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Non mangiamoci il clima. SOS Slow Food

Ambiente - Clima
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Per la COP21 di Parigi. Il Presidente Gaetano Pascale: "Riportare al centro del dibattito il rapporto tra cibo e clima".
Ormai non c’è più tempo”. Questa l'idea comune che aleggia sui lavori della XXI Conferenza delle Parti (COP21), in programma a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre prossimo.
 
Dopo 20 anni di dibattiti, mediazioni e forum fallimentari, che hanno portato a poche decisioni, oggi i dati sull’andamento climatico e i disastri ambientali richiedono provvedimenti immediati e condivisi. Per questo Slow Food Italia per tramite del suo Presidente Gaetano Pascale, lancia un appello: "La COP21 è la nostra ultima occasione. È fondamentale che i Governi di tutto il mondo si impegnino per affrontare il problema globale del cambiamento climatico, arrivando alla firma di un accordo condiviso e di lungo respiro. Facciamo sentire la nostra voce, perché insieme possiamo fare la differenza. Firmiamo e condividiamo l’appello di Slow Food "Non mangiamoci il clima", rivolto ai rappresentanti del Paesi e delle istituzioni internazionali riuniti a Parigi, per sottolineare come il modello agroalimentare industriale abbia un impatto devastante su ambiente, salute ed ecosistemi e non possa essere ignorato. Soltanto attraverso un radicale cambiamento di paradigma nell’attuale sistema di produzione, trasformazione, distribuzione e consumo di cibo si riuscirà a mitigare il cambiamento climatico".
L’appello di Slow Food, oltre a sottolineare le cause del cambiamento climatico, indica anche le soluzioni per migliorare le condizioni del nostro pianeta. Occorre modificare i processi di produzione, riconsiderare l’intero sistema agroalimentare ed adottare pratiche agroecologiche che integrino le dimensioni ambientali, sociali, economiche e politiche in un approccio globale. In pratica, serve una totale inversione di tendenza, sia nelle pratiche produttive, che di consumo per ridare valore al cibo.
. Molti altri temi al centro del lavoro di Slow Food, come la scelta consapevole del cibo e la lotta allo spreco, sono tematiche essenziali per aiutare il miglioramento climatico, riducendo così anche l’eccessivo sfruttamento della terra.
«Grazie a queste pratiche, infatti, è possibile ridurre l’impatto dell’agricoltura sul clima e diminuire le emissioni di anidride carbonica e ossido di azoto; rendere gli agricoltori meno vulnerabili in termini sociali, economici e ambientali e migliorare la loro capacità di reagire al cambiamento climatico, privilegiando le pratiche locali di gestione a favore della biodiversità e degli ecosistemi.

Info: www.slowfood.it

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