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Castanea 2019: castanicoltura del Piemonte

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Il centro di castanicultura del Piemonte porta in Valsugana il modello di castanicoltura attenta al territorio.
Smart farming e smart processing, valore economico e fiscalità, ma anche salvaguardia del territorio e valorizzazione del patrimonio castanicolo, vivaismo, difesa e nuove frontiere nella nutraceutica e nella tracciabilità di frutto fresco e trasformato. Questi i temi sui quali oltre 150 esperti si sono confrontati in occasione di Castanea2019, settimo Convegno nazionale Castagno, svoltosi a Pergine Valsugana dal 12 al 14 giugno.
Presente il prof. Gabriele Beccaro, docente dell'Università di Torino al Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari in arboricoltura generale e coltivazioni arboree, che con la prof.ssa Gabriella Mellano coordina il Centro regionale di Castanicoltura del Piemonte.
 
Grazie al supporto di misure del Programma di Sviluppo rurale, anche grazie a un Masterplan piemontese per valorizzare decine di migliaia di ettari di castagneti, moltissimi in stato di abbandono - il Centro è operativo su molteplici fronti, in primo luogo connessi al supporto ai castanicoltori, professionali e non.
Le aziende con castagneto da frutto in Italia sono circa 18.000 con una superficie investita a castagno pari a poco meno di 43.000 ettari, per una produzione annua di 50.889 tonnellate.
A Castanea2019, una fitta rassegna di eventi collaterali ha dato voce e spazi espositivi ad associazioni e cooperative provenienti da varie parti d'Italia. Al convegno erano infatti presenti ricercatori e stakeholder di tutte le regioni italiane. Le attività di ricerca e sviluppo condotte nell'ambito del Centro di Castanicoltura del Piemonte hanno suscitato interesse e dibattito.
 
A Pergine Valsugana, Gabriele Beccaro, ha presentato gli assi dell'impegno attuale e futuro del Centro: "Con il progetto #castagnopiemonte e il Centro di Castanicoltura, il Piemonte sta facendo molto nell'ottica di ripensare l'intera filiera del castagno creando un sistema produttivo moderno e competitivo. Il Centro di Castanicoltura, è oggi punto di contatto fra enti e realtà nazionali differenti - evidenziano Mellano e Beccaro - Particolarmente vivace il dibattito sulla castanicoltura tradizionale e quella moderna, i due modelli di coltivazione attualmente presenti contemporaneamente in Italia. Profondamente diversi tra loro, si tratta di due sistemi non in competizione, ma complementari. Castanea ha confermato la necessità di mantenere l''mmenso patrimonio paesaggistico e tradizionale di cui l'Italia è emblema, sviluppando una castanicoltura professionale che contribuisca a soddisfare in modo più incisivo le richieste del mercato".
 

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