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OIPA: disastro ambientale in Piemonte

Ambiente - Clima
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L'Organizzazione Internazionale Protezione Animali, diffida la Regione Piemonte, chiedendo l'immediata sospensione dell'attività venatoria.

Martedì 31 ottobre l'OIPA Italia (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), ha inviato una diffida alla Regione Piemonte affinché sospenda definitivamente l'esercizio della caccia nelle province colpite dagli incendi e, in subordine, a sospendere la caccia su tutto il territorio regionale.

La richiesta fa seguito alla drammatica situazione creatasi nelle province di Torino, Biella e Cuneo, colpite da oltre 20 giorni di incendi, che hanno causato un disastro ambientale senza precedenti, con oltre tremila ettari di terreno distrutti, motivo per il quale la Regione Piemonte ha chiesto al Governo lo stato di calamità naturale.

La richiesta, si allinea a quella analoga inoltrata a fine agosto dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) a tutte le Regioni a seguito dell'eccezionale siccità che ha colpito la penisola nei mesi estivi, nonché a quanto esplicitato dalla legge sulla caccia 157 del 1992, che prevede la possibilità di vietare la caccia o ridurla per periodi prestabiliti "per particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o per altre calamità".

Il provvedimento, è già stato caldeggiato dall'ISPRA e si allinea con quanto previsto dalla legge sulla caccia in caso di condizioni ambientali eccezionali. Il provvedimento, già adottato da alcuni Comuni interessati dagli incendi, come Cumiana e Pont Canavese, senza registrare opposizioni, a dimostrazione che i requisiti formali per questa azione esistono.

Sottolinea Massimo Comparotto, Presidente OIPA Italia Onlus: "Le condizioni ambientali estreme che perdurano ormai da mesi, prima con la siccità ora con gli incendi, stanno decimando la fauna selvatica che, in cerca di vie di fuga dalle fiamme, si trova a dover fare i conti anche con il pericolo delle doppiette dei cacciatori. Riteniamo doveroso, sia sul piano etico che pratico, che la Regione Piemonte, come atto di civiltà, fermi l'attività venatoria, in caso contrario chiederemo che, come previsto dall'articolo 120 della Costituzione, lo Stato intervenga sull'istituzione regionale inadempiente".

Foto Regione Piemonte

 

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