune filiali frazionali gli ingressi agli uffici postali sono contingentati grazie al supporto dei volontari della Protezione Civile Comunale. L'invito ai cittadini, è bene sottolinearlo, è di recarsi in Posta solo per operazioni essenziali e indifferibili.

Per quanto riguarda la viabilità cittadina si segnala che questa mattina sono iniziati i lavori propedeutici alla riasfaltatura lungo il nuovo percorso ciclo-pedonale di corso Marconi, gli interventi dovrebbero concludersi entro giovedì. Domani partiranno anche i lavori di riasfaltatura del tratto di strada tra la rotonda di Discesa Bellavista e l'inizio del Ponte Vecchio. 

Numeri utili e informazioni di servizio

E' sempre attivo il numero telefonico 0171-444.700 riservato alle richieste per i Buoni Spesa (dal lunedì al giovedì dalle 8.30 alle 17 e il venerdì dalle 8.30 alle 12.30). Chi volesse contribuire ad aiutare le tante famiglie cuneesi che in questi giorni si stanno trovando in difficoltà nell'acquistare beni di prima necessità come cibo e farmaci, può farlo mediante bonifico bancario sul conto corrente intestato al Comune di Cuneo, IBAN: IT 22 P 03111 10201 0 0000 0032346, indicando la seguente causale: "COVID-19 Solidarietà alimentare e Codice Fiscale". 

Per rimanere aggiornati su informazioni e nuove disposizioni si ricorda che è possibile aderire al Servizio Sms della Protezione Civile, per iscriversi compilare il modulo pubblicato qui. Invitate parenti, amici e conoscenti ad attivare il servizio, più iscritti ci saranno maggiore sarà l'efficacia.

Nel ricordare il numero unico 0171.44.44.44 del Comune, attivo tutti i giorni dalle 9 alle 18 per fornire informazioni di carattere non sanitario e richieste di chiarimenti, si segnala che per necessità e difficoltà particolari in ambito sociale e di volontariato si può chiamare il Segretariato sociale attivato dal Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese (tel. 0171-334666). Il servizio è operativo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 17, il sabato dalle 8 alle 13


 

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