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Inquinamento: l'età della plastica

Ambiente - Clima
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Emergenza inquinamento. Che cos'è che usi tutti i giorni per ogni oggetto, ma se non lo ricicli adeguatamente inquini, che se non la cestini svolazza, galleggia, rotola o affonda? Risposta? La plastica!

La signora plastica, è estremamente facile da lavorare, è malleabile, leggera e resistente ha un basso costo sia di produzione, che di lavorazione che di acquisto, ed è per questo che ha trovato fin da subito largo consenso, e ha permesso l'avanzata del boom industriale affiancando il boom demografico come ieri in Italia così oggi in Cina.


La plastica, è nata come materiale innovativo e ha trovato vasto impiego in ogni funzione civile e militare, per diverse generazioni ci ha accompagnato nella crescita: dal biberon ai giocattoli, dalle penne al temperino, dai vestiti agli strumenti da lavoro, sia come oggetto che come portaoggetti per non parlare di buste e bustine e vaschette in polistirolo se non il rinomato celophan.

Noi esseri umani fin dall'alba della nostra comparsa, ci siamo sempre affiancati a materiali per costruire i nostri strumenti e le nostre tecnologie, al punto tale che gli storici sono soliti classificare il nostro passato in base al materiale che ne ha fatto da padrone, l'età della pietra, l'età del bronzo e l'età del ferro,

Così oggi la plastica. Purtroppo plastica non è solo la nostra tecnologia e i nostri beni di consumo, di plastica  è diventato anche l'ambiente, la Natura la  flora e la fauna, hanno plastica intorno o dentro loro perché tutto ciò che non viene riciclato si disperde nell'ambiente inquinandolo.

L'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), ricorda che solo il 15% della plastica mondiale viene riciclata, il resto viene dispersa nell'ambiente: solo il 30% è riciclata  in Europa e negli USA non arriva al 10% , considerando che la Cina ne produce il 30% delaplatica globale e praticamente non la ricicla a dovere è facile capire l'emergenza del problema.

Plastica ovunque, purtroppo, essendo un materiale artificiale e non eco-compatibile non esiste animale o pianta in grado di decomporla e di rimetterla nel ciclo bio-geochimico senza danni, quindi come la roccia, si sgretola in sabbia e in polvere e viene respirata e mangiata dagli animali, i quali vengono contaminati dalle sostanze della plastica come i "ftlati" e il "bisfenolo A", che permangono nella catena alimentare, mangiando il pesce che ha mangiato la plastica, la plastica ce la mangiamo noi. Non dimenticando che la plastica se bruciata produce "diossina", il principale agente cancerogeno per l'uomo classificato nella categoria 1 dall'Agenzia Internazionale sul Cancro.

E non è finita qui, le plastiche che finiscono nelle acque come i mari e gli oceani, trasportate dalle correnti convergono spesso in un punto, come fanno i fiumi in una foce, in cui tutta la plastica galleggiante si ammassa, formando vere e proprie isole galleggianti, dalle dimensioni equiparabili alla Gran Bretagna come se andando da Londra ad Edimburgo fossimo circondati solamente da cannucce e bicchierini, buste e polistirolo. Mi piacerebbe poter dire che è "l'isola che non c'è" ma ce ne è una per ogni oceano. E purtroppo queste isole sono come un iceberg, quello che emerge è solo la punta, difatti la plastica non galleggia all'infinito e dopo un po' di anni affonda così che l'80% delle plastiche mondiali si trova sui fondali di mari e oceani.

Una speranza sembra provenire dalla ricerca dove grazie a persone come Boyan Slat alla sua tecnologia per ripulire gli oceani dalla plastica, e alla dottoressa Federica Bertocchini si è visto che vi è un parassita degli alveari delle api che scambia le buste di plastica per cera d'api, se non fosse che anche le api sono a rischio di estinzioni così come questo parassita il G. mellonella.

Gli scienziati e i divi dello spettacolo possono sì proporre un cambiamento ma nulla fa se non lo mettiamo in pratica con le nostre coscienze e seguendo le leggi salva-ambiente; difatti l'oceanografa Silvia Earle afferma che "Le decisioni che prendiamo nei prossimi 10 anni condizioneranno ciò che sarà la vita sulla Terra per i prossimi 10.000 anni".

Al quale aggiungo la dichiarazione di Harrison Ford, alias Indiana Jones, "La Natura non ha bisogno delle persone, sono le persone che hanno bisogno della Natura".

Non abbiamo un altro Pianeta in cui vivere. Il nostro futuro oggi, è nelle nostre mani. Se vedi la plastica buttala nella differenziata fai la differenza.

Ph. Ocean Plastic

 

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